venerdì 17 aprile 2009

Che – L’Argentino

Che – L’Argentino (2008, regia Steven Soderbergh)



Una patata più che bollente quella capitata nelle mani di Steven Soderbergh.
Realizzare un biopic su una delle personalità più controverse e pop – nel senso più artistico del termine – del ventesimo secolo.
Ernesto "Che" Guevara, un volto conosciuto da tutti (questo grazie ad Alberto Korda), associato ad una figura paradossalmente oscura alla maggior parte delle persone.
Un’idea maturata diversi anni fa e che, dopo parecchie tribolazioni e una tappa al Festival di Cannes, è giunta finalmente nelle nostre sale.

Questo Che – Part. 1, primo segmento di un dittico ispirato alla vita del medico Argentino che, insieme ad un giovane avvocato di nome Fidel Castro, ha guidato una rivoluzione finalizzata a rovesciare la dittatura nel territorio Cubano, non parte certo nel migliore dei modi.
Comincia e finisce in maniera circolare, con una cena all’interno della quale vengono decise le sorti di una nazione.
Si evolve attraverso due registri narrativi e temporali, che alternano il glamour monocromatico di un’intervista ai colori della cronaca di un successo ottenuto con fatica e spargimento di sangue (in nome della patria).

Da più parti si è detto che questo Che è unico proprio perché diretto da Soderbergh, e che nessun altro avrebbe potuto realizzarlo così.
Cosa vera, ma non per forza (soprattutto non del tutto) positiva.
La verità è che questo film sembra trovare nell’asettica rappresentazione degli eventi una facile via di fuga da ogni possibile scabrosità.
La cosa da un certo punto di vista funziona, principalmente perché agisce umanizzando il suo protagonista e depurandolo da quell’operazione di guerrilla (termine più che azzeccato, visto il caso) marketing che nel corso degli anni era riuscita a farlo diventare una figura astratta e priva di personalità.
Ma allo stesso tempo crea un deficit di pathos difficile da colmare, che investe buona parte della pellicola.
Una lacuna che sembra scomparire del tutto nell’ultimo segmento della storia (il più bello e coinvolgente) e che aumenta le aspettative nei confronti del secondo capitolo, preceduto purtroppo da una prima parte promossa ma con parecchie riserve.
Benicio Del Toro, anche produttore, è comunque strepitoso.

Peccato per il doppiaggio.
Mai come in questo caso si è rischiato di penalizzare fortemente l’essenza di un’opera.

Pubblicato su Livecity.it

9 commenti:

Lessio ha detto...

piaciuto! d'accordissimo con te sul doppiaggio, il benicio in spagnolo era un'altra cosa sicuramente



thanks per aver appoggiato la candidatura ;)

Riccardo ha detto...

"Ma allo stesso tempo crea un deficit di pathos difficile da colmare, che investe buona parte della pellicola."

d'accordissimo con te. la prima parte del film è molto lenta, forse per far respirare l'aria del viaggio nella giungla cubana.
l'impianto documentaristico è un ottimo espediente narrativo per creare un distacco tra il protagonista e lo spettatore, così da poter rimanere distante il ruolo che deve svolgere il Benicio Del Toro, ossia spiegare la storia.

lo reputo un ottimo film Storico, finalmente privato di ogni influenza romanzesca o sentimentalista.. delineando un personaggio che però non mi ha molto convinto (poco carismatico), se non durante i flash "forward" nel 1964..

Noodles ha detto...

"Peccato per il doppiaggio.
Mai come in questo caso si è rischiato di penalizzare fortemente l’essenza di un’opera."

Verissimo. Ci pensavo ancora prima di entrare in sala e me ne son convinto mentre guardavo il film. Anche nell'immaginario comune questi sono personaggi che ricordiamo anche telegenicamente, le loro voci, la loro Lingua ha un peso non indifferente, anche nell'economia della storia raccontata da Soderbergh: tutta la sezione americana, con il doppio regstro linguistico. Spagnolo e inglese sono anche due modi di vedere il mondo del tutto diversi.

Anonimo ha detto...

Non lo so... già prima ero piuttosto perplesso...
Ora credo che l'aspetterò in dvd...

Pickpocket83 ha detto...

Mmm... mi sa che anche io aspetto il dvd. Mi vedrò insieme prima e seconda parte, direttamente in lingua originale con sottotitoli.

Un saluto :)

FiliÞþØ ha detto...

@ lessio: ci mancherebbe altro, come ho già detto si tratta di una candidatura meritatissima! ;)

@ riccardo: speriamo che la seconda parte sia più coinvolgente.

@ noodles: oltretutto ci sono alcuni punti, specialmente quando intervengono i traduttori, in cui il doppiaggio rende il film confuso.

@ mr. hamlin: io però faccio parte di una minoranza. Il film ha ricevuto molte critiche positive.

@ pickpocket 83: sinceramente penso sia la scelta migliore.

Deneil ha detto...

i diari della motocicletta sulle prime avventure giovanili del che mi era sembrato tutto il contrario di quello che dici essere questo nuovo Che..pieno di emozioni e pathos e con un ottimo Gabriel Garcia Bernal...qui l'unica cosa che può portarmi a vederlo è Benicio...Soderbergh sinceramente mi fa cascare i maroni...

FiliÞþØ ha detto...

I diari della mototcicletta non l'ho ancora visto.
A me Soderbergh non dispiace, anche se preferisco le produzioni più commerciali (secondo me Oceans Eleven è un grande film).
Cmq questo mi ha fatto cascare i maroni...

Vision ha detto...

Benicio Del Toro è incredibilmente troppo perfetto. Ma il doppiaggio italiano lo fa sembrare incerto nei dialoghi.

comunque il film resta da vedere, possibilmente in spagnolo

ciao, a presto

e viva il Che!!!!!!!

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