venerdì 8 agosto 2008

Intolerance

Intolerance (1916, regia David Wark Griffith)



La storia del cinema ha riconosciuto in Griffith il padre del cosiddetto “montaggio alternato”.
L’accostamento di sequenze, geograficamente distanti ma sul punto di collidere, identificabile in quello che con parole povere si potrebbe definire “arrivano i nostri” o “salvataggio all’ultimo minuto”.
A guardarlo bene Intolerance non è altro che l’esaltazione di questo pensiero, sia dal punto di vista strutturale che metaforico.
Ha rappresentato un tentativo di salvarsi in extremis per lo stesso regista, dopo le critiche al precedente Nascita di una nazione, accusato di promulgare pensieri di stampo razzista.
Un salvataggio peraltro non troppo riuscito, visto l’insuccesso della pellicola dal punto di vista commerciale.
Ma al di là delle motivazioni personali, che hanno spinto Griffith ad ampliare un progetto iniziato nel 1914, Intolerance non è altro che un gigantesco “arrivano i nostri”, che unisce l’alternarsi di quattro piani temporali, ricongiungibili in un finale di toccante speranza.
Un il lieto fine che in realtà appartiene solo ad una delle quattro storie - quella “contemporanea” - che costituiscono il corpo del lungometraggio, ma il messaggio d’amore che ne scaturisce sembra andare oltre il tempo e le distanze, diventando universale e più che mai necessario in un epoca minacciata dallo scoppio del primo conflitto mondiale.
Ovviamente non è un’opera priva di difetti.
La connessione tra gli eventi narrati è talvolta troppo macchinosa e la durata della pellicola non è cosa da sottovalutare.
Ma si tratta pur sempre di una delle pietre miliari della storia del cinema.

11 commenti:

vanessa ha detto...

ma sbaglio o delanie welanie griffith è quello famoso per aver inventato il retro-lampo? una decina d'anni fa (tra una dormita e l'altra) mi ricordo che durante storia del. il professore parlò del tipo che aveva inventato il flash-back. ricordo quasi una sega perché durante le lezioni dormivo (tanto le registravo). comunque ruppe le ovaie per eoni interi su nascita di una nazione, quindi 99 su 100 è lui.

FiliÞþØ ha detto...

è proprio lui...

Luciano ha detto...

Sì, una pietra miliare della storia del cinema. Questi registi stavano inventando un linguaggio che ancora non era del tutto formato.

FiliÞþØ ha detto...

appunto...e nonostante questo riguardandoli ci si rende conto di come fondamentalmente le regolo siano state dettate in quel periodo...

Ben poco si è inventato in seguito.
Più che altro si è perfezionato...

Ale55andra ha detto...

Questa non la sapevo, mi hai incuriosito parecchio!

Luciano ha detto...

Parole sacrosante, Filippo^^

FiliÞþØ ha detto...

@ ale55andra: ma cosa non sapevi? Cmq vedilo, penso che per un appassionato di cinema sia un passo obbligatorio.

@ luciano: è la pura verità!;)

Anonimo ha detto...

eH GIà..UN PROGETTO AMBIZIOSO E PERTANTO A TRATTI IMPERFETTO ma ragazzi..che rivoluzione copernicana con questo film che è avvenuta!!!!

Mrdavis

FiliÞþØ ha detto...

indubbiamente...io poi adoro particolarmente l'ultima ora, in cui la tensione riesce davvero a farsi sentire...

M.S. ha detto...

uN film meraviglioso. Hai ragione quando dici che non è privo di difetti: a volerne cercare ce ne sono miriadi. Ma calibra bene contenuto e tecnica, e poi costituisce, secondo la mia impressione, un primo tentativo di superamento della teatralità nella messa in scena. è un film parecchio bacchettone e moraleggiante, ma, accettati i suoi limiti, è SCONFINATO!

FiliÞþØ ha detto...

che sia bacchettone e moraleggiante e moraleggiante non stupisce, visto i tempi e il regista...ma ahi ragione, è sconfinato...

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