In America Fear Factor e The Chair (quest’ultimo definito come un Trivial Pursuit che incontra il Dottor Mengele), Reality Show che rasentano il limite della decenza, del buon gusto e soprattutto della sopportazione umana, fanno il pieno di ascolti.
Trasmissioni nate per soddisfare un voyeurismo perverso e impossibile da placare, visto anche il continuo bombardamento mediatico cui tutti (tranne pochi fortunati) siamo sottoposti ogni giorno.
Il vero problema è che in questa continua ricerca di novità mista a stupore, il limite tra legale e illegale si sta sempre più assottigliando, tanto che, anche solo per scherzare, più volte si è detto che prima o poi ci scapperà il morto.
E’ quello che deve aver pensato anche Bill Guttentag che riproponendoci tematiche già care al cinema di genere anni ’80, che tanto si era dimostrato profetico (vedi Rollerball, L’Implacabile, Anno 2000: la corsa della Morte), ha immaginato e messo in scena il futuro del Reality.
Sei concorrenti, una pistola, un solo proiettile, cinque milioni di dollari in palio.
Una sola anche la prova da superare (Michael Cimino insegna), puntarsi la pistola alla tempia e fare una breve pressione con l’indice. Unico arbitro il destino.
Il genio che ha partorito questa sfida, ispirato dall’antichissimo binomio morte/spettacolo, è Katy Courbet, ambiziosa dirigente televisiva, la cui vita scorre al ritmo dell’Auditel.
Bill Guttentag, rimanendo fedele al genere documentaristico che in passato gli è valso un Oscar, allestisce il suo lungometraggio sulla falsa riga del reportage, ripercorrendo nascita ed evoluzione di Live!, lo show in questione.
La parte finale del film, quella della prima televisiva, è un concentrato di tensione quasi impossibile da sopportare. Peccato che il resto non sia così interessante.
Resta comunque la malsana attrattiva che uno spettacolo del genere riesce ad avere sul pubblico.
Se l’ansia è insopportabile ora che si è coscienti della finzione, figuratevi se un giorno dovesse diventare tutto vero.
Un’empatia simile potrebbe davvero far scalpitare il cuore di qualche dirigente senza scrupoli.
Trasmissioni nate per soddisfare un voyeurismo perverso e impossibile da placare, visto anche il continuo bombardamento mediatico cui tutti (tranne pochi fortunati) siamo sottoposti ogni giorno.
Il vero problema è che in questa continua ricerca di novità mista a stupore, il limite tra legale e illegale si sta sempre più assottigliando, tanto che, anche solo per scherzare, più volte si è detto che prima o poi ci scapperà il morto.
E’ quello che deve aver pensato anche Bill Guttentag che riproponendoci tematiche già care al cinema di genere anni ’80, che tanto si era dimostrato profetico (vedi Rollerball, L’Implacabile, Anno 2000: la corsa della Morte), ha immaginato e messo in scena il futuro del Reality.
Sei concorrenti, una pistola, un solo proiettile, cinque milioni di dollari in palio.
Una sola anche la prova da superare (Michael Cimino insegna), puntarsi la pistola alla tempia e fare una breve pressione con l’indice. Unico arbitro il destino.
Il genio che ha partorito questa sfida, ispirato dall’antichissimo binomio morte/spettacolo, è Katy Courbet, ambiziosa dirigente televisiva, la cui vita scorre al ritmo dell’Auditel.
Bill Guttentag, rimanendo fedele al genere documentaristico che in passato gli è valso un Oscar, allestisce il suo lungometraggio sulla falsa riga del reportage, ripercorrendo nascita ed evoluzione di Live!, lo show in questione.
La parte finale del film, quella della prima televisiva, è un concentrato di tensione quasi impossibile da sopportare. Peccato che il resto non sia così interessante.
Resta comunque la malsana attrattiva che uno spettacolo del genere riesce ad avere sul pubblico.
Se l’ansia è insopportabile ora che si è coscienti della finzione, figuratevi se un giorno dovesse diventare tutto vero.
Un’empatia simile potrebbe davvero far scalpitare il cuore di qualche dirigente senza scrupoli.
Pubblicato su Livecity.it
2 commenti:
Questo mi manca e mi incuriosisce molto. Ti ringrazio per la segnalazione.
secondo me è penalizzato da una prima parte noiosa, ma merita sicuramente un'occhiata!
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