Ci sono persone che trovano il Tartufo particolarmente prelibato.
Altra gente lo mangia per altri motivi, il più delle volte legati allo status simbol che tale alimento rappresenta.
Una questione economica, che risponde a due principi fondamentali.
Il primo dice che il Tartufo è buono perché costa molto. Il secondo l’esatto contrario, cioè che il Tartufo costa molto proprio perché squisito.
Giustificazioni che si danno più che altro per avere la coscienza a posto.
Regola che, opportunamente modificata, può essere benissimo applicata al cinema.
Quante volte infatti si tende a classificare un film come bello solo perché particolarmente strano?
Anche in questo caso vale l’esatto contrario. Moltissime volte si tende ad identificare l’eccentricità di una pellicola come bellezza, senza fermarsi a riflettere su ciò che si è visto.
Spesso si rischia di sopravvalutare opere che ad un’analisi più attenta a malapena rasenterebbero la soglia della sufficienza.
In altri casi il giudizio riamane sospeso, perennemente in bilico tra sicurezza (non solo positiva) e incertezza.
Personalmente è la sensazione che preferisco.
Quando un film riesce a lasciare un dubbio, specie se indefinito, vuol dire che nel bene o nel mane è riuscito a smuovere qualcosa dentro di noi.
Non è forse questa l’essenza della Settima Arte?
Southland Tales per esempio è un film con tutte le carte in regola per diventare un piccolo cult, un midnight movie forse anche più del precedente Donnie Darko (se non altro per merito).
Principalmente perché è un'opera non del tutto riuscita (come la maggior parte dei cult movie), ma anche perché ha la capacità di fondere passato e presente in un vortice Kitsch di sicuro impatto.
Merito anche (e soprattutto) dell’estetica di Richard Kelly, che unisce l’onirico di David lynch alla rappresentazione “videoclippara” di Tony Scott, e che fonde la carica grottesca dei Coen allo spirito Cool di Quentin Tarantino.
Qual è il risultato?
Una delle riflessioni più reali e concrete sul ventunesimo secolo, guidata da un cast di vecchie glorie e discutibili promesse.
Un collage di citazioni più o meno riuscite e lampi di genio, che trova ragione d’essere proprio nella sua frammentarietà.
Il dubbio rimane, più che altro legato alla genuinità di tale caos.
Ma è proprio questo il bello, no?
Altra gente lo mangia per altri motivi, il più delle volte legati allo status simbol che tale alimento rappresenta.
Una questione economica, che risponde a due principi fondamentali.
Il primo dice che il Tartufo è buono perché costa molto. Il secondo l’esatto contrario, cioè che il Tartufo costa molto proprio perché squisito.
Giustificazioni che si danno più che altro per avere la coscienza a posto.
Regola che, opportunamente modificata, può essere benissimo applicata al cinema.
Quante volte infatti si tende a classificare un film come bello solo perché particolarmente strano?
Anche in questo caso vale l’esatto contrario. Moltissime volte si tende ad identificare l’eccentricità di una pellicola come bellezza, senza fermarsi a riflettere su ciò che si è visto.
Spesso si rischia di sopravvalutare opere che ad un’analisi più attenta a malapena rasenterebbero la soglia della sufficienza.
In altri casi il giudizio riamane sospeso, perennemente in bilico tra sicurezza (non solo positiva) e incertezza.
Personalmente è la sensazione che preferisco.
Quando un film riesce a lasciare un dubbio, specie se indefinito, vuol dire che nel bene o nel mane è riuscito a smuovere qualcosa dentro di noi.
Non è forse questa l’essenza della Settima Arte?
Southland Tales per esempio è un film con tutte le carte in regola per diventare un piccolo cult, un midnight movie forse anche più del precedente Donnie Darko (se non altro per merito).
Principalmente perché è un'opera non del tutto riuscita (come la maggior parte dei cult movie), ma anche perché ha la capacità di fondere passato e presente in un vortice Kitsch di sicuro impatto.
Merito anche (e soprattutto) dell’estetica di Richard Kelly, che unisce l’onirico di David lynch alla rappresentazione “videoclippara” di Tony Scott, e che fonde la carica grottesca dei Coen allo spirito Cool di Quentin Tarantino.
Qual è il risultato?
Una delle riflessioni più reali e concrete sul ventunesimo secolo, guidata da un cast di vecchie glorie e discutibili promesse.
Un collage di citazioni più o meno riuscite e lampi di genio, che trova ragione d’essere proprio nella sua frammentarietà.
Il dubbio rimane, più che altro legato alla genuinità di tale caos.
Ma è proprio questo il bello, no?
9 commenti:
Pero' Richard Kelly stesso pochi mesi dopo ha ammesso "Ok, scusatemi, fa cagare"... i lampi di genio ci sono, ma le cose malriuscite sono un po' troppe a mio - e pure suo - avviso. Mah :P
E ci tengo a precisare che a me donnie darko ha fatto cagare!
Già mi immagino un'ideale discussione...io che gli difendo il film e lui ad elencarmi tutti i suoi difetti...:)
Metti che si è fatto influenzare da tutte quelle critiche, povero richardino...io dico che tra tipo dieci anni sarà rivalutato.
Non sarebbe la prima volta del resto...
A me Donnie Darko è piaciuto molto, pur non reputandolo questo grande capolavoro che decantano ovunque. Su questo ho i miei timori, ma lo recupererò sicuramente.
Ale55andra
Mi sa che è la prima volta che leggo bene del film di Kelly - pur con riserve che comunque alimentano il giudizio positivo di midnight movie. Devo dire che vari pareri negativi mi han fatto passare la voglia di vederlo anche perchè confesso di non essere neanche un Donnie-addicted.
guarda giuro che ne sto scrivendo una recensione proprio in questi giorni...non dico niente..ripasserò...
@ noodles: che lui non conosce il mio blog...sai la gioia? :)
@ deneil: al meno tu, ti prego...;)
Mi piacerebbe recuperare questo film: la curisità è davvero tanta! Ciao, Ale
Esprimi bene la sensazione che suscita questo film: Kelly, genio o ciarlatano?
Ho dovuto rivedermelo il giorno dopo e devo ammettere che ci sono cose davvero ottime e se i risultati non sempre sono al livello delle ambizioni ci troviamo comunque di fronte a un'opera che si stacca con coraggio dal conformismo e dalla mediocrità dilagante.
In ogni caso un film che non lascia indifferenti non trovi?
...io lo trovo veramente una figata...ok, a tratti troppo pretenzioso e difficile da seguire ( anche io ho dovuto riguardarlo piu volte), xò lascia diversi spunti x la riflessione, unisce meccanica quantistica, energie alternative, politica del controllo d massa, cospirazioni e movimenti rivoluzionari...e in più offre dialoghi apparentemente banali, ma a mio avviso molto ricercati...boh...a me piace, anche a mio avviso verra rivalutato...
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