Si potrebbe guardare ad Alexandre Aja e Kiefer Sutherland come a due figure diametralmente opposte.
Il motivo è semplice.
Il primo è stato scoperto troppo presto, il secondo è stato (ri)valutato troppo tardi.
Al regista francese, trapiantato in terra americana assieme ad altri esuli del panorama cinematografico indipendente, è toccato rimboccarsi le maniche e prendere coscienza del fatto che il mercato la maggior parte delle volte cozza con la realizzazione personale, specialmente quando si tratta di remake (e per il nostro Alexandre siamo a quota due).
Dall’altra parte Kiefer Sutherland, figlio di tanto padre, ha dovuto attendere il passaggio dal grande al piccolo schermo per ottenere il meritato successo, diventando protagonista di uno dei telefilm più belli, innovativi e adrenalinici apparsi negli ultimi anni.
Non c’è da stupirsi quindi se il suo Ben Carson, protagonista del film in questione, sia una proiezione del Jack Bauer di 24, stavolta alle prese con frammentazioni spaziali (e temporali) dettate non dall’uso dello split screen, ma dalle incrinature di centinaia di specchi maledetti.
Se fosse per la storia, ci sarebbe poco da dire tanto è frammentata (forse per rimanere in tema).
Due parole si possono spendere per il regista che, penalizzato dall’ennesimo script di origine filonipponica, riesce comunque a regalare qualche brivido.
La sua dimestichezza col genere è indiscussa, il suo amore per il gore altrettanto.
Poi c’è Jack Bauer, come si può non adorare quel ragazzo.
Scusate, volevo dire Ben Carson.
Il motivo è semplice.
Il primo è stato scoperto troppo presto, il secondo è stato (ri)valutato troppo tardi.
Al regista francese, trapiantato in terra americana assieme ad altri esuli del panorama cinematografico indipendente, è toccato rimboccarsi le maniche e prendere coscienza del fatto che il mercato la maggior parte delle volte cozza con la realizzazione personale, specialmente quando si tratta di remake (e per il nostro Alexandre siamo a quota due).
Dall’altra parte Kiefer Sutherland, figlio di tanto padre, ha dovuto attendere il passaggio dal grande al piccolo schermo per ottenere il meritato successo, diventando protagonista di uno dei telefilm più belli, innovativi e adrenalinici apparsi negli ultimi anni.
Non c’è da stupirsi quindi se il suo Ben Carson, protagonista del film in questione, sia una proiezione del Jack Bauer di 24, stavolta alle prese con frammentazioni spaziali (e temporali) dettate non dall’uso dello split screen, ma dalle incrinature di centinaia di specchi maledetti.
Se fosse per la storia, ci sarebbe poco da dire tanto è frammentata (forse per rimanere in tema).
Due parole si possono spendere per il regista che, penalizzato dall’ennesimo script di origine filonipponica, riesce comunque a regalare qualche brivido.
La sua dimestichezza col genere è indiscussa, il suo amore per il gore altrettanto.
Poi c’è Jack Bauer, come si può non adorare quel ragazzo.
Scusate, volevo dire Ben Carson.
13 commenti:
Esulando un po' da questo film (qui è passato a razzo, quindi anche volessi vederlo in sala non potrei...), volevo chiederto com'era il remake de "Le colline hanno gli occhi".
Di Aja avevo visto solo "Alta tensione" e non mi era spiaciuto per niente.
Infine volevo segnalarti un piccolo refuso: hai scritto "rimboccarsi le mani" anziché le maniche.
Io però lo lascerei così, come immagine è troppo bella e horror! ;-)
finora alta tensione rimane il migliore di Aja, non è il massimo dell'originalità, ma è teso al punto giusto e non possiede cali di ritmo (almeno secondo me)...
Per il remake del film di craven, la mia opinione è che non abbia fatto un brutto lavoro.
Ma c'era bisogno?
Voglio dire, è così bello e Cult l'originale...
Grazie per avermi fatto notare l'errore, mi era sfuggito un "che"...;)
L'altra imprecisione e' che Aja si e' auto-penalizzato con uno script che (e ci ha ben tenuto a sottolinearlo) si e' riscritto da solo. Lasciando chicche come l'ex-moglie che, in riferimento ai vaneggiamenti di lui sugli specchi assassini, gli risponde "e' colpa mia, avrei dovuto crederti". Gia' ;)
E' vero, è stata scritta a quattro mani con l'aiuto di Grégory Levasseur, che si porta dietro da Furia.
evidentemente le scenggiature non sono il loro forte...il fatto è che alta tensione sopperiva con i ricchi e poveri e con maniaci che ti staccano la testa con il comodino, le colline hanno gli occhi aveva i mostri mutanti che sbavano e ti inseguono con l'accetta, qui ci sono alcune tra le più veloci prese di coscienza della storia del cinema.
Pochino direi.
Certo, c'è anche l'omicidio più improbabile ma ad effetto della storia del cinema, quello nella vasca da bagno...
Sarei curioso di vedere l'originale per capire se
la storia è proprio così o il fatto di inserirci Jack Bauer è stata un'idea loro...
proprio la scorsa settimana il mio parrucchiere di fiducia m'ha fatto dei riflessi da paura. ci tornero' tra 10 giorni circa. non sapevo che anche jack bauer avesse i riflessi ma lo sospettavo. comunque non mi spingerei a definirli "da paura" perche' non mi sembrano nulla di speciale.
lo sai vero che adesso mi tocca riciclare questa battuta e dirla a tutti i miei amici, conoscenti o semplici passanti...
Stavolta non mi sono fatta fregare...
fai pure, fai pure. io sono una capra a disegnare e quando postero' qualcosa mi limitero' ad usare paint e a macchiare di strisce di rosso rame i capelli di jack bauer senza aggiungere nulla se non quello che ho scritto qua.
Passo soltanto per un saluto e per dirti che ti OBBLIGO a recensire "The Mist" ;)
Un saluto
Personalmente non sono così contrario ai remake, a condizione che aggiungano (o cambino) qualcosa rispetto l'originale.
Per restare all'horror, il remake di "Non aprite quella porta" (comunque inferiore al film di Hooper) non mi è spiaciuto.
@ alessandra: personalmente l'unica cosa che mi ha spinto è stata la presenza di Kiefer Sutherland...
@ olocausto random: ok, basta che poi non mi chiedi i diritti...;)
@ chimy: non sai quanto vorrei riuscirci...sono da poco ricominciate le lezioni e il tempo libero a mia disposizione è davvero poco. Ma ce la farò, puoi contarci!;)
@ mr hamlin: è vero, non era poi così malaccio, e ti dirò di più, io ho anche apprezzato Non aprite quella porta - Le origini.
Mah, senza infamia e senza lode (6). Molto meglio l'originale orientale!
l'originale non l'ho visto, cambia molto?
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