Dopo aver messo seriamente a rischio la sua salute con una dieta a base di Big Mac e altre “prelibatezze” da fast food, Morgan Spurlock torna all’azione, deciso questa volta a smascherare un altro nemico degli americani, questa volta ben più pericoloso e temibile: Osama Bin Laden.
A spingerlo in questa rischiosa ricerca è l’imminente paternità e la paura che la sua creatura sia costretta a vivere in un mondo dominato dal terrore e dalla violenza. Ecco dunque che quella nata come l’ora del dilettante (nel senso che il regista non ha certo l’esperienza necessaria per fronteggiare quello che viene considerato il più grande nemico mondiale) diventa una vera e propria missione, scandita attraverso tappe ben precise, che riproducono i livelli di un videogame.
Ed è proprio come un grande gioco che bisogna intendere questa pellicola. Spurlock non possiede il sarcasmo e la faccia tosta di Michael Moore – con cui il paragone è d’obbligo – e più che ad un’inchiesta ci troviamo di fronte ad un percorso, il cui unico scopo è cercare il male radicato nelle nostre culture, per vedere se è compensato da una componente benigna.
Bin Laden ovviamente non viene trovato, ma lungo questo viaggio attraverso Egitto, Israele, Giordania, Marocco, Afghanistan, Arabia Saudita e Pakistan quello che emerge è la vicinanza di chi si trova coinvolto suo malgrado in avvenimenti di cui farebbe volentieri a meno.
Ci voleva questo film per dirci che non tutti i mediorientali hanno l’hobby del terrorismo? Ovviamente no, ogni famiglia ha le sue pecore nere e i suoi agnelli, ma di certo non fa male ricordarcelo una volta in più.
Da questo punto di vista Che fine ha fatto Osama Bin Laden? non lascerà di certo un solco indelebile nella storia dei documentari, ma ha il pregio di regalare un’ora e mezza di svago misto a riflessione, che culmina in un prevedibile ma incisivo “volemose bene”. Sicuramente molto più di quello che sono riuscite a fare la maggior parte delle recenti uscite cinematografiche.
A spingerlo in questa rischiosa ricerca è l’imminente paternità e la paura che la sua creatura sia costretta a vivere in un mondo dominato dal terrore e dalla violenza. Ecco dunque che quella nata come l’ora del dilettante (nel senso che il regista non ha certo l’esperienza necessaria per fronteggiare quello che viene considerato il più grande nemico mondiale) diventa una vera e propria missione, scandita attraverso tappe ben precise, che riproducono i livelli di un videogame.
Ed è proprio come un grande gioco che bisogna intendere questa pellicola. Spurlock non possiede il sarcasmo e la faccia tosta di Michael Moore – con cui il paragone è d’obbligo – e più che ad un’inchiesta ci troviamo di fronte ad un percorso, il cui unico scopo è cercare il male radicato nelle nostre culture, per vedere se è compensato da una componente benigna.
Bin Laden ovviamente non viene trovato, ma lungo questo viaggio attraverso Egitto, Israele, Giordania, Marocco, Afghanistan, Arabia Saudita e Pakistan quello che emerge è la vicinanza di chi si trova coinvolto suo malgrado in avvenimenti di cui farebbe volentieri a meno.
Ci voleva questo film per dirci che non tutti i mediorientali hanno l’hobby del terrorismo? Ovviamente no, ogni famiglia ha le sue pecore nere e i suoi agnelli, ma di certo non fa male ricordarcelo una volta in più.
Da questo punto di vista Che fine ha fatto Osama Bin Laden? non lascerà di certo un solco indelebile nella storia dei documentari, ma ha il pregio di regalare un’ora e mezza di svago misto a riflessione, che culmina in un prevedibile ma incisivo “volemose bene”. Sicuramente molto più di quello che sono riuscite a fare la maggior parte delle recenti uscite cinematografiche.
Pubblicato su ScreenWEEK
5 commenti:
E poi, diciamolo, non è che stiano uscendo chissà quali film. Questo me lo vedo sicuro stasera o domani.
Ale55andra
Ciao, abbiamo segnalato il tuo blog per il premio Dardos su Acquitrini Cinematografici!
leggi qui per saperne di più
http://dylandave.wordpress.com/2010/07/09/premio-dardos/
un saluto
Dylandave, amministratore di Acquitrini Cinematografici
Ciao!
Anche io ho segnalato il tuo blog per il premio Dardos!
http://eyeswideciak.blogspot.com/2010/07/momento-di-vero-godimento-n-44-premio.html
Un saluto!
anche io ti ho premiato... a Velentì... me li stai a brucià tutti :-)
Sei stato nominato anche su Cinedrome. Un plebiscito meritato. :)
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