Cast: Minka Kelly, Cam Joslin Gigandet, Leighton Meester, Billy George Zane, Matt Lanter, Danneel Harris, Alyson Renae Michalka, Frances Fisher, Katerina Graham
Durata: 1h 31m
Anno: 2011
Arrivata al college, la giovane Sarah (Minka kelly) si ritrova come compagna di stanza Rebecca (Leighton Meester), una ragazza innocua – almeno così sembra – e con il pallino dell’arte. Tra le due nasce subito un buon feeling, ma quello che dovrebbe essere un semplice rapporto tra coinquilini è destinato a trasformarsi nel peggiore degli incubi. Rebecca infatti soffre di un disturbo della personalità, che la spinge ad avere una vera e propria ossessione nei confronti di Sarah, a tal punto da perseguitare lei e chi le sta accanto.
Durata: 1h 31m
Anno: 2011
Arrivata al college, la giovane Sarah (Minka kelly) si ritrova come compagna di stanza Rebecca (Leighton Meester), una ragazza innocua – almeno così sembra – e con il pallino dell’arte. Tra le due nasce subito un buon feeling, ma quello che dovrebbe essere un semplice rapporto tra coinquilini è destinato a trasformarsi nel peggiore degli incubi. Rebecca infatti soffre di un disturbo della personalità, che la spinge ad avere una vera e propria ossessione nei confronti di Sarah, a tal punto da perseguitare lei e chi le sta accanto.
C’è poco da dire a proposito di questo The Roommate, primo lungometraggio del danese Christian E. Christiansen. Si tratta di un prodotto destinato ad un pubblico ben preciso – cresciuto a pane e O.C. e desideroso di vivere un’avventura dove i brividi sono svenduti un tanto al chilo – e come tale rispetta alcuni punti che possiamo benissimo definire sacrosanti: un’ambientazione scolastica, all’interno della quale anche il più sfigato della classe è vestito alla moda e tirato a lucido come se fosse un modello; una serie di volti più o meno noti, provenienti più che altro dalla televisione e nati rigorosamente dopo gli anni ’80; una sceneggiatura che copia da più parti, ma che ciononostante non riesce a mantenere alto il livello di attenzione, questo perché non ha neanche il coraggio di premere l’acceleratore su quelle caratteristiche che potrebbero perlomeno rendere questa pellicola un mediocre prodotto di genere, come il sesso e la violenza.
Il risultato è uno dei thriller più politically correct comparsi sul grande schermo negli ultimi anni, dove non si versa una goccia di sangue, qualsiasi momento di passione viene lasciato fuori campo e gli unici brividi garantiti sono quelli provocati dagli improvvisi sbalzi di volume (che oltretutto si riducono a un paio). Davvero molto poco se si considerano gli incassi che il film ha ottenuto in patria.
Ma d’altronde non c’è da stupirsi di un tale successo. Di fronte ai bei visini di una qualsiasi Leighton Meester e Minka kelly possono fare ben poco perfino i più sanguinati Michael Myers o Leatherface. Questo è l’universo dei “teen horror”. Rabbrividiamo.
Pubblicato su ScreenWEEK
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