Ci voleva Johnny Depp per riportare in auge il vecchio e glorioso cinema piratesco? La risposta è una sola: Sì. Con il suo Capitano Jack Sparrow quest’attore è riuscito ad imporsi all’attenzione di tutto il mondo, guadagnandosi la simpatia dei più piccoli, incantati da questo personaggio stralunato e sopra le righe, e di quella generazione cresciuta con le avventure di una schiera di eroi capeggiati dal mitico Errol Flynn.
La Maledizione della Prima Luna fa il suo ingresso nelle sale di tutto il mondo nel 2003, diretto da un regista come Gore Verbinski – che si era imposto all’attenzione del pubblico con l’horror The Ring – e accompagnata da due nomi in grado di rappresentare un vero e proprio marchio di fabbrica: quello di casa Disney e quello del produttore Jerry Bruckheimer. Una cosa che, ammettiamolo pure, aveva fatto storcere il naso a un bel gruppo di persone, convinte di trovarsi di fronte all’ennesimo polpettone blockbuster destinato a finire presto nel dimenticatoio. Un parere affrettato e decisamente sbagliato e ci sono ben tre sequel a testimoniarlo.
Il motivo di questo successo? Prima di tutto una storia che, pur essendo di stampo sfacciatamente disneyano, è riuscita a portare una ventata d’aria nuova all’interno di un cinema che troppo spesso vive adagiandosi sui soliti luoghi comuni. Una fiaba più classica che mai e allo stesso tempo in grado di toccare tematiche tipiche del più puro cinema horror/gotico, piena di personaggi in grado di risultare adorabili al primo sguardo, andando oltre la consueta distinzione buono/cattivo (anche perché non esistono all’interno di questa storia figure totalmente malvagie).
Mattatore assoluto della pellicola è ovviamente Johnny Depp, visibilmente divertito e visivamente divertente: stralunato, quasi fosse preda di un’ebbrezza eterna; continuamente in bilico tra spirito queer e piglio da rock star (uno nome a caso? Keith Richards). Con il suo Jack Sparrow è riuscito a donarci quella che forse rimarrà la sua migliore interpretazione. La più famosa sicuramente. Vedere per credere.
La Maledizione della Prima Luna fa il suo ingresso nelle sale di tutto il mondo nel 2003, diretto da un regista come Gore Verbinski – che si era imposto all’attenzione del pubblico con l’horror The Ring – e accompagnata da due nomi in grado di rappresentare un vero e proprio marchio di fabbrica: quello di casa Disney e quello del produttore Jerry Bruckheimer. Una cosa che, ammettiamolo pure, aveva fatto storcere il naso a un bel gruppo di persone, convinte di trovarsi di fronte all’ennesimo polpettone blockbuster destinato a finire presto nel dimenticatoio. Un parere affrettato e decisamente sbagliato e ci sono ben tre sequel a testimoniarlo.
Il motivo di questo successo? Prima di tutto una storia che, pur essendo di stampo sfacciatamente disneyano, è riuscita a portare una ventata d’aria nuova all’interno di un cinema che troppo spesso vive adagiandosi sui soliti luoghi comuni. Una fiaba più classica che mai e allo stesso tempo in grado di toccare tematiche tipiche del più puro cinema horror/gotico, piena di personaggi in grado di risultare adorabili al primo sguardo, andando oltre la consueta distinzione buono/cattivo (anche perché non esistono all’interno di questa storia figure totalmente malvagie).
Mattatore assoluto della pellicola è ovviamente Johnny Depp, visibilmente divertito e visivamente divertente: stralunato, quasi fosse preda di un’ebbrezza eterna; continuamente in bilico tra spirito queer e piglio da rock star (uno nome a caso? Keith Richards). Con il suo Jack Sparrow è riuscito a donarci quella che forse rimarrà la sua migliore interpretazione. La più famosa sicuramente. Vedere per credere.
Pubblicato su ScreenWEEK
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