Regia: Guillem Morales
Cast: Belèn Rueda, Lluís Homar, Pablo Derqui, Francesc Orella, Julia Gutiérrez Caba
Durata: 1h 52m
Anno: 2010
Cast: Belèn Rueda, Lluís Homar, Pablo Derqui, Francesc Orella, Julia Gutiérrez Caba
Durata: 1h 52m
Anno: 2010
La vita di Julia (Belén Rueda) viene sconvolta dal suicidio della sorella gemella, trovata impiccata nella sua abitazione. Si tratta di una cosa a cui Julia non può e non vuole credere, anche perché la sorella, che come lei soffriva di una grave malattia degenerativa agli occhi, si era recentemente operata e molto probabilmente avrebbe riacquistato la vista. Deve esserci qualcosa e soprattutto qualcuno dietro questa morte, ma nessuno sembra volerle dare ascolto, tantomeno suo marito Isaac (Lluis Homar). Julia cercherà di scoprire la verità da sola, ma il tempo è veramente poco. Molto presto, infatti, perderà anche lei la vista.
Accompagnato dalla presentazione (con tanto di produzione ovviamente) di Guillermo Del Toro, ecco che nelle nostre sale arriva Con gli occhi dell’assassino, horror/thriller diretto da Guillem Morales, regista sconosciuto in Italia, ma che, grazie al suo precedente lungometraggio, intitolato El habitante incierto, è riuscito ad attirare l’attenzione del pubblico e della critica spagnoli. E guardando questo film si capisce bene il perché di tanta considerazione e anche le motivazioni che hanno spinto Del Toro a promuovere questo cineasta.
La qualità principale di quest’opera risiede infatti nella messa in scena, che manifesta una cura per il dettaglio straordinaria e in grado di creare la giusta atmosfera che, visto il genere di riferimento, non poteva essere lasciata assolutamente da parte. Una cosa che Morales dimostra di conoscere bene. Ogni scelta stilistica infatti, soprattutto nella seconda parte di questa storia, si rivela funzionale a sottolineare la cecità della protagonista. Un espediente che si risolve alla perfezione in un vedo non vedo indubbiamente affascinante e in grado di trascinare lo spettatore attraverso un abisso che definire claustrofobico sarebbe riduttivo.
Per quanto riguarda il resto, ci troviamo di fronte ad una pellicola che strizza l’occhio al cinema di genere (di stampo italiano, ma non solo, si veda ad esempio The Eye) e che, proprio per questo, soffre di una carenza di originalità che non si può facilmente perdonare, soprattutto considerando il fatto che ci troviamo dalle parti del giallo. La storia, dal canto suo, risente di continui sbilanciamenti, che la conducono lungo un percorso che alterna momenti di indubbia originalità a facilonerie narrative difficili da ignorare.
Insomma, niente di nuovo sotto il sole (metaforico in questo caso). Chi ha un po’ di dimestichezza con il genere potrà facilmente stupire il proprio vicino di poltrona, anticipando più di un colpo di scena. Ma dal punto di vista registico questo film merita (più di) una visione. Quello di Guillem Morales è un nome che va tenuto sicuramente d’occhio. Speriamo solo che, come ormai di consuetudine, l’avida Hollywood non si accorga anche di lui, finendo per affidargli sterili blockbuster. O peggio ancora remake.
Accompagnato dalla presentazione (con tanto di produzione ovviamente) di Guillermo Del Toro, ecco che nelle nostre sale arriva Con gli occhi dell’assassino, horror/thriller diretto da Guillem Morales, regista sconosciuto in Italia, ma che, grazie al suo precedente lungometraggio, intitolato El habitante incierto, è riuscito ad attirare l’attenzione del pubblico e della critica spagnoli. E guardando questo film si capisce bene il perché di tanta considerazione e anche le motivazioni che hanno spinto Del Toro a promuovere questo cineasta.
La qualità principale di quest’opera risiede infatti nella messa in scena, che manifesta una cura per il dettaglio straordinaria e in grado di creare la giusta atmosfera che, visto il genere di riferimento, non poteva essere lasciata assolutamente da parte. Una cosa che Morales dimostra di conoscere bene. Ogni scelta stilistica infatti, soprattutto nella seconda parte di questa storia, si rivela funzionale a sottolineare la cecità della protagonista. Un espediente che si risolve alla perfezione in un vedo non vedo indubbiamente affascinante e in grado di trascinare lo spettatore attraverso un abisso che definire claustrofobico sarebbe riduttivo.
Per quanto riguarda il resto, ci troviamo di fronte ad una pellicola che strizza l’occhio al cinema di genere (di stampo italiano, ma non solo, si veda ad esempio The Eye) e che, proprio per questo, soffre di una carenza di originalità che non si può facilmente perdonare, soprattutto considerando il fatto che ci troviamo dalle parti del giallo. La storia, dal canto suo, risente di continui sbilanciamenti, che la conducono lungo un percorso che alterna momenti di indubbia originalità a facilonerie narrative difficili da ignorare.
Insomma, niente di nuovo sotto il sole (metaforico in questo caso). Chi ha un po’ di dimestichezza con il genere potrà facilmente stupire il proprio vicino di poltrona, anticipando più di un colpo di scena. Ma dal punto di vista registico questo film merita (più di) una visione. Quello di Guillem Morales è un nome che va tenuto sicuramente d’occhio. Speriamo solo che, come ormai di consuetudine, l’avida Hollywood non si accorga anche di lui, finendo per affidargli sterili blockbuster. O peggio ancora remake.
Pubblicato su ScreeWEEK
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