martedì 24 novembre 2009

Il mondo dei Replicanti

Il mondo dei Replicanti (2009, regia Jonathan Mostow)



Ispirato all’omonimo comic book scritto da Robert Venditti e disegnato da Brett Weldele, il film ci parla di un futuro non troppo lontano, all’interno del quale gli uomini vivono chiusi dentro le loro abitazioni, affidano il compito di interagire con il mondo esterno ad unità robotiche, cosiddetti Surrogati. In questo modo ognuno ha la possibilità di essere ciò che vuole, vivendo un’esistenza concreta e fittizia allo stesso tempo. Le cose cambiano quando una serie di misteriosi omicidi mettono in discussione la sicurezza di questa tecnologia. All’Agente Greer (Bruce Willis), affiancato dall’Agente Peters (Radha Mitchell), viene affidato il compito di indagare.

C’è un che di morboso in Surrogates, ultima fatica di Jonathan Mostow (il nome dietro Terminator 3, il che non è una buona presentazione). Forse perché la fantascienza che descrive non è poi così lontana dal nostro modo di pensare, dominato da un’esteriorità da sbandierare con ogni mezzo e ad ogni costo. Questo mondo dei replicanti altro non è che un’estrema Second Life, all’interno della quale ognuno è ciò che vuole senza la mediazione di uno schermo da PC. Non si parla di replicanti (nel senso “Scottiano” del termine), cloni, o realtà virtuali, ma di un’esasperazione dei nostri desideri. Una cosa che fa paura, perché a conti fatti si potrebbe dire che poco ci manca. In fondo farebbe comodo a tutti poter vivere un’esistenza da sogno, senza il timore di poter un giorno perdere ogni cosa.

Cos’è allora che non funziona? Il fatto che fondamentalmente tutto è trattato in maniera superficiale. Intendiamoci, Il mondo dei Replicanti non si può certo definire un brutto film. In linea di massima si potrebbe dire che agisce riflettendo il vuoto del mondo che descrive, avvalendosi di un’estetica patinata e limitandosi ad abbozzare una trama ben più profonda. Ma la realtà è che si sarebbe potuto fare molto di più, viste le potenzialità. Ci sono ottime scene d’azione, effetti speciali all’avanguardia, ma la storia perde di mordente in troppi punti. E quando una pellicola della durata di un’ora e venti riesce ad annoiare, anche solo per qualche momento, c’è decisamente qualcosa che non va.

Pubblicato su ScreenWEEK

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ma Bruce Willis per tutto il film c'ha quel parrucchino che vedo in questa foto!?!?!?

Ale55andra

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