L’Andreotti di Sorrentino è un Divo di Orlokiana memoria, tormentato dal fantasma di Aldo Moro e dalle frequenti emicranie che – più di ogni senso di colpa – lo perseguitano dalla notte dei tempi.
Un essere eterno, immortale (come ci precisa l’inizio), talmente grottesco da risultare icona Pop di un’Italia immersa in quel periodo buio, dal quale è riuscita ad uscire a stento, trascinandosi dietro innumerevoli fantasmi.
Sorrentino fonde la poetica di Petri alle estremizzazioni estetiche di Stone e Tarantino, creando un cinema che va oltre la denuncia, che vive di immagini, diapositive di quel pezzo di storia che va dalla P2 a Tangentopoli.
Immersi in quel feticismo per la rappresentazione, tipico del regista, si trovano molti ammiccamenti al cinema di genere.
Una DC che vede tra i sui esponenti un Paolo Cirino Pomicino d’antologia (Carlo Buccirosso) e che, con il suo incedere, scimmiotta i Reservoir Dogs Tarantiniani.
Servillo, estrema maschera di un male che fonde preghiera e politica, si fa radere come l’Al Capone di De Palma, siede a tavolate che ricordano i banchetti di Buñuel e brinda con l’aspirina in onore di una nazione attanagliata da un costante dolore.
Cose che da troppo tempo latitavano sui nostri schermi e che dopo Cannes sembrano voler riaffermare la loro identità.
Applausi, e speriamo che questa non sia solo una seconda eccezione, ma l’ulteriore conferma di un nuovo inizio.
Un essere eterno, immortale (come ci precisa l’inizio), talmente grottesco da risultare icona Pop di un’Italia immersa in quel periodo buio, dal quale è riuscita ad uscire a stento, trascinandosi dietro innumerevoli fantasmi.
Sorrentino fonde la poetica di Petri alle estremizzazioni estetiche di Stone e Tarantino, creando un cinema che va oltre la denuncia, che vive di immagini, diapositive di quel pezzo di storia che va dalla P2 a Tangentopoli.
Immersi in quel feticismo per la rappresentazione, tipico del regista, si trovano molti ammiccamenti al cinema di genere.
Una DC che vede tra i sui esponenti un Paolo Cirino Pomicino d’antologia (Carlo Buccirosso) e che, con il suo incedere, scimmiotta i Reservoir Dogs Tarantiniani.
Servillo, estrema maschera di un male che fonde preghiera e politica, si fa radere come l’Al Capone di De Palma, siede a tavolate che ricordano i banchetti di Buñuel e brinda con l’aspirina in onore di una nazione attanagliata da un costante dolore.
Cose che da troppo tempo latitavano sui nostri schermi e che dopo Cannes sembrano voler riaffermare la loro identità.
Applausi, e speriamo che questa non sia solo una seconda eccezione, ma l’ulteriore conferma di un nuovo inizio.
18 commenti:
Mi piace - e quindi condivido moltissimo - la lettura "americana" (come referente) dello stile di Sorrentino. Di là lo paragonavo, nelle carrellate degli omicidi, a Scorsese - cui indubbiamente anche Tarantino deve. La grandezza di Sorrentino, come scrivi, sta nell'aver unito un mito esterofilo all'impegno civile spigoloso del grande Petri.
Dev'essere un film fantastico. Chissà se lo preferirò o meno a quello di Garrone, perché, in tal caso, potrei affermare che non mi è mai capitato di vedere due film italiani di oggi a tali livelli estetici.
lunedì ti saprò dire...non vedo l'ora anche se molti hanno detto che è pesante...io credo solo a te...
p.s.devi assolutamente insegnarmi a fare un banner...
Per me è uno dei migliori film italiani degli ultimi anni, se non il migliore. Citazioni cinematografiche a gogo e soprattutto una perfetta simbiosi di musica e immagini. Per non parlaare del cast, a partire dal mastodontico Servillo, davvero spettacolare. Spero di riuscire a scriverne al più presto.
Ale55andra
complimenti per il blog...vienici a trovare sul nostro blog appena nato (http://cineclubbandeapart.blogspot.com/)
ciao, francesco
@ noodles: è vero, c'è anche molto scorsese nel film.
@ luciano: a mio parere gomorra è superiore, anche se di poco.
@ flavia: attendo commenti.
@ ale55andra: come ho detto a Luciano, quello di sorrentino è un film bellissimo, ma tra i due - nonostante ogni paragone sia inutile - ho preferito gomorra, anche se di poco...
@ bandeàpart: grazie per i comlplimenti...
mannaggia, ancora non l'ho visto.
ma verrà il giorno...
Ecco adesso l'ho visto. Estasi, estasi! Ma lo sai che, almeno per il momento, non riesco a paragonare i due film? Mi sembrano due tipi di bellezza diversi, come (mi si scusi di questo paragone maschilista) due belle donne, differentemente belle. Per adesso sono in estasi e non riesco a scrivere. Speriamo mi passi ;)
Sorrentino è strepitoso..aspettavo questo film trepidante, dopo quei due capolavori de "Le conseguenze dell'amore" e "L'amico di famiglia", ( che per altro comincia con un piano sequenza d'alta scuola che mi ha sempre dato i brividi )..Con "Il divo" continua secondo me la programmatica distruzione e il drammatico smascherare il nostro paese, il nostro mondo, il nostro piccolo che improvvisamente si ingigantisce e impregna la classe politica. E Sorrentino ce lo mostra con una precisione estetica che risulta a questo punto ancor più cinica, razionale, mordace, violenta, inquietante...Lo adoro!
Grandissimo film! Superlativo!! Ale
@ simone: deve assolutamente venire!;)
@ luciano: infatti sono imparagonabili, come giustamente sottolinei, mi riferivo ad un possibile voto...due film comunque bellissimi.
@ airbag: quoto ogni parola!
@ daddun: grandissimo davvero!
e non se ne lege male da nessuna parte.....mi sa che me lo vedo...anche al cinema magari....chissà che un giorno rivaluterò il cinema odierno italiano....
per quanto mi riguada, quando si tratta di sorrentino sono pronto a mettere la mano sul fuoco. Non mi ha mai deluso...
ed io quoto questa tua affermazione!
Sottoscrivo tutto, anche a me sono venuti in mente echi di Tarantino, Scorsese e Bunuel.
Un film enorme, comunque.
Vado domani sera!!!^^
MrDavis
Attendo un tuo post...;)
Io sono per l'economia (gusto personalissimo) e penso che alcune sequenze sarebbero state ancora più potenti se alternate ad una visione più "sobria", ma comunque parlo di piccolezze in un film decisamente ottimo! Non grido al capolavoro, ma avercene di lavori così. Toni Servillo è monumentale!
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