Nel 1927, con l’uscita nelle sale de “Il Cantante di Jazz”, il cinema conquista una nuova dimensione.
E’ quella del sonoro, non più inteso come solo accompagnamento dell’immagine.
Le bocche si muovono e questa volta cantano. Il pubblico riesce a sentirlo, non ha bisogno di didascalie (anche se nel film citato sono ancora molto presenti).
Chaplin non ha mai visto di buon occhio la naturale evoluzione di questa forma d’arte (la sua), vedendo nell’utilizzo del suono non una semplice compensazione (utile alla narrazione), ma un compromesso svantaggioso.
Si perché, per una cosa guadagnata, se ne perdeva un’altra e molto più importante:
La poesia, basata sulla quiete, su ciò che un semplice sguardo riesce a donare e che la parola può solo “spiattellare” volgarmente.
E’ per questo che per il suo successivo lungometraggio, “Luci della città” (1931), la sua naturale predilezione per il silenzio è riuscita a vincere questo nuovo e temibile avversario (molte le “vittime della parola” soprattutto attori, caratterizzati da una brutta voce e quindi impossibilitati a recitare film sonori), regalandoci una delle più candide e romantiche storie d’amore che il grande schermo sia riuscito a mormorare (esiste forse sguardo più bello e commovente di quello che fa il nostro amico Vagabondo nel finale?).
Con il successivo “Tempi Moderni”, le sperimentazioni raggiungono il livello di una vera e propria sfida.
“Modern Times” è un film sonoro, ma silenzioso.
Vince sul suo avversario, relegandolo ai margini e riducendolo ad una semplice cornice.
Mai come in questo caso le parole sono state più superflue.
Nello stupendo prefinale, per la prima volta, il Vagabondo fa sentire la sua voce e lo fa esibendosi in un canto (sull’aria di “Io cerco la Titina”).
Quelle che sentiamo non sono frasi, ma la scena possiede una carica comunicativa che ha dell’incredibile (non è questo forse l’estremo sberleffo nei confronti di una novità malvista?).
Nelle successive produzioni il regista e il suo naturale nemico giungeranno ad un pace forzata, i cui frutti saranno straordinari, ma guardando questa scena non si può fare a meno di pensare una cosa:
Chaplin aveva ragione…
E’ quella del sonoro, non più inteso come solo accompagnamento dell’immagine.
Le bocche si muovono e questa volta cantano. Il pubblico riesce a sentirlo, non ha bisogno di didascalie (anche se nel film citato sono ancora molto presenti).
Chaplin non ha mai visto di buon occhio la naturale evoluzione di questa forma d’arte (la sua), vedendo nell’utilizzo del suono non una semplice compensazione (utile alla narrazione), ma un compromesso svantaggioso.
Si perché, per una cosa guadagnata, se ne perdeva un’altra e molto più importante:
La poesia, basata sulla quiete, su ciò che un semplice sguardo riesce a donare e che la parola può solo “spiattellare” volgarmente.
E’ per questo che per il suo successivo lungometraggio, “Luci della città” (1931), la sua naturale predilezione per il silenzio è riuscita a vincere questo nuovo e temibile avversario (molte le “vittime della parola” soprattutto attori, caratterizzati da una brutta voce e quindi impossibilitati a recitare film sonori), regalandoci una delle più candide e romantiche storie d’amore che il grande schermo sia riuscito a mormorare (esiste forse sguardo più bello e commovente di quello che fa il nostro amico Vagabondo nel finale?).
Con il successivo “Tempi Moderni”, le sperimentazioni raggiungono il livello di una vera e propria sfida.
“Modern Times” è un film sonoro, ma silenzioso.
Vince sul suo avversario, relegandolo ai margini e riducendolo ad una semplice cornice.
Mai come in questo caso le parole sono state più superflue.
Nello stupendo prefinale, per la prima volta, il Vagabondo fa sentire la sua voce e lo fa esibendosi in un canto (sull’aria di “Io cerco la Titina”).
Quelle che sentiamo non sono frasi, ma la scena possiede una carica comunicativa che ha dell’incredibile (non è questo forse l’estremo sberleffo nei confronti di una novità malvista?).
Nelle successive produzioni il regista e il suo naturale nemico giungeranno ad un pace forzata, i cui frutti saranno straordinari, ma guardando questa scena non si può fare a meno di pensare una cosa:
Chaplin aveva ragione…
15 commenti:
Io cerco la Titina!!! Fantastico! Post stupendo ^_-
Ale55andra
grazie per il complimento!^^
Era da tanto che volevo fare questo post...spero di aver reso giustizia al film, ma soprattutto al personaggio Chaplin, che adoro (non si vive di solo Horror...^^).
bel post... io sono ignorantissima per quanto riguarda chaplin, ho solo letto e mai visto un film per intero! Dovrò rimediare prima o poi, ma i film sono sempre troppi.
ps:ti ho linkato
ciao ciao monia
film che devo assolutamente vedere!il post incita alla visione..bravo!come al solito!
Bellissimo post...un doveroso omaggio ad uno dei più grandi personaggi del novecento...immortale come i suoi film. Ciao carissimo, buon weekend
@ monia: grazie del complimento (e del link).^^
Non riesco a raggiungere il tuo blog, puoi mandarmi l'indirizzo?
@ deneil: vedilo mi raccomando e non solo questo...Chaplin va visto tutto!
@ pickpocket83: Grazie!^^
Spero veramente di aver fatto un degno omaggio...
Buon fine settimana anche a te!;)
Tanto di capello, anzi di bombetta, a uno dei più grandi GENI della storia del Cinema... Gli altri? Welles, Kubrick, Wilder e pochissimi altri.
Sarò ripetitivo ma Chaplin è uno di quei rari autori che è riuscito a girare più di tre capolavori (per me sei o sette). E tempi moderni è uno fra questi. Il tuo post è inoltre all'altezza del film. Bravo davvero. Ciao.
Uno dei più grandi film di sempre del più grande genio del cinema...
Un saluto
CAPOLAVORO
bel post, bravo!
@ mr hamlin: tanto di cappello. Chaplin è l'unico capace di farmi commuovere con un solo sguardo...
@ luciano: grazie.
Per me ogni suo film è un capolavoro.
@ chimy: d'accordissimo
@ honeyboy: grazie.
Solo lui ha potuto girare un film "muto" in piena epoca del sonoro. E non solo: Chaplin con quella frase senza senso detta sul finale lancia una critica spietata al sonoro come se volesse dire che la parola solo quando ha senso è necessaria ma che si può fare poesia e grande cinema ancora solo e soltanto con le immagini.Finale tra i più belli di sempre.
MrDAVIS
come avrai capito dal post, concordo assolutamente con quello che dici...
questo blog e quello di recensioni libere stanno diventando la mia bibbia.
addirittura!
Grazie mille...:)
Posta un commento