Le regole dei Gangster Movie sono già state scritte da altri registi. Sono lì, scolpite nella memoria, e difficilmente se ne aggiungeranno altre.
E’ inevitabile quindi che ogni film nato sotto questa stella abbia la capacità di riportare alla memoria nomi del calibro di Martin Scorsese, Brian De Palma o Francis Ford Coppola. Questo perché sono in gran parte loro le più affascinanti rappresentazioni della malavita.
Con questo non si vuole certo sminuire le recenti produzioni di genere, anche perché l’autoriflessione che negli ultimi anni ha invaso il grande schermo è una cosa talmente affascinante da poter diventare genere a sua volta, ma solo constatare un sacrosanto dato di fatto.
Nemico Pubblico N. 1, primo capitolo di un dittico ispirato alla vita di Jacques Mesrine, non è da meno.
Ha un incipit che, grazie all’uso dello Split Screeen, ricorda una certa maniera di fare cinema tipica di Brian De Palma, richiamando nel suo evolversi quelle tematiche care ai Gangster Movie di Martin Scorsese.
Se questo non si riesce a definire grande cinema è solo per un indefinito timore nei confronti dei nomi appena citati, ma credetemi quando vi dico che poco ci manca. Questo perche l’opera di Jean-François Richet non vive di sola memoria cinematografica, dimostrando di possedere una personalità distinta e precisa.
Un film quindi che funziona sotto ogni aspetto, primo fra tutti quello della narrazione, talmente fluida e serrata da non lasciare spazio a rimpianti di qualsivoglia genere.
Se a questo si aggiunge un cast azzeccato, capeggiato da un bravissimo Vincet Cassel - che per questi ruoli sembra proprio avere il cosiddetto physique du rôle - il gioco è fatto.
La storia, come accennato in precedenza, è quella vera (tratta peraltro dalla sua autobiografia) di Jacques Mesrine, l’uomo dai mille volti, ultimo “grande” gangster francese.
Che ci si trovi di fronte ad un affascinante “Rise and Fall” è cosa scontata, come sempre in questi casi.
Questa prima parte si occupa esclusivamente dell’ascesa di questo personaggio all’olimpo dei criminali.
Certo, l’assenza di un finale (nel senso letterario del termine) può lasciare l’amaro in bocca.
Ma lascia anche un’incredibile voglia di vedere il resto.
E’ inevitabile quindi che ogni film nato sotto questa stella abbia la capacità di riportare alla memoria nomi del calibro di Martin Scorsese, Brian De Palma o Francis Ford Coppola. Questo perché sono in gran parte loro le più affascinanti rappresentazioni della malavita.
Con questo non si vuole certo sminuire le recenti produzioni di genere, anche perché l’autoriflessione che negli ultimi anni ha invaso il grande schermo è una cosa talmente affascinante da poter diventare genere a sua volta, ma solo constatare un sacrosanto dato di fatto.
Nemico Pubblico N. 1, primo capitolo di un dittico ispirato alla vita di Jacques Mesrine, non è da meno.
Ha un incipit che, grazie all’uso dello Split Screeen, ricorda una certa maniera di fare cinema tipica di Brian De Palma, richiamando nel suo evolversi quelle tematiche care ai Gangster Movie di Martin Scorsese.
Se questo non si riesce a definire grande cinema è solo per un indefinito timore nei confronti dei nomi appena citati, ma credetemi quando vi dico che poco ci manca. Questo perche l’opera di Jean-François Richet non vive di sola memoria cinematografica, dimostrando di possedere una personalità distinta e precisa.
Un film quindi che funziona sotto ogni aspetto, primo fra tutti quello della narrazione, talmente fluida e serrata da non lasciare spazio a rimpianti di qualsivoglia genere.
Se a questo si aggiunge un cast azzeccato, capeggiato da un bravissimo Vincet Cassel - che per questi ruoli sembra proprio avere il cosiddetto physique du rôle - il gioco è fatto.
La storia, come accennato in precedenza, è quella vera (tratta peraltro dalla sua autobiografia) di Jacques Mesrine, l’uomo dai mille volti, ultimo “grande” gangster francese.
Che ci si trovi di fronte ad un affascinante “Rise and Fall” è cosa scontata, come sempre in questi casi.
Questa prima parte si occupa esclusivamente dell’ascesa di questo personaggio all’olimpo dei criminali.
Certo, l’assenza di un finale (nel senso letterario del termine) può lasciare l’amaro in bocca.
Ma lascia anche un’incredibile voglia di vedere il resto.
5 commenti:
A forza di leggere recensioni positive mi è venuta voglia di vederlo.
Spero di trovare nella mia zona una sala in cui lo proiettano!
vedilo perchè veramente ne vale la pena...e te lo dice uno che poco sopporta Vincent Cassel, anche se dopo la cura Cronenberg lo sto lentamente rivalutando...:)
E questo, insieme a Watchmen, verrà recuperato al più presto. Io adoro Cassel, e poi da quello che leggo, indipendentemente da lui, il film sembra proprio valido.
Ale55andra
Watchmen devo recuperarlo anch'io...spero al più presto!
Impossibile non citare de palma per quell'incipit! :P
concordo sul resto: stile teso, rapido, inarrestabile e un Cassel perfetto.
Il finale non direi che lascia proprio l'amaro in bocca. In fondo è una prima parte... è inevitabile che ci lasci con uno stacco improvviso (visto anche il ritmo veloce del film).
Vabbè che il secondo capitolo esce a breve!
Posta un commento