sabato 23 aprile 2011

Valentina Postika in attesa di partire

Regia: Caterina Carone
Durata: 1h 13m
Anno: 2009

C’è così tanto cinema nell’opera diretta da Caterina Carone, da far pensare che non si tratti di un “semplice” documentario, ma di un vero e proprio lungometraggio di finzione, magari di quelli che vengono presentati nei grandi festival di cinema indipendente internazionali. Con questo non si vuole ovviamente sottolinearne un difetto, ma, anzi, evidenziare quello che forse è uno dei più grandi pregi di questo film, che riesce a raccontare quelle che, a conti fatti, sono due storie semplici, immergendole in un’atmosfera sospesa che sembra provenire dalla penna di uno sceneggiatore al massimo della sua ispirazione.

Valentina Postika in attesa di partire racconta la storia di Carlo, un ottantenne con un grande passato alle spalle: marito, padre di famiglia, partigiano e dirigente del Partito Comunista durante gli anni ’50. Con lui vive Valentina, una badante moldava che, come dice il titolo, è in attesa di partire, di raccogliere il denaro sufficiente per tornare dalla sua famiglia, dai suoi figli, che ha lasciato in patria. La loro vita scorre così, tra i ricordi di Carlo – impressi indelebilmente sui numerosi filmini che ha fatto durante la sua lunga esistenza – e il presente di Valentina, che continua ad aspettare. Ed è sicuramente l’attesa uno dei motivi portanti di questo lungometraggio, vista in maniera differente da entrambi i protagonisti, ma ugualmente sentita.

Quella orchestrata da Caterina Carone è un’opera che, nonostante il tema potesse offrire più di un facile spunto, non si limita a sfiorare la superficie delle cose fornendoci la fredda analisi di un argomento particolarmente attuale come l’immigrazione. Valentina Postika in attesa di partire è un film molto più profondo di quello che può sembrare, a tal punto che si potrebbe definire un documentario sulla vita stessa, sulla sua imprevedibilità, su quelle vie che ci fa percorrere ogni giorno e che porta esistenze apparentemente lontane ad incontrarsi.

Ed è proprio qui che risiede quel cinema a cui si è fatto riferimento in precedenza e che tanto ricorda il migliore cinema indipendente (quello che per intenderci si cura delle piccole cose, rendendole allo stesso tempo particolarmente importanti). Ogni momento di questo film, anche il più insignificante, è in grado di offrire più di uno spunto di riflessione. E questa non è sicuramente una cosa da tutti.

Pubblicato su ScreenWEEK

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