martedì 3 marzo 2009

The Reader

The Reader – A voce alta (2008, regia Stephen Daldry)



L’educazione sentimentale del fanciullo Michael è avvenuta con modalità singolari, degne dei più incantevoli romanzi d’appendice.
Tutto è cominciato con un giorno di pioggia (lontano da canzoncine adolescenziali) ed è proseguito con il fortuito incontro con una signora che, apparentemente senza motivo se non quello legato all’istinto sessuale, ha deciso di sedurlo trasformandolo da adolescente a uomo nel giro di pochi minuti.
Succede che quello nato come prurito con il passare del tempo assume le sembianze di un amore scandito da rituali ben precisi. Prima di ogni rapporto lo studente Michael deve leggere ad Hanna (questo il nome della signora) alcuni passi di un libro.
Ma, come è risaputo, gli amori estivi hanno il difetto (o il pregio) di estinguersi al primo freddo. Così è anche per Michael e Hanna.
Una separazione destinata a durare solo una manciata di anni e che “riunirà” i due in maniera ancor più singolare.
Uno spettatore, l’altra imputata di un processo per crimini orribili.

C’è chi dice che le uniche cose che contano in un film, e che ne pregiudicano l’intero risultato finale, siano l’incipit e la conclusione.
Certe volte basta solo il finale a influire sull’intera composizione.
The Reader è un film che, almeno per il sottoscritto, non parte nei migliori dei modi.
Presenta la seduzione nel giro di pochi minuti, limitandosi ad una rappresenta erotica che si tiene ben alla larga da ogni forma di sensualità, risultando sterile e stilizzata.
Ma quello che manca in partenza lo recupera piano piano, riuscendo a delineare un amore che, almeno all’apice, riesce a coinvolgere.
Rimane sempre però un film riuscito solo in parte, affidato alla fisicità di una Kate Winslet (premiata con l’Oscar) che intriga più che altro per l’immoralità del suo ruolo, perennemente in bilico tra follia, incoscienza e amore.
Cosa che sembra volerci ricordare quanto ogni mostro, persino il più crudele, sia tale solo per le sue vittime.
Un messaggio che si potrebbe addirittura definire fondamentale all’interno di un ambiente, quello del cinema, così abituato a tracciare nette distinzioni tra buoni e cattivi, ma che risente purtroppo della sua incompiutezza.
Come una storia letta senza alcuna passione.

Pubblicato su Superga Cinema

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Ti dirò, anche io sono rimasta leggermente delusa più che altro perchè non riesco a rapportarmi eticamente con la pellicola, non riesco a pervenire ad un giudizio etico ben definito. Per il resto a me la pellicola è piaciuta, sia tecnicamente che per alcuni spunti di riflessione. Per dire: ottima recitazione, bella fotografia, musica misurata e azzeccata ed elegante regia. Inoltre ho apprezzato le tre grandi riflessioni che porta con sè, o perlomeno quelle che ho colto io: il tema dell'iniziazione sessuale (che comprende anche l'importanza e l'amore della e per la lettura); il senso di colpa di un'intera generazione (quella post-nazista) che porta addosso il peso enorme dell'Olocausto (la parte col professore e con il collega universitario indignato); la forza prorompente di un atto così drastico nella propria vita che può portare ad una totale incapacità di rapportarsi col prossimo, in questo caso le donne (ex moglie, figlia, amanti, ecc...).
Ale55andra

Noodles ha detto...

secondo me però il fatto che la passione non sia stata esplosiva, che la si sia tenuta un po' sotto controllo, a rischio di freddezza, è uno degli elementi a favore del film. Temevo invece di ritrovarmi in uno d quei filmetti pruriginosi, che calcano la mano sul lato morboso del sesso. Qui invece la questione dell'età, della seduzione di un minore è saltata a pié pari e vista nell'ottica del ragazzo, senza alcuna posticcia pruderie moralista.

FiliÞþØ ha detto...

@ ale55andra: la seconda parte del film è stata quella che mi ha più convinto (forse anche per la presenza di Bruno Ganz). Poi, a dirla proprio tutta, non ho trovato la Winslet così fenomenale. A questo punto sono curioso di vedere revolutionary Road, visto che mi hanno detto che è molto meglio in quel film.

@ noodles: pensa, io avrei gradito il contrario. Puntare tutto sull'immoralità dell'atto, per esempio, calcando la mano sul lato sensuale (e pruriginoso) della vicenda...
Avrò mica qualche problemino? :)

Luciano ha detto...

Questo film mi sta interessando sempre di più. Morbosità, immoralità, fisicità: ingredienti affascinanti!

FiliÞþØ ha detto...

indubbiamente affascinanti, peccato solo che per me il film sia stato una mezza delusione...

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