lunedì 27 febbraio 2012

Andante ma non Troppo, la recensione

Regia: Enrico Cerasuolo 
Durata: 1h 58m 
Anno: 2011 

Se da un lato i 150 anni dell’unità d’Italia sono stati accolti con i dovuti festeggiamenti, dall’altro hanno dato luogo ad una serie di analisi riguardanti quello che si è fatto durante questo lungo percorso e quello che, ovviamente, c’è ancora da fare. Per capire l’Italia di oggi è necessario raccontare tutta la sua storia. Consapevole di questo principio il regista Enrico Cerasuolo ha deciso di realizzare una sua personale e, per quanto possibile, imparziale analisi del nostro territorio, dalle origini fino ai giorni nostri. Una gestazione lunga due anni, che ha dato vita a questo Andante ma non Troppo, un percorso che affronta diverse tematiche che, durante questo secolo e mezzo, hanno rappresentato dei veri e propri “leitmotiv nazionali”. 


È cosi dunque che lungo quasi due ore di narrazione si susseguono materiali storici di diversa fattura, presi da lungometraggi, archivi di famiglia, cinegiornali dell’epoca, filmati di propaganda e trasmissioni televisive più o meno note. Quattro capitoli che affrontano alcune fasi determinanti della nostra storia: l’Italia liberale, l’Italia fascista, l’Italia repubblicana e, infine, quella della Seconda Repubblica. Il tutto intervallato dai pareri di alcuni dei più grandi esperti di storia italiana contemporanei, non solo provenienti dal nostro territorio (questo a dimostrazione che, molto spesso, le osservazioni più lucide vengono proprio da chi quella realtà non la vive o non l’ha vissuta). 

Il risultato è un’opera che, sebbene in alcuni punti risulti troppo fredda e didascalica, ci permette sul serio di fare il punto su una questiono che si potrebbe riassumere nelle parole di un motivetto cantato da Giorgio Gaber e che più volte interviene all’interno di quest’opera: “Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono”.

Pubblicato su ScreenWEEK

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