Dovendo trovare un aggettivo per l’ultima fatica di P. T. Anderson, “Epico” sarebbe forse il più adatto, ma non riuscirebbe a rendergli giustizia.
Di epico ha solo la solennità del racconto, ma non gli eroi e le nobili gesta.
“Il Petroliere” è uno spaccato di quella storia fin troppo conosciuta e forse per questo può prendersi tutto il tempo che vuole, dilatando fino all’inverosimile una trama riassumibile in una semplice frase (La vicenda di un minatore che, cercando l’argento, troverà il petrolio, la ricchezza e la dannazione) e affidandosi esclusivamente alla fisicità di un protagonista (un Daniel Day-Lewis in stato di grazia) scandagliato e sezionato con la precisione di un chirurgo.
Sicuramente ad Anderson bisogna riconoscere il merito di aver allestito un’opera magistralmente diretta, con uno degli incipit più interessanti ed evocativi che si siano visti sul grande schermo negli ultimi anni e capace di comunicare pur non avendo (apparentemente) niente da dire.
Sembra infatti che siano i sensi ad essere colpiti dalla visione, stimolati dai repentini cambi di luce, costretti ad adattarsi al buio profondo, tenuti perennemente all’erta da una colonna sonora incessante (quasi ansiogena), che pare voler preannunciare imminenti catastrofi.
Il resto è talmente fatale che sembra quasi non accadere, conducendoci verso un epilogo sconcertante proprio per la sua superficialità e leggerezza (se mi è permessa la riflessione ardita, sembra quasi che il film tenda a caricare emotivamente le situazioni di stasi, a discapito dei reali momenti di tensione) ma altamente catartico.
Nonostante siano forti i richiami a Welles e al suo cittadino Kane (richiami che trovano il loro apice nella rappresentazione conclusiva di un uomo solo, rinchiuso nella sua fortezza e attorniato dalle sue ricchezze) e a tutta una gloriosa cinematografia passata, i mondi trattati sono diametralmente opposti:
Non esiste “rise and fall”, perché si parte direttamente dal basso.
Non esistono buoni e cattivi, ne tantomeno vie di salvezza o pastori illuminati.
L’unica certezza è quella della sporcizia del petrolio, che sembra impregnare ogni frame.
Così denso e vischioso da nauseare.
Di epico ha solo la solennità del racconto, ma non gli eroi e le nobili gesta.
“Il Petroliere” è uno spaccato di quella storia fin troppo conosciuta e forse per questo può prendersi tutto il tempo che vuole, dilatando fino all’inverosimile una trama riassumibile in una semplice frase (La vicenda di un minatore che, cercando l’argento, troverà il petrolio, la ricchezza e la dannazione) e affidandosi esclusivamente alla fisicità di un protagonista (un Daniel Day-Lewis in stato di grazia) scandagliato e sezionato con la precisione di un chirurgo.
Sicuramente ad Anderson bisogna riconoscere il merito di aver allestito un’opera magistralmente diretta, con uno degli incipit più interessanti ed evocativi che si siano visti sul grande schermo negli ultimi anni e capace di comunicare pur non avendo (apparentemente) niente da dire.
Sembra infatti che siano i sensi ad essere colpiti dalla visione, stimolati dai repentini cambi di luce, costretti ad adattarsi al buio profondo, tenuti perennemente all’erta da una colonna sonora incessante (quasi ansiogena), che pare voler preannunciare imminenti catastrofi.
Il resto è talmente fatale che sembra quasi non accadere, conducendoci verso un epilogo sconcertante proprio per la sua superficialità e leggerezza (se mi è permessa la riflessione ardita, sembra quasi che il film tenda a caricare emotivamente le situazioni di stasi, a discapito dei reali momenti di tensione) ma altamente catartico.
Nonostante siano forti i richiami a Welles e al suo cittadino Kane (richiami che trovano il loro apice nella rappresentazione conclusiva di un uomo solo, rinchiuso nella sua fortezza e attorniato dalle sue ricchezze) e a tutta una gloriosa cinematografia passata, i mondi trattati sono diametralmente opposti:
Non esiste “rise and fall”, perché si parte direttamente dal basso.
Non esistono buoni e cattivi, ne tantomeno vie di salvezza o pastori illuminati.
L’unica certezza è quella della sporcizia del petrolio, che sembra impregnare ogni frame.
Così denso e vischioso da nauseare.
22 commenti:
Come non essere d'accordo? Tu hai usato l'aggettivo epico, io sono andata sul culinario e ho utilizzato l'aggettivo prelibato ^^
Ale55andra
E gli aggettivi per questo film sono inesauribili...;)
Quindi devo trovare ancora qualcuno a cui non è piaciuto? Quando lo vedrò credo che ne rimarrò estasiato.
Bella recensione. Io mi propongo di vederlo la settimana prossima. Intanto Sweeney Todd è stato mio! :)
Una delle tante conferme della bontà di questa pellicola... sicuramente da vedere!
@ luciano: lo credo anch'io!;)
@ lilith: Grazie!
Sweeney Todd dovrei vederlo domani, nel frattempo sto leggendo il romanzo.
Spero di finirlo prima della proiezione, ma sono ancora immerso nello studio e non ho molto tempo per leggere (almeno non per svago).
@ amosgitai: da vedere assolutamente. Io mi sa proprio che gli dedico una seconda visione...
Concordo... meritava l'Oscar come miglior film più dei Coen, a mio parere.
p.s. spero che "Sweeney Todd" ti piacerà... per un esperto di horror come te secondo me non ci sono dubbi. Occhio alle molte citazioni ;)
I sensi sono tutti coinvolti, mai come questa volta. Il suono è talmente potente e definito che nella prima sequenza pare trovarsi lì sul posto (per non parlare della sequenza dell'incidente commentata da musica da film muto).
Ne ho letto talmente bene negli ultimi tempi che ormai possiamo definirlo quasi un "instant cult" o comunque un must...
Nonostante tutto devo ancora vederlo :(
Ciao!
DRRINNNAAAAAGGEEEEEEEEEEE!!!!!!
Purtroppo ho dovuto effettuare delle scelte, vista la mole di bei film usciti al cinema e l'esiguita' delle mie tasche! E ho scelto Sweeney Todd e Non è un paese per vecchi! Quest'ultimo l'ho visto ieri sera e ti assicuro che è un gran bel film!
bella eh la citazione finale di quarto potere? D'accordo cone te sul coinvolgimento plurisensoriale, ma ti è piaciuto proprio tutto?
devo riconoscere che questo film sta riscontrando unanimità di consensi. io lo reputo un bel film, ma che non è riuscito a toccare le mie corde.
@ chimy: lo spero anch'io, ha tutte le carte in regola per piacermi.
Oggi o domani dovrei vederlo...
@ noodles: la sequanze dell'incidente è stupenda!
@ iohannes: cerca di vederlo al più presto!
@ countryfeedback: I DRINK YOUR MILKSHAKE!!!
@ shepp: spero di riuscire a vederli al più presto. tu questo cerca di recuperarlo!!!
@ frank!: l'unica cosa che potrei contestare, sarebbe l'eccessiva prolissità in alcuni punti. Ma fondamentalmente l'ho più che gradito...
@ mario scafidi: guarda, subto dopo la visione ero perplesso. IL fatto è che in questi giorni il film mi è maturato dentro, ho continuato a pensare ad alcune scene, alcuni particolari e ancora ci sto pensando.
E' raro che mi capiti...
Qui siamo alle soglie del capolavoro.
Decisamente
Che film.Un colosso.
Mrdavis
Assolutamente...io ancora ci penso!
"epico" o "prelibato" che sia... voglio annusare anche io l'odore acre del petrolio!
Grande recensione, ma che lo scrivo a fà???!!!
Grazie!^^
Vedilo, mi raccomando!
No, non ci siamo.
Ovviamente non mi riferisco alla recensione, ma al film...
Non mi ha trasmesso nulla. Perfetto, ma privo di anima. Peccato, perché speravo davvero di imbattermi in un capolavoro.
Davvero?
Cmq neanch'io ne sono rimasto colpito subito, magari farà lo stesso affetto anche ate...;)
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