venerdì 9 marzo 2012

Young Adult, la recensione

Regia: Jason Reitman 
Cast: Charlize Theron, Patton Oswalt, Patrick Wilson, Elizabeth Ann Reaser, Collette Wolfe, Mary Beth Hurt 
Durata: 1h 34m 
Anno: 2011 

Mavis Gray (Charlize Theron) è la ghost writer di una serie di libri per adolescenti (cosiddetti “young adult”). Con un matrimonio fallito alle spalle e un buon campionario di vizi, primo fra tutti quello dell’alcol, Mavis sembra non essere mai uscita da quell’età che contraddistingue i suoi lettori. Convinta che le nozze siano solo una gabbia dalla quale fuggire, questa donna non riesce a mantenere una relazione stabile da chissà quanto, ma un bel giorno qualcosa la spinge a fare i bagagli in fretta e furia per recarsi nel paese dove è cresciuta e dal quale è fuggita non appena si è presentata l’occasione. Il suo vecchio fidanzato del liceo (Patrick Wilson), ormai sposato e con un bambino, l’ha infatti invitata al battesimo del nuovo arrivato. Mavis decide di cogliere la palla al balzo per tornare nel luogo in cui è cresciuta, ma con delle intenzioni ben precise: riconquistare il suo ex grande amore e portarlo via da quella prigione. 


Dopo quel piccolo gioiello di Juno ecco che torna la coppia composta dal regista Jason Reitman e dalla sceneggiatrice (per caso) Diablo Cody. Verrebbe da dire “per fortuna” e non certo per Jason Reitman, che ha dimostrato di sapersela cavare in maniera più che egregia anche da solo, ma proprio per la Cody, che, se si esclude quel pancione messo ad Ellen Page, non si è poi dimostrata quella grande scrittrice urlata da più parti (stiamo ancora cercando di dimenticare quel Jennifer’s body e i suoi “best friends forever” e forse un giorno ce la faremo). 
Seguendo quella strada intrapresa dal regista sin da suo esordio e che, per il momento, ha trovato la sua massima esaltazione in Tra le Nuvole, ecco dunque che arriva un’altra piccola storia pronta a caricarsi di significati altissimi, senza per questo risultare meno leggera. 
Se c’è una cosa che Jason Reitman è in grado di fare meglio di chiunque altro è proprio questo infatti: raccontare i piccoli drammi della vita con una delicatezza unica, trovando di volta in volta maschere tragiche – a cui è impossibile non voler bene sin dalla prima inquadratura – e facendole muovere all’interno di un mondo tanto vasto quanto fondamentalmente banale. 

Mattatrice assoluta di questa storia una Charlize Theron decisamente calata nella parte, che con questo ruolo si aggiudica una delle sue migliori interpretazioni portando sulla scena la figura di una perdente che, incredibile dictu, riesce comunque ad ottenere il suo riscatto. Ed è forse in questo che risiede il principale pregio di questo film: quello di possedere un vero e proprio colpo di scena, che sul finale interviene cambiando drasticamente le carte in tavola e insinuando il tarlo del dubbi nello spettatore. 
Young Adult progressivamente distrugge e ricostruisce la sua piccola grande eroina e nel farlo sembra volerci ricordare che anche il più piccolo e relativo punto di vista è in grado di fare la differenza.

Pubblicato su ScreenWEEK

2 commenti:

Emmeggì ha detto...

Ne leggevo oggi su un quotidiano una bella critica di una che di solito mi torna, nei giudizi. mettici anche la tua recensione, mi sa che toccherà vederlo, ora!

FiliÞþØ ha detto...

Attendo un tuo parere allora! ;)

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