Scott Pilgrim è un ragazzo poco più che ventenne che suona il basso in una band indie-rock chiamata Sex Bob-omb. Un bel giorno il giovane incontra la bella e misteriosa Ramona Flowers, praticamente la donna dei suoi sogni (in tutti i sensi). Disposto a tutto per conquistarla, Scott riesce ad ottenere un appuntamento, ma questa frequentazione sarà fonte di numerosi guai. La sua amata è infatti perseguitata dai suoi sette ex, che hanno formato una vera e propria lega, il cui scopo è eliminare ogni possibile pretendente. Per conquistare il cuore di Ramona è necessario sconfiggere il suo passato.
Dopo Shaun of the Dead e Hot Fuzz ecco che Edgar Wright torna dietro la macchina da presa, privato dell’amico di sempre Simon Pegg, ma poco importa, perché anche senza la sua fidata spalla il regista è riuscito a regalarci un’opera in grado di andare al di là di qualsiasi convenzione stilistica, dimostrandosi ancora una volta uno dei cineasti più promettenti della cosiddetta “nuova leva”.
Scott Pilgrim vs. The World, trasposizione cinematografica della graphic novel del canadese Brian Lee O’Malley, è un film che vive in gran parte della sua componente estetica (un vero e proprio segno distintivo quando si parla di Wright), ma che ciononostante non può dirsi vuoto, come la maggior parte degli esercizi di stile.
I temi ci sono, sapientemente mascherati da teen movie e al tempo stesso così pungenti da poter diventare il giusto pretesto per più di una discussione, ma al di là di questo quello che veramente stupisce è la totale padronanza della messa in scena che questo regista ha raggiunto nel giro di una manciata di anni. La pellicola è infatti un tripudio di barocchismi, seminati lungo una narrazione che attinge contemporaneamente da più mondi, come ad esempio quelli dei fumetti e dei videogame.
Il risultato è al tempo stesso anarchico, divertente e romantico. Merito anche di un cast giovanissimo e in piena forma, capeggiato da Michael Cera, che praticamente diventa sempre più convincente ad ogni film (anche se, questo bisogna dirlo, i ruoli che gli vengono affidati sono quasi sempre gli stessi). Non ci sarebbe da stupirsi se nel giro di qualche anno questo Scott Pilgrim dovesse diventare un piccolo cult, alla faccia della tiepida accoglienza riservatagli in America, ma questo sarà solo il tempo a deciderlo. Sicuramente si tratta di un’opera godibilissima, che non merita di passare inosservata.
Dopo Shaun of the Dead e Hot Fuzz ecco che Edgar Wright torna dietro la macchina da presa, privato dell’amico di sempre Simon Pegg, ma poco importa, perché anche senza la sua fidata spalla il regista è riuscito a regalarci un’opera in grado di andare al di là di qualsiasi convenzione stilistica, dimostrandosi ancora una volta uno dei cineasti più promettenti della cosiddetta “nuova leva”.
Scott Pilgrim vs. The World, trasposizione cinematografica della graphic novel del canadese Brian Lee O’Malley, è un film che vive in gran parte della sua componente estetica (un vero e proprio segno distintivo quando si parla di Wright), ma che ciononostante non può dirsi vuoto, come la maggior parte degli esercizi di stile.
I temi ci sono, sapientemente mascherati da teen movie e al tempo stesso così pungenti da poter diventare il giusto pretesto per più di una discussione, ma al di là di questo quello che veramente stupisce è la totale padronanza della messa in scena che questo regista ha raggiunto nel giro di una manciata di anni. La pellicola è infatti un tripudio di barocchismi, seminati lungo una narrazione che attinge contemporaneamente da più mondi, come ad esempio quelli dei fumetti e dei videogame.
Il risultato è al tempo stesso anarchico, divertente e romantico. Merito anche di un cast giovanissimo e in piena forma, capeggiato da Michael Cera, che praticamente diventa sempre più convincente ad ogni film (anche se, questo bisogna dirlo, i ruoli che gli vengono affidati sono quasi sempre gli stessi). Non ci sarebbe da stupirsi se nel giro di qualche anno questo Scott Pilgrim dovesse diventare un piccolo cult, alla faccia della tiepida accoglienza riservatagli in America, ma questo sarà solo il tempo a deciderlo. Sicuramente si tratta di un’opera godibilissima, che non merita di passare inosservata.
Pubblicato su ScreenWEEK
2 commenti:
Film veramente sorprendente per me!! Mi è piaciuto moltissimo, non vedo l'ora di riuscire a scriverne.
Ale55andra
Interessante e curioso. Senza dubbio un film da vedere.
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