giovedì 4 ottobre 2012

Ted, la recensione

Regia: Seth MacFarlane
Cast: Seth MacFarlane, Mark Wahlberg, Mila Kunis, Giovanni Ribisi, Joel McHale, Patrick Warburton, Laura Vandervoort, Matt Walsh, Norah Jones, Tom Skerritt, Sam J. Jones
Durata: 1h 46m
Anno: 2012

Da quando ha otto anni John (Mark Wahlberg) vive con il suo orsetto di peluche. Se la cosa può sembrare strana, non avete ancora sentito il resto. Il peluche in questione, di nome Ted, è infatti vivo (in seguito ad un desiderio) e si comporta in tutto e per tutto come una persona adulta che non ha mai voluto prendersi le sue responsabilità. Fuma (non solo sigarette), beve, ama le belle donne e passa le sue giornate senza pensare al proprio futuro. Del resto perché dovrebbe farlo? La cosa è invece diversa per John, che vivendo ogni giorno con lui sembra averne assorbito tutti i difetti. Lo sa bene Lori (Mila Kunis), la sua ragazza, che comincia a non sopportare più questa situazione.


Arrivato al suo esordio cinematografico Seth MacFarlane non si discosta poi molto da quella dimensione televisiva che l’ha reso famoso. Perché avrebbe dovuto farlo del resto? I fan hanno imparato a volergli bene proprio per quel suo umorismo politicamente scorretto e intriso del più puro nonsense, che si appoggia su trame il più delle volte esili per lasciare ampio spazio ad una serie di siparietti che, pur sembrando messi lì ha caso, hanno sempre un loro perché, perlomeno comico. Basta guardare una puntata qualsiasi de I Griffin per rendersi conto di quanto in realtà questo regista (ma anche produttore televisivo, sceneggiatore, doppiatore e, addirittura, cantante) sia più un cultore dell’attimo e non della storia, volentieri messa da parte per lasciar spazio ad altro.

Ted non fa altro che trasportare quell’universo animato all’interno di una dimensione concreta, infischiandosene di fornire più spiegazioni del necessario. I Griffin hanno un cane parlante, Brian, che si comporta in tutto e per tutto come un essere umano e nessuno all’interno di quella dimensione fantastica sembra farci troppo caso? Qui abbiamo un orsetto di peluche che potrebbe rappresentare una sua proiezione: è vivo, parla (anche troppo) e ha tutti i peggiori vizi che una persona adulta potrebbe avere, compresa una grande passione per le ragazze procaci, che oltretutto sembrano ricambiarlo molto volentieri. E anche in questo caso nessuno sembra troppo interessato a capirne il motivo.
Guardando una pellicola come questa (e tutte le produzioni di Seth MacFarlane in generale) bisogna, insomma, prendere le cose per quello che sono, sottoscrivendo un tacito patto che potrebbe suonare come un “Io ti racconto la mia storia, ma tu non farmi troppe domande e pensa a divertirti”.

E di momenti (più o meno) divertenti all’interno di questa pellicola ce ne sono tantissimi, affidati ad un personaggio, Ted, caratterizzato talmente bene che è praticamente impossibile resistergli. Il tutto immerso in una dimensione che riflette gran parte delle ossessioni del Seth MacFarlane “nerd”, quello appassionato di un certo tipo di cinema (legato in prevalenza agli anni ’80), che viene omaggiato in più di un’occasione all’interno della trama, raggiungendo l’apice con l’apparizione di Sam “Flash Gordon” Jones, che rappresenta uno dei momenti più divertenti.

Con il suo buddy movie mascherato da favola adulta Seth MacFarlane è riuscito a fare centro ancora una volta, rimanendo coerente con sé stesso e proponendoci una storia leggera, assurda e non priva di difetti, che dividerà pubblico e critica tra favorevoli e contrari, come tutte le sue produzioni del resto. E mentre noi ci troviamo qui a parlare di quanto sia cool un orsetto di peluche dalla parolaccia facile, lui è dall’altra parte che ci guarda sornione e pensa: “Ve l’ho fatta di nuovo…”

Pubblicato su ScreenWEEK

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