venerdì 15 luglio 2011

Aliens - Scontro finale, la recensione

Regia: James Cameron
Cast: Sigourney Weaver, Carrie Henn, Bill Paxton, Michael Biehn, Paul Reiser, Lance Henriksen, Jenette Goldstein
Durata: 2h 17m
Anno: 1986

Quella di Alien è una saga composta da capitoli che, nonostante non riescano a raggiungere (e non è poi detto che debbano per forza farlo, in fondo) i livelli del primo, diretto da Ridley Scott nel 1979, sono ugualmente degni di nota. Anzi, si può benissimo dire che il loro principale pregio è proprio quello di diversificarsi per atmosfere e tematiche l’uno dall’altro. In alcuni casi si tratta di signori film, come Aliens – Scontro Finale, il secondo per ordine di tempo, diretto nel 1986 da un James Cameron reduce del grande successo di Terminator.


La storia prosegue quella lasciata in sospeso nel precedente lungometraggio. Ripley (Sigourney Weaver) unica superstite dell’equipaggio della nave spaziale Nostromo, vaga nello spazio, ibernata nella capsula del sonno in attesa di soccorsi che, per sua (s)fortuna, arrivano con un bel po’ di ritardo: ben 57 anni. Una volta recuperata e curata, la donna viene processata dalla sua stessa compagnia per presunta insubordinazione. Un’ingiusta punizione visto quello che ha passato, ma ben altre sorprese l’attendono: il pianeta LV426, lo stesso dove, anni prima, lei e il suo equipaggio avevano recuperato la temibile creatura aliena, è stato infatti colonizzato, ma da un po’ di tempo i suoi abitanti non mandano più segnali. A Ripley viene dunque chiesto di accompagnare una squadra di Marines per compiere i dovuti accertamenti. Inizialmente riluttante, la donna accetta, ma quello che troverà sul pianeta andrà oltre ogni immaginazione e scatenerà una vera e propria guerra tra umani e alieni.

A differenza del precedente Alien, che gioca in gran parte sul non visto e sull’atmosfera claustrofobica, Aliens – Scontro Finale è un vero e proprio action movie, teso, serrato, all’interno del quale quasi nulla viene lasciato fuori campo o nascosto nell’ombra, in particolare i temibili alieni del titolo, che per l’occasione si moltiplicano diventando un vero e proprio esercito.
Nelle mani di James Cameron il personaggio di Ripley diventa la protagonista assoluta di un horror bellico all’insegna del “girl power”, che ha il pregio di sviluppare in maniera intelligente alcune delle tematiche presenti nella pellicola originale e di immergerle in un’atmosfera “tamarra”, ma non per questo priva di fascino.

Curioso notare come all’interno di questa storia il regista e sceneggiatore abbia anticipato uno dei temi chiave del suo Terminator 2, proponendoci la figura di un nuovo androide, Bishop (interpretato da Lance Henriksen), che rappresenta la versione buona (e riprogrammata) del precedente Ash (Ian Holm).
Una menzione speciale la meritano ovviamente i magnifici effetti speciali creati dal genio del compianto Stan Winston, in grado sul serio di far impallidire la più moderna grafica digitale.

Pubblicato su ScreenWEEK

1 commento:

Gianmario ha detto...

Prendetemi per matto ma è l'unico film di Cameron che porterei su un'isola deserta dovendone scegliere uno solo!

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