[Eh si, è proprio cominciata l’estate!]
Da un film che tiene a precisare, sin dalla locandina, di essere farina del sacco degli stessi produttori di Non aprite quella porta e Amityville Horror non è lecito aspettarsi molto.
Soprattutto se il remake di turno è quello di The Hitcher, piccolo cult anni ’80 diretto da Robert Harmon e interpretato magistralmente da Rutger Hauer.
Una pellicola, quella originale, nata sulla stessa strada percorsa da Spielberg con il suo Duel e che, rivista oggi, mantiene intatto quel connubio di perversione e tensione psicologica capace di andare oltre il semplice cinema di genere.
Caratteristiche che nel 2007 si è preferito mettere da parte, optando per una scarna rappresentazione degli eventi, più sanguinolenta ed esplicita.
Vista sotto quest’ottica, la pellicola di Dave Meyers non si può definire (del tutto) fallimentare.
Il ritmo c’è, qualche colpo di scena ben assestato pure, benché condito da esagerazioni a volte difficili da mandare giù (come un singolare quanto inutile rimando a Hitchcock).
Per il resto, ogni possibile catarsi conclusiva, che negli anni ’80 lasciava l’amaro in bocca grazie a quel finale poco consolatorio, è del tutto assente, come anche l’ingiusta persecuzione degli innocenti.
Sean Bean, redivivo John Ryder, ce la mette tutta ma, come sempre in questi casi, è una partita persa in partenza.
Visto che la trama è praticamente identica (salvo che stavolta a farne le spese è una coppia, con annesso cambio di testimone nel finale), tanto vale recuperare l’originale e magari cogliere l’occasione per riflettere su come oggi, tra omaggi e remake, più che altro ci si accontenta.
Soprattutto se il remake di turno è quello di The Hitcher, piccolo cult anni ’80 diretto da Robert Harmon e interpretato magistralmente da Rutger Hauer.
Una pellicola, quella originale, nata sulla stessa strada percorsa da Spielberg con il suo Duel e che, rivista oggi, mantiene intatto quel connubio di perversione e tensione psicologica capace di andare oltre il semplice cinema di genere.
Caratteristiche che nel 2007 si è preferito mettere da parte, optando per una scarna rappresentazione degli eventi, più sanguinolenta ed esplicita.
Vista sotto quest’ottica, la pellicola di Dave Meyers non si può definire (del tutto) fallimentare.
Il ritmo c’è, qualche colpo di scena ben assestato pure, benché condito da esagerazioni a volte difficili da mandare giù (come un singolare quanto inutile rimando a Hitchcock).
Per il resto, ogni possibile catarsi conclusiva, che negli anni ’80 lasciava l’amaro in bocca grazie a quel finale poco consolatorio, è del tutto assente, come anche l’ingiusta persecuzione degli innocenti.
Sean Bean, redivivo John Ryder, ce la mette tutta ma, come sempre in questi casi, è una partita persa in partenza.
Visto che la trama è praticamente identica (salvo che stavolta a farne le spese è una coppia, con annesso cambio di testimone nel finale), tanto vale recuperare l’originale e magari cogliere l’occasione per riflettere su come oggi, tra omaggi e remake, più che altro ci si accontenta.
5 commenti:
Sono stato un fan dell'originale.... quindi non penso che lo vedrò!
Io lo ammetto, l'ho visto solo per stroncarlo...ma devo ammettere che non è poi così malaccio.
Ovvio che l'originale è tutta un'altra cosa...
Anche questo rinviato al DVD. Anche se in base alla tua recensione una visione comunque la merita.
Io mi aspettavo molto peggio...
E' proprio cominciata l'estate già...
Ale55andra
Posta un commento