sabato 25 settembre 2010

My Son My Son What Have Ye Done

My Son My Son What Have Ye Done (2009, regia Werner Herzog)



Ispirato ad un evento realmente accaduto, il film racconta la storia di un giovane ragazzo (Michael Shannon) che, ispirandosi all’Elettra di Sofocle, uccide la madre con una spada, barricandosi in casa con degli ostaggi. Fuori la polizia cerca di capire il perché di questo folle gesto, interrogando le persone più vicine all’assassino.

Werner Herzog e David Lynch. Due nomi che da soli rappresentano un biglietto da visita niente male, che inevitabilmente catalizza l’attenzione comportando aspettative fuori dal comune. La curiosità di vedere il primo prodotto di questa coppia, che si è unita con l’intento di “raccontare grandi storie, ma con budget ridotti e senza le star da venti milioni di dollari”, era tanta e bisogna dire che come esordio non possiamo assolutamente lamentarci.
My Son, My Son, What Have Ye Done è un poliziesco intimista e profondamente disturbante, che scava dentro la psiche umana con una delicatezza tale che è impossibile rimanerne indifferenti. Gli intenti di Herzog, “realizzare un film dell’orrore senza il sangue, le seghe elettriche e le scene cruente, ma con una strana paura anonima che striscia piano sotto la pelle”, hanno dato vita ad un’opera che, ripercorrendo inevitabilmente gran parte delle ossessioni “lynchane”, riesce a trattare tematiche come lo straniamento o la “semplice” follia inserendole nella quotidianità.

Ed è forse questa la cosa che più turba di questo titolo, il fatto che la storia sia avvolta da un’aura di calma apparente, quasi fosse perennemente sul baratro, pronta ad esplodere da un momento all’altro. I silenzi, le pause innaturali, i numerosi intermezzi onirici, sono tutti dosati ad arte per guidare lo spettatore all’interno di una storia che, pur separando la follia (il mondo dentro la casa) dalla razionalità (quella fuori), non concede vere e proprie distinzioni.
Sicuramente si tratta di un’opera complessa, ben sorretta da un cast fortemente ispirato, tra cui spicca una bravissima Grace Zabriskie, che nei panni di una madre castrante e allo stesso tempo bisognosa di cure riesce a superare le turbe del figlio “bamboccione”, diventando a tutti gli effetti la figura più inquietante della pellicola.

Pubblicato su ScreenWEEK

1 commento:

Pickpocket83 ha detto...

Molto felice di leggere apprezzamento e (per me sacrosanto) entusiasmo per questo film.

Fai il tuo dovere anche sulla Connection. :)

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