Ormai nessuno considera più l’America un paese di grandi sogni e speranze.
E se qualche spettatore distratto la pensasse ancora così, provi a guardare l’ultimo atto d’accusa firmato Michael Moore.
“Sicko” (slang americano che sta per “sick”, malato), mette alla berlina il vergognoso sistema sanitario statunitense che, facendo orecchie da mercante nei confronti del (sacro) Giuramento di Ippocrate, macina fior di quattrini alle spalle di poveri sfortunati.
E’ così che, all’interno di questo documentario, assistiamo alla vicenda di un uomo, costretto a scegliere quale delle due falangi amputate voler salvare (ovviamente quella più economica!). Apprendiamo la storia di una giovane ragazza affetta da tumore, bisognosa di cure negate a causa della sua giovane età (suvvia, a 22 anni non si può avere il cancro!), in un’escalation di tragedie e sventure di sicuro impatto (e le lacrime sono dietro l’angolo in più di un’occasione).
Senza alcun dubbio, quel dito che Moore punta contro le compagnie assicurative (vere e proprie lobby), è come un trapano. Perfora il suo obbiettivo dalle fondamenta, distruggendone la sua (ben costruita) facciata perbenista.
Ma allora perché “Sicko” non convince del tutto?
Perché quello di Moore è un documentario Americano per gli Americani.
Mostra una (opposta) situazione Europea (e non solo), per cambiare una (schifosa) situazione nazionale. Ma oltreoceano sappiamo bene che la realtà è sicuramente migliore, ma non così rosea come la si dipinge.
Ciò nonostante ben vengano le esaltazioni Canadesi (immancabili), Inglesi (dopo la Thatcher? Qui il dubbio e lecito!), Francesi (un giustissimo invito all’azione, nei confronti di un’America timorosa) e Cubane, purché rappresentino un giusto mezzo di propaganda nei confronti di nuove vie, furbamente etichettate come socialiste.
Michael Moore, ancora una volta, si dimostra un abile divulgatore.
Addolcisce la sua pillola (mai termine fu più azzeccato) amara con forti dosi di Humor. Usa il paradosso per scioccare e ci riesce ma, come nel precedente “Fahrenheit 9/11”, cade troppe volte in un sentimentalismo facile (seppur funzionale) per poi culminare (nel finale) in un inutile autocompiacimento.
Un ottimo lavoro sicuramente, ma non dimentichiamoci che opere simili sono (e devono essere) per forza faziose.
E se qualche spettatore distratto la pensasse ancora così, provi a guardare l’ultimo atto d’accusa firmato Michael Moore.
“Sicko” (slang americano che sta per “sick”, malato), mette alla berlina il vergognoso sistema sanitario statunitense che, facendo orecchie da mercante nei confronti del (sacro) Giuramento di Ippocrate, macina fior di quattrini alle spalle di poveri sfortunati.
E’ così che, all’interno di questo documentario, assistiamo alla vicenda di un uomo, costretto a scegliere quale delle due falangi amputate voler salvare (ovviamente quella più economica!). Apprendiamo la storia di una giovane ragazza affetta da tumore, bisognosa di cure negate a causa della sua giovane età (suvvia, a 22 anni non si può avere il cancro!), in un’escalation di tragedie e sventure di sicuro impatto (e le lacrime sono dietro l’angolo in più di un’occasione).
Senza alcun dubbio, quel dito che Moore punta contro le compagnie assicurative (vere e proprie lobby), è come un trapano. Perfora il suo obbiettivo dalle fondamenta, distruggendone la sua (ben costruita) facciata perbenista.
Ma allora perché “Sicko” non convince del tutto?
Perché quello di Moore è un documentario Americano per gli Americani.
Mostra una (opposta) situazione Europea (e non solo), per cambiare una (schifosa) situazione nazionale. Ma oltreoceano sappiamo bene che la realtà è sicuramente migliore, ma non così rosea come la si dipinge.
Ciò nonostante ben vengano le esaltazioni Canadesi (immancabili), Inglesi (dopo la Thatcher? Qui il dubbio e lecito!), Francesi (un giustissimo invito all’azione, nei confronti di un’America timorosa) e Cubane, purché rappresentino un giusto mezzo di propaganda nei confronti di nuove vie, furbamente etichettate come socialiste.
Michael Moore, ancora una volta, si dimostra un abile divulgatore.
Addolcisce la sua pillola (mai termine fu più azzeccato) amara con forti dosi di Humor. Usa il paradosso per scioccare e ci riesce ma, come nel precedente “Fahrenheit 9/11”, cade troppe volte in un sentimentalismo facile (seppur funzionale) per poi culminare (nel finale) in un inutile autocompiacimento.
Un ottimo lavoro sicuramente, ma non dimentichiamoci che opere simili sono (e devono essere) per forza faziose.
11 commenti:
Devo vederlo ma lo aspetterò in dvd perchè i documentari al cine un po' mi disturbano (più che altro la gente disturba!)Per ora son troppo preso dalla sci-fi come puoi ancora una volta vedere!
Io mi sono rivolto al mulo...si trova sottotitolato (ho preferito vederlo in lingua originale)...
sei stato più obiettivo di me, la parte finale, che giustamente indichi come 'inutile compiacimento' mi ha proprio irritato...
l'ho scritto nell'ultimo post di cinema
ha irritato anche me...corro subito a leggere la tua...
no dai semaforo verde solo perché intervista Aleida Guevara!!
Uff filì, scusa, ho cercato di sopprimere il mio spirito guevariano, ma non ce l'ho fatta!
Cmq sia io sono ancora tra quelli che accettano Moore incondizionatamente, ma non so quanto durerà, in effetti il suo modo di fare mi inizia a stancare.
E continuo a non averlo ancora visto. Mi sa che al cinema è troppo tardi. Dovrò comunque vederlo soprattutto per sperimentare che effetto mi farà la parte finale del film.
A presto.
@ trinity: nonostante Aleida Guevara (e ti garantisco che anche per me vederla è stato un immenso piacere...), è stato il finale a far abbassare parecchio il voto...vada per il sentamentalismo facile (funzionale e talvolta necessario per coinvolgere il pubblico)...ma le autoesaltazioni proprio no...
Cose che, in alcuni punti, abbassavano il livello di serietà che tale argomento pretende (secondo la mia personale opinione).
Come ha i detto giustamente, comincia a stancare!
@ luciano: guardalo comunque, più che per il finale, per il messaggio in se...lo "sputtanamento" americano ha dell'incredibile, cose al di la di ogni immaginazione (e finora non ha avuto nessuna smentita)...
Magari 10 minuti prima della fine lo stoppi...^^
http://www.riflettotv.it/webtv/canale8/
io non vi ho detto nulla ragazzi! ok?
sono d'accordo con quello che scrivi, filippo, tranne quel briciolo di entusiasmo in più che mi avrebbe portato al "semaforo verde" ^^
Accidenti...^^
Io non ho visto nulla, ma quello che non ho visto sembra mooooolto interessante...;)
"Semaforo verde" anche per me.
Moore affronta un tema delicato con la solita ironia ma aggiungendo stavolta una carico sentimentale e sensibile.
A mio avviso imperdibile, tanto per confermare che il mondo in cui viviamo fa proprio sc.... magari qualcuno se ne dimantica!
Per il messaggio è sicuro il semaforo verde...il giallo è dato dal fatto che (secondo me) Moore fa un pò troppo il furbetto...e quel finale alla "meno male che ci sono io" proprio non l'ho digerito...
Non volermene...^^
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