Quel sottotitolo dal retrogusto Kafkiano, aggiunto per la versione Italiana, è alquanto categorico.
Una volta visto il film infatti non ci sono dubbi sul fatto che l’H in questione stia proprio per Hopkins e che quella mente oscura sia proprio la sua.
Slipstream, terza regia dell’ex Hannibal Lecter (qui anche sceneggiatore e autore delle musiche) è una di quelle pellicole capaci di risultare interessanti per i primi venti minuti, con quel suo campionario di incongruenza registiche, stilistiche e formali, amplificate in modo tale da farle diventare maniera, ma in un ora e mezza riesce soltanto a mettere a dura prova la pazienza dello spettatore, sballottato senza criterio all’interno di un mondo che sembra attingere a più mani da tutta una filmografia di genere.
Si va da Lynch a Stone, passando per Gilliam. Il tutto affidato alle sapienti doti di un cast che può vantare, oltre allo stesso regista, nomi del calibro di John Turturro o Christian Slater.
Ma tutto si riduce ad uno sfoggio di tecnica che, sebbene interessante, lascia il tempo che trova, risultando però coerente con la trama in questione, che non racconta altro se non la storia di un brutto film.
Una volta visto il film infatti non ci sono dubbi sul fatto che l’H in questione stia proprio per Hopkins e che quella mente oscura sia proprio la sua.
Slipstream, terza regia dell’ex Hannibal Lecter (qui anche sceneggiatore e autore delle musiche) è una di quelle pellicole capaci di risultare interessanti per i primi venti minuti, con quel suo campionario di incongruenza registiche, stilistiche e formali, amplificate in modo tale da farle diventare maniera, ma in un ora e mezza riesce soltanto a mettere a dura prova la pazienza dello spettatore, sballottato senza criterio all’interno di un mondo che sembra attingere a più mani da tutta una filmografia di genere.
Si va da Lynch a Stone, passando per Gilliam. Il tutto affidato alle sapienti doti di un cast che può vantare, oltre allo stesso regista, nomi del calibro di John Turturro o Christian Slater.
Ma tutto si riduce ad uno sfoggio di tecnica che, sebbene interessante, lascia il tempo che trova, risultando però coerente con la trama in questione, che non racconta altro se non la storia di un brutto film.
7 commenti:
>>>Ma tutto si riduce ad uno sfoggio di tecnica che, sebbene interessante, lascia il tempo che trova, risultando però coerente con la trama in questione, che non racconta altro se non la storia di un brutto film.
Esatto, più o meno! Non maligno, dai-- :)
alla fine è interessante come film, anche se dopo la prima metà non vedevo l'ora che finisse.
Ricordo di aver letto una recensione che lo definiva "Un interessante fallimento", forse è la definizione più esatta...
il film di hopkins...ne avevo letto solo una rece e non ne parlava male anche se anche li si sottolineava il fatto come dopo una prima parte si cade in un certo manierismo!distribuito per quanto ne so in 10 sale.........
infatti, è proprio questo manierismo che mi ha messo a dura prova...non c'è un attimo di tregua...
Un film da evitare insomma. Comunque non ne sapevo l'esistenza.
Non so, magari un'occhiata dagliela lo stesso...
Esatto.
Quoto la definizione un'interessante fallimento.
Byez
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