C’è una frase, pronunciata verso la fine del film e affidata alla voce di un vecchio ricettatore, che sembra esprimere perfettamente l’essenza di questo gioiello regalatoci da Sidney Lumet:
“Il mondo è un luogo malvagio.
Alcuni sanno sfruttarlo e ci guadagnano, altri ne sono distrutti.”
Che l’America ultimamente sia invasa da una sorta di nichilismo cinematografico non è cosa nuova e ogni “grande titolo” recente sembra volercelo dimostrare.
La verità è che all’interno di questa storia nessuno sembra realmente guadagnarci, anzi, tutto sembra muoversi lentamente e fatalmente verso la distruzione e mentre la memoria torna a “Sogni e Delitti”, ultima fatica di Allen (similare per un plot incentrato sul disgregarsi degli affetti familiari, in nome di nuovi valori), non si può fare a meno di notare come per questi registi l’età matura (nel caso di Lumet veneranda) coincida con una sorta di presa di coscienza cattiva, spietata, ma oggettivamente reale.
E’ infatti immerso in questa sorta di “nuovo realismo” cinico che il regista, fermo ad osservare ciò che lo circonda, si muove e lo fa con una precisione, una maestria e una cura dell’estetica (e del dettaglio) tale da lasciare senza fiato.
Non a caso si parla di “osservare”.
Tutto il film contiene una carica voyeuristica manifesta, che trova attraverso uno stupendo uso dello zoom la sua estrema catarsi.
Uno sfogo principalmente personale.
Ad ogni lento movimento della telecamera Lumet sembra volersi avvicinare ai suoi protagonisti, quasi come a volerli toccare, per poi allontanarsi bruscamente, sbalzato via dalle frequenti collisioni tra passato e presente.
A ottantaquattro anni il regista sembra avere ancora molto da dire.
Lo aiuta un cast a dir poco fenomenale(Philip Seymour Hoffman, Ethan Hawke e un Albert Finney perfettamente calato nella parte).
Qui a Cinedelia la parola “Capolavoro” non si scomoda spesso.
All’interno di questo delicato inferno di cristallo cominciamo a pensare che sia arrivato il momento…
“Il mondo è un luogo malvagio.
Alcuni sanno sfruttarlo e ci guadagnano, altri ne sono distrutti.”
Che l’America ultimamente sia invasa da una sorta di nichilismo cinematografico non è cosa nuova e ogni “grande titolo” recente sembra volercelo dimostrare.
La verità è che all’interno di questa storia nessuno sembra realmente guadagnarci, anzi, tutto sembra muoversi lentamente e fatalmente verso la distruzione e mentre la memoria torna a “Sogni e Delitti”, ultima fatica di Allen (similare per un plot incentrato sul disgregarsi degli affetti familiari, in nome di nuovi valori), non si può fare a meno di notare come per questi registi l’età matura (nel caso di Lumet veneranda) coincida con una sorta di presa di coscienza cattiva, spietata, ma oggettivamente reale.
E’ infatti immerso in questa sorta di “nuovo realismo” cinico che il regista, fermo ad osservare ciò che lo circonda, si muove e lo fa con una precisione, una maestria e una cura dell’estetica (e del dettaglio) tale da lasciare senza fiato.
Non a caso si parla di “osservare”.
Tutto il film contiene una carica voyeuristica manifesta, che trova attraverso uno stupendo uso dello zoom la sua estrema catarsi.
Uno sfogo principalmente personale.
Ad ogni lento movimento della telecamera Lumet sembra volersi avvicinare ai suoi protagonisti, quasi come a volerli toccare, per poi allontanarsi bruscamente, sbalzato via dalle frequenti collisioni tra passato e presente.
A ottantaquattro anni il regista sembra avere ancora molto da dire.
Lo aiuta un cast a dir poco fenomenale(Philip Seymour Hoffman, Ethan Hawke e un Albert Finney perfettamente calato nella parte).
Qui a Cinedelia la parola “Capolavoro” non si scomoda spesso.
All’interno di questo delicato inferno di cristallo cominciamo a pensare che sia arrivato il momento…
16 commenti:
E vaiii!!! Applausi per Filippo!!!
Ale55andra
Quando "la classe non è acqua", l'età non conta!
W Lumet!
Bye!
salute. SETTIMAARTE su blogspot non esiste più. il nuovo indirizzo è:
http://scafidimario.spaces.live.com/
ti dispiacerebbe modificare l'indirizzo nella sezione dei tuoi link?
p.s. mi raccomado, torna comunque a trovarmi!
mario
Bella e interessante recensione. Spero domani di poterlo vedere.
@ ale55andra: gli applausi sono tutti per Lumet!:)
@ iohannes: assolutamente viva Lumet!
@ mario: provvedo subito
@ luciano: vedilo assolutamente!
Grandioso!
Un "Capolavoro" quasi scomodato... qui a "Cinedelia" è davvero raro.
Al contrario delle ottime recensioni, la cui qualità sembra impreziosirsi di volta in volta.
E bravo Filì!
grande lavoro di lumet. un film bellissimo, uno dei migliori della stagione.
Questo film è uno dei pochi degli ultimi anni per cui valga la pena di andare al cinema...devo assolutamente sottolineare che per quanto sogni e delitti mi sia piaciuto non ha nulla a che vedere con questo capolavoro(w filippo).
Mai banale e sconvolgentemente reale se inserito in contesti familiari vicini e ridimensionati!
Soddisfattissima Flavia
p.s. il minore se la cava alla grande...
@ chiara: sempre troppo buona!:)
@ mario: decisamente!
@ flavia: sono contento che ti sia piaciuto!
Riuscira' il nostro eroe (che sarei io...) a vedere questa pellicola prima che la tolgano dai cinema?? Ai poster l'ardua sentenza...
P.S. Bella recensione!
Bellissimo a me è piaciuto davvero troppo e tutti gli interpreti sono davvero superlativi..
mi ha angosciato talmente tanto che la notte non sono riuscita a dormire bene..
pensa te..
bravo filippo
un po' meno entusiasta di te, ma sostanzialmente d'accordo direi
@ shepp: non disperare!;)
@ trinity: addirittura! A me non ha fatto questo effetto, ma l'ho trovato perfetto...
@ honeyboy: grazie...effettivamente sono molto entusiasta, ma non posso farci niente, ho veramente adorato questo film...
Un grande film! Davvero molto bello. Ciao, Ale
Capolavoro! Addirittura? A me è piaciuto ma non da impazzire.
@ roberto fusco junior: ti giuro che io ne sono rimasto estasiato, davvero...
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