Laura è decisa a trasformare l’orfanotrofio in cui è cresciuta in un centro di accoglienza per bambini bisognosi.
Per portare a compimento la sua idea, si trasferisce con il marito e il figlio adottivo Simón nello stabile.
Ben presto le atmosfere inquietanti del posto e lo strano comportamento del piccolo, colto più volte nel bel mezzo di conversazioni con interlocutori invisibili, cominceranno a preoccupare la donna.
Laura è infatti convinta che ad influire sula condotta del figlio non sia solo la salute cagionevole ma l'orfanotrofio stesso, dimora di chissà quali orribili segreti.
A chi continua a chiedersi il perché di tutta quest’attenzione nei confronti di un film come The Orphanage (io almeno continuo a chiedermelo), potrei rispondere riportando alla memoria un altro caso analogo.
Quello di Fragile, pellicola del 2005 diretta da Jaume Balagueró, strombazzato a destra e a manca come l’horror rivelazione dell’anno, vincitore di parecchi premi in patria, ma a conti fatti un “innocuo” filmetto come molti altri, con poche – se non pochissime – carte a suo favore.
Evidentemente agli spagnoli questo miscuglio di gotico postmoderno, intriso di quel terrore infantile portato all’ordine del giorno dal cinema di genere nipponico, deve piacere.
Perché se non fosse per gli ultimi 10 minuti (suggestivi e indubbiamente belli) e per qualche sparuto momento di tensione, fondato esclusivamente sull’effetto che solo un pargolo in dissolvenza (e con una busta in testa) può garantire, l’opera prima di Bayona non avrebbe nulla da offrire.
Annoia, e per tutta la sua durata sembra non sapere quale strada prendere, attingendo da quelle che sono state le carte vincenti di altri titoli e appoggiandosi nel finale su atmosfere fiabesche di sicuro effetto.
Personalmente più che al suggestivo The Others, durante la visione ho pensato a Poltergeist.
La trama ricorda molto infatti il lungometraggio di Hooper, incentrato sulla sparizione di un bambino ad opera di spiriti dispettosi.
Una somiglianza palese se si guarda la parte centrale della pellicola, che vede studiosi e medium impegnati nella ricerca di un possibile contatto con entità soprannaturali.
Ma a differenza dei nomi tirati in ballo, dubito che El Orfanato (qui da noi è stato mantenuto il titolo inglese, probabilmente perché di maggior effetto) possa diventare cult.
Al massimo può andar bene per le afose seconde serate estive.
Lì, tra una chiacchiera e l’altra, ci si accontenta anche di un paio di brividi a buon mercato.
Per portare a compimento la sua idea, si trasferisce con il marito e il figlio adottivo Simón nello stabile.
Ben presto le atmosfere inquietanti del posto e lo strano comportamento del piccolo, colto più volte nel bel mezzo di conversazioni con interlocutori invisibili, cominceranno a preoccupare la donna.
Laura è infatti convinta che ad influire sula condotta del figlio non sia solo la salute cagionevole ma l'orfanotrofio stesso, dimora di chissà quali orribili segreti.
A chi continua a chiedersi il perché di tutta quest’attenzione nei confronti di un film come The Orphanage (io almeno continuo a chiedermelo), potrei rispondere riportando alla memoria un altro caso analogo.
Quello di Fragile, pellicola del 2005 diretta da Jaume Balagueró, strombazzato a destra e a manca come l’horror rivelazione dell’anno, vincitore di parecchi premi in patria, ma a conti fatti un “innocuo” filmetto come molti altri, con poche – se non pochissime – carte a suo favore.
Evidentemente agli spagnoli questo miscuglio di gotico postmoderno, intriso di quel terrore infantile portato all’ordine del giorno dal cinema di genere nipponico, deve piacere.
Perché se non fosse per gli ultimi 10 minuti (suggestivi e indubbiamente belli) e per qualche sparuto momento di tensione, fondato esclusivamente sull’effetto che solo un pargolo in dissolvenza (e con una busta in testa) può garantire, l’opera prima di Bayona non avrebbe nulla da offrire.
Annoia, e per tutta la sua durata sembra non sapere quale strada prendere, attingendo da quelle che sono state le carte vincenti di altri titoli e appoggiandosi nel finale su atmosfere fiabesche di sicuro effetto.
Personalmente più che al suggestivo The Others, durante la visione ho pensato a Poltergeist.
La trama ricorda molto infatti il lungometraggio di Hooper, incentrato sulla sparizione di un bambino ad opera di spiriti dispettosi.
Una somiglianza palese se si guarda la parte centrale della pellicola, che vede studiosi e medium impegnati nella ricerca di un possibile contatto con entità soprannaturali.
Ma a differenza dei nomi tirati in ballo, dubito che El Orfanato (qui da noi è stato mantenuto il titolo inglese, probabilmente perché di maggior effetto) possa diventare cult.
Al massimo può andar bene per le afose seconde serate estive.
Lì, tra una chiacchiera e l’altra, ci si accontenta anche di un paio di brividi a buon mercato.
11 commenti:
Fragile mi era piaciuto molto meno però...
non mi è dispiaciuto, anzi, sono curioso di rivedere all'opera bayona.
cmq per me è promosso!
@ ale55andra: mah...per me siamo sullo stesso livello.
@ lessio: di rivederlo all'opera sono curioso anch'io. La regia non è affatto male, speriamo solo si affidi ad una sceneggiatura migliore...
Sì, perfettamente d'accordo e trovo azzeccatissimo il paragone con quella fuffa di Fragile.
Un film ben confezionato, ma senza un briciolo di ritmo, con molti punti morti (sottotrame che non hanno senso) e un finale da sterile lacrimuccia. E io detesto questo genere di finale!
L'unica scena veramente ben pensata e costruita, secondo me, è quella dell' un due tre stella: lì si che ho sentito un po' di tensione!
Ciao,
Lore
E' vero, l'un due tre stella è alquanto inquietante...
sarà il battage pubblicitario...però a me continua ad ispirare....
Non per scoraggiarti...ma era la stessa cosa che dicevo anch'io...;)
solo a me è piaciuto tantissimo? :(
tranquillo, è piaciuto a moltissime altre persone.
Nella connection si è beccato anche un bel 4 (da uno a 5)...;)
Questa volta siamo d'accordo.
Le mie aspettative, piuttosto alte, sono andate quasi completamente in fumo.
e lo presentavano come l'orror rivelazione dell'anno!
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