Oltre che un grande regista M. Night Shyamalan è sempre stato un sottile pedagogo.
Ogni suo film presenta valenze multiple tali da renderlo soggetto a più interpretazioni, spesso più importanti della superficie mostrata e riconducibili ad una profonda riflessione comune.
Un’analisi che ha trovato la sua consacrazione nelle estremizzazioni pop di Unbreakable e che dopo l’undici Settembre è riuscita a dare voce a quella serie di dubbi che ne sono stati conseguenza.
La perdita della fede in Signs, il terrore nei confronti di chiunque non faccia parte del nostro rassicurante microcosmo di The Village e la speranza di poter un giorno risollevarci, che ha rappresentato il leitmotiv del troppo sottovalutato Lady in the water.
Una volontà ben precisa, che non ha mai disdegnato i toni eccessivi delle favole e che, bene o male, ha sempre saputo farsi voler bene, anche perché intrisa di un’autorialità comune solo a pochi altri cineasti di nuova generazione.
Caratteristiche, purtroppo, quasi del tutto assenti all’interno di questo lungometraggio che, riflettendo sul nostro ruolo naturale, non disdegna vagheggiamenti su come il terrore di massa (nei confronti del prossimo) sia ormai radicato profondamente dentro ognuno di noi.
A farne le spese tutti, innocenti e colpevoli, spinti al suicidio da un misterioso influsso che agisce come il peggiore senso di colpa.
Il tutto è immerso in un fatalismo che per certi versi ricorda La guerra dei mondi di Welles e che sceglie un approccio estetico del tutto in linea con i vecchi classici fantascientifici.
Peccato che a risentirne sia proprio la storia, originale ma troppo raffazzonata per poterci passare sopra.
Non per niente il momento più bello della pellicola, nonché più inquietante, sembra essere anche il più sbagliato e vede come protagonista una vecchietta toccata (non solo dalla fede).
Un personaggio talmente riuscito (benchè stereotipato) che ci si potrebbe realizzare un lungometraggio a parte.
Accanto a questa parentesi, tante scene ben girate e altrettanti dialoghi in bilico tra l’imbarazzante e il ridicolo che, come i pesi di una bilancia, tendono a mantenere continuamente in equilibrio il risultato finale.
Quanto basta a far pensare che, il giorno infausto del titolo, riguardi più che altro il regista, combattuto tra script e rappresentazione.
Speriamo che passi presto.
Ogni suo film presenta valenze multiple tali da renderlo soggetto a più interpretazioni, spesso più importanti della superficie mostrata e riconducibili ad una profonda riflessione comune.
Un’analisi che ha trovato la sua consacrazione nelle estremizzazioni pop di Unbreakable e che dopo l’undici Settembre è riuscita a dare voce a quella serie di dubbi che ne sono stati conseguenza.
La perdita della fede in Signs, il terrore nei confronti di chiunque non faccia parte del nostro rassicurante microcosmo di The Village e la speranza di poter un giorno risollevarci, che ha rappresentato il leitmotiv del troppo sottovalutato Lady in the water.
Una volontà ben precisa, che non ha mai disdegnato i toni eccessivi delle favole e che, bene o male, ha sempre saputo farsi voler bene, anche perché intrisa di un’autorialità comune solo a pochi altri cineasti di nuova generazione.
Caratteristiche, purtroppo, quasi del tutto assenti all’interno di questo lungometraggio che, riflettendo sul nostro ruolo naturale, non disdegna vagheggiamenti su come il terrore di massa (nei confronti del prossimo) sia ormai radicato profondamente dentro ognuno di noi.
A farne le spese tutti, innocenti e colpevoli, spinti al suicidio da un misterioso influsso che agisce come il peggiore senso di colpa.
Il tutto è immerso in un fatalismo che per certi versi ricorda La guerra dei mondi di Welles e che sceglie un approccio estetico del tutto in linea con i vecchi classici fantascientifici.
Peccato che a risentirne sia proprio la storia, originale ma troppo raffazzonata per poterci passare sopra.
Non per niente il momento più bello della pellicola, nonché più inquietante, sembra essere anche il più sbagliato e vede come protagonista una vecchietta toccata (non solo dalla fede).
Un personaggio talmente riuscito (benchè stereotipato) che ci si potrebbe realizzare un lungometraggio a parte.
Accanto a questa parentesi, tante scene ben girate e altrettanti dialoghi in bilico tra l’imbarazzante e il ridicolo che, come i pesi di una bilancia, tendono a mantenere continuamente in equilibrio il risultato finale.
Quanto basta a far pensare che, il giorno infausto del titolo, riguardi più che altro il regista, combattuto tra script e rappresentazione.
Speriamo che passi presto.
19 commenti:
Le tue parole sono un toccasana per me! Iniziavo a temere di aver preso un'immane cantonata, visto che pareva essere piaciuto (quasi) a tutti, con punte di commenti entusiastici.
Io forse sono stato un po' più cattivo, ma il giudizio sostanzialmente è il medesimo.
Rimandanto, ad esser buoni :-)
Tra i blog che leggo di persone che hanno in linea di massima gusti affini ai miei, sei il primo che lo ha stroncato! Io continuo a rimandare la visione, per colpa di un periodo decisamente no; andrà a finire che lo vedrò direttamente in noleggio! Chissà, spero di non trovarmi daccordo con te! :))
Quella vecchia, se ci penso, ancora mi mette i brividi. Io sarò ripetitiva, ma a parte qualche dialogo e qualche scelta di sceneggiatura non proprio felice, il film merita molto rispetto perchè è girato in maniera quasi sublime ed ha una messa in scena davavvero agghiacciante. Le scene delle morti, ma anche quella in cui si incrociano tutte le auto (per citarne qualcun'altra), rendono bene l'idea di quello che sto dicendo.
Beh, proprio proprio una stroncatura non mi sembra.
I difetti secondo me rimangono comunque trascurabili di fronte al resto.
Una "favola", come dici tu, è efficace ma eccessiva. E la cosa non può che andare bene così. :)
Saluti.
Para
@ mr hamlin: mah..io forse sono stato troppo buono perchè adoro il regista...fosse stato di un altro avrei sicuramente rincarato la dose!;)
@ iggy: so anch'io di essere lontano dalla maggiornaza dei pareri, ma questo film non mi ha particolarmente convinto.
@ ale55andra: che sia girato benissimo non ci sono dubbi. E' la storia che lascia parecchi a desiderare e per quanto mi riguarda influisce parecchio sul giudizio finale.
@ para: mah, ripeto che la propensione a trascurarli è molto dovuta alla mia mia ammirazione nei confronti di questo regista.
Ma devo dire che stavolta mi ha parecchio deluso.
E io sono uno di quelli che ha difeso a spada tratta Lady in the water...:)
...a mio parere ormai m. night shiamalan è cronico...
Non posso darti torto, però ci sono momenti nel film, come quelli citati da Ale55andra, che fanno dimenticare tutto il resto... O no?
L'ho visto proprio ieri sera. Non mi è sembrato male. Sto riflettendo, perché alcune sequenze sono più interessanti di quel che può sembrare a prima vista (almeno per me). A presto.
@ mario scafidi: nel senso che non ne azzecca una?
In tal caso mi trovo in disaccordo. E' la prima volta che rimango deluso...
@ moidil: si...ma è anche vero che ci sono altri momenti che fanno dimenticare i momenti che fanno dimenticare il resto!;)
@ luciano: sulle sequenza interessanti, non ci sono dubbi.
Invece a me il segmento della vecchia è sembrato decisamente essenziale, il necessario culmine-- Film ostico, "da sopportare", ma già indimenticabile.
sì filippo, intendevo in quel senso. a parte the sixt sense non ne ha azzeccata una. lady in the water, in particolare, è uno dei film più maldestri e malriusciti che abbia mai visto...
Non mi è piaciuto! Ne sono rimasto deluso ... uno dei pochi a quanto pare ... Ciao, Ale
@ gahan: ti giuro, a me è sembrata una cosa messa li tanto per fare...suggestiva indubbiamente ma l'utilità non ce la vedo...
Sul fatto poi che il film sia indimenticabile, ho i miei dubbi!:)
@ mario scafidi: che poi quest'accanimento nei confronti di Lady in the water non l'ho mai capito...è una favola e presenta tutte le caratteristiche tipiche del genere, personaggi simbolici e quant'altro.
E come dire che cappuccetto rosso non mi piace perchè è una storia scontata!
Ma dato che la mia è una voce praticamente fuori dal coro, rimango zitto nel mio angolino...;)
@ Daddun: eh si, siamo in pochi!:)
Il fatto che Lady in the Water non sia piaciuto è grave, gravissimo.
lo penso anch'io...l'ho rivisto poco tempo fa e ancora mi chiedo come sia possibile...
Insomma a te non ti ha convinto del tutto... Va be, io ancora non lo vedo e ormai mi sono rassegnato al DVD
si...ma sono uno dei pochi...
dialoghi tra l'imbarazzante e il ridicolo...mai fui più d'accordo!a brevissimo la recensione...
e vai Den!;)
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