domenica 5 febbraio 2012

Hesher è stato qui!, la recensione

Regia: Spencer Susser 
Cast: Joseph Gordon Levitt, Natalie Portman, Rainn Wilson, Piper Laurie, John Carroll Lynch, Audrey Wasilewski, Devin Brochu 
Durata: 1h 46m 
Anno: 2010 

La vita non è certo facile per il piccolo TJ (Devin Brochu) da quando gli è morta la madre. Suo padre (Rainn Wilson) è caduto in un forte stato di depressione dal quale non sembra in grado di uscire. A niente servono gli sofrzi della nonna (Piper Laurie), che non riesce a fare molto per risollevare questa situazione. Un giorno TJ si imbatte in Hesher (Joseph Gordon-Levitt), un ragazzo alla deriva con seri problemi di autocontrollo, che decide arbitrariamente di stabilirsi a casa sua. Questa convivenza forzata sarà causa di molti problemi ma allo stesso tempo si rivelerà fondamentale per ritrovare l’armonia perduta. 


Prendete Mary Poppins e trovate un suo corrispettivo maschile. Ora fatelo vivere per strada per un bel po’ di anni, nutritelo a suo di heavy metal, riempitelo di tatuaggi e fategli accumulare quintali di rabbia repressa pronta ad esplodere da un momento all’altro senza il minimo controllo. Il risultato dovrebbe essere più o meno Hesher, il protagonista della pellicola omonima diretta dall’esordiente (per modo di dire, visto che con il cinema ha sempre avuto a che fare) Spencer Susser. Non è certo un caso che si sia scelto il personaggio interpretato da Julie Andrews come termine di paragone: Hesher è stato qui!, infatti, si sviluppa esattamente allo stesso modo del film diretto nel 1964 da Robert Stevenson, ponendo al suo centro una famiglia allo sbando e inserendo al suo interno una figura venuta chissà da dove e in grado di riportare quella ventata di novità necessaria per dare uno scossone a questa immobilità. 

Il tutto è ovviamente visto attraverso un filtro negativo. Hesher è stato qui! non è una semplice commedia. Se vi aspettate grandi risate e situazioni perennemente in bilico tra il grottesco e il ridicolo vi toccherà fare i conti con una grossa delusione. Quella diretta da Spencer Susser è prima di tutto una storia tragica, sorretta da un comprimario magistralmente interpretato da Joseph Gordon-Levitt che, sebbene riesca a regalare più di un sorriso, non si può certo definire come positivo. Il suo Hesher è un concentrato di stati d’animo e di azioni il più delle volte sbagliate, che riesce a fare del bene, è vero, ma è come se lo facesse suo malgrado. 

Poco importa, perché la sua è una figura che difficilmente si dimentica e che rende questa pellicola un prodotto anomalo, caratterizzato da un cast di volti più o meno noti (tra cui figura anche il premio Oscar Natalie Portman, anche produttrice) e scandito attraverso una storia che, secondo i dettami del più puro cinema indipendente, riesce a fondere i più svariati generi senza per questo perdere un briciolo della sua freschezza.

Pubblicato su ScreenWEEK

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