giovedì 11 ottobre 2012

Iron Sky, la recensione

Regia: Timo Vuorensola
Cast: Udo Kier, Götz Otto, Julia Dietze, Christopher Kirby, Peta Sergeant, Stephanie Paul, Tilo Prückner, Ben Siemer
Durata: 1h 33m
Anno: 2012

Non tutti i nazisti sono stati sconfitti alla fine della seconda guerra mondiale. Un piccolo gruppo, all’insaputa di tutti, si era infatti rifugiato sul lato oscuro della Luna. Lì hanno continuato a vivere indisturbati, tramando vendetta nei confronti di coloro che li avevano costretti alla fuga. Così è stato fino all’anno 2018, quando un gruppo di astronauti proveniente dalla Terra si è ritrovato a dover fare i conti con loro. Questo contatto inaspettato rappresenterà per i nazisti la tanto attesa opportunità per invadere il nostro mondo. Dimostrando una volta per tutte chi è che comanda.


Tra i tanti fenomeni che il web ha lanciato con più o meno merito c’è anche Timo Vuorensola, regista autodidatta – ma prima di tutto grande appassionato – famoso nelle rete per Star Wreck, parodia e allo stesso tempo omaggio al cinema fantascientifico, tra cui, come lascia ben intuire il titolo, la saga di Star Trek. Grazie al tam tam mediatico e ad uno stuolo di fan pagante (in tutti i sensi, visto che ha contribuito al finanziamento della pellicola), Timo Vuorensola è riuscito a portare sul grande schermo Iron Sky, un’opera ambigua, che andrebbe definita “trash” per ovvi motivi ma che, a conti fatti, è molto più seria di quanto voglia far credere. O perlomeno di quanto ci abbiano fatto credere.

Il che è allo stesso tempo un pregio o un difetto, nel senso che guardando questa pellicola non si riesce sul serio a capire i reali intenti di Timo Vuorensola. Troppo poco trash per diventare un futuro cult movie e troppo confuso per poter essere veramente preso sul serio, Iron Sky, che può vantare nel cast la presenza di Udo Kier, si presenta come un’opera che, più di ogni altra cosa, è in grado di mettere in evidenza le carenze di quello che in fin dei conti non è un vero e proprio regista, ma un dilettante che si è improvvisato tale e, per qualche istante, c’è anche riuscito. Purtroppo al’interno di questa pellicola mancano tutte quelle cose che, dato il genere di riferimento, dovrebbero essere sacrosante, primi fra tutti i momenti cosiddetti “mitici”.

In Iron Sky non ci sono battute che restano impresse nella memoria, né tantomeno scene in grado di fare lo stesso effetto. Ci sono una serie di citazioni più a meno riuscite (e in alcuni casi ripetute fino allo sfinimento) a tutto quel cinema di fantascienza (e non solo) caro al regista; un bel po’ di riferimenti alla situazione politica mondiale attuale (ma non solo, visto che ci sono molte frecciatine alla passata presidenza Bush); una messa in scena tutto sommato niente male, dato che non stiamo parlando di una mega produzione, ma che in ogni caso non riesce ad emergere come dovrebbe. Funzionasse a dovere anche uno solo di questi punti non ci si lamenterebbe poi così tanto. Ma purtroppo non è così.

Pubblicato su ScreenWEEK

1 commento:

Cannibal Kid ha detto...

un filmetto contro cui non vale la pena di prendersela troppo, visto che si tratta di una piccola produzione, almeno se paragonata ai colossi americani.
però tutto l'hype che si è generato in rete è davvero incomprensibile...

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