E’ stato il cinema ad identificare il Vampiro come “eroe” romantico, destinato a vivere un’eternità di tristezza, perennemente in bilico tra odio e amore.
Al suo secondo lungometraggio Cronenberg, decide di reinterpretare tale argomento, proseguendo quell’ideale strada intrapresa con il precedente “Il Demone sotto la pelle”.
Ancora una volta si parla di contagio, di epidemia e ancora una volta è la scienza l’elemento scatenante, ma siamo del tutto lontani dalla liberazione sessuale raccontata nel primo film.
In “Rabid”, infatti l’amore è una cosa irraggiungibile per la “vampira” Rose, affamata di sangue e d’affetto e impossibilitata a conciliare le due cose.
E’ in questa tormentata dualità (un concetto fondamentale nell’intera filmografia del regista) che risiede l’essenza della pellicola, capace di discostarsi dalle più comuni tematiche horror per toccare territori impensabili (come il melodramma).
Rose non vuole uccidere (e quando lo fa non se ne rende conto), ma è costretta a farlo (in una scena, mentre lei cammina per strada, alle sue spalle appare il manifesto del film “Carrie – Lo sguardo di Satana”, come Carrie anche Rose non è malvagia, ma è obbligata a diventarlo).
Ogni sua vittima rappresenta un disperato bisogno d’amore (non a caso Rose per nutrirsi ha bisogno di un contatto “affettuoso”, deve abbracciare le sue vittime).
Il tema della mutazione, cardine principale attorno al quale ruota l’intera opera del regista canadese, comincia qui a manifestarsi nella sua forma più corporale e sessuale, identificabile in quel foro sotto l’ascella della protagonista (un vero e proprio sfintere), dal quale fuoriesce quell‘escrescenza fallica, unica possibile via di nutrimento.
Ancora una volta Cronenberg ci propone un “oltre-horror”, una perversa e spaventosa “love story” che, come ogni melodramma che si rispetti, si conclude con il più estremo dei sacrifici:
Quello della vita, sacrificata in nome dell’amore.
Al suo secondo lungometraggio Cronenberg, decide di reinterpretare tale argomento, proseguendo quell’ideale strada intrapresa con il precedente “Il Demone sotto la pelle”.
Ancora una volta si parla di contagio, di epidemia e ancora una volta è la scienza l’elemento scatenante, ma siamo del tutto lontani dalla liberazione sessuale raccontata nel primo film.
In “Rabid”, infatti l’amore è una cosa irraggiungibile per la “vampira” Rose, affamata di sangue e d’affetto e impossibilitata a conciliare le due cose.
E’ in questa tormentata dualità (un concetto fondamentale nell’intera filmografia del regista) che risiede l’essenza della pellicola, capace di discostarsi dalle più comuni tematiche horror per toccare territori impensabili (come il melodramma).
Rose non vuole uccidere (e quando lo fa non se ne rende conto), ma è costretta a farlo (in una scena, mentre lei cammina per strada, alle sue spalle appare il manifesto del film “Carrie – Lo sguardo di Satana”, come Carrie anche Rose non è malvagia, ma è obbligata a diventarlo).
Ogni sua vittima rappresenta un disperato bisogno d’amore (non a caso Rose per nutrirsi ha bisogno di un contatto “affettuoso”, deve abbracciare le sue vittime).
Il tema della mutazione, cardine principale attorno al quale ruota l’intera opera del regista canadese, comincia qui a manifestarsi nella sua forma più corporale e sessuale, identificabile in quel foro sotto l’ascella della protagonista (un vero e proprio sfintere), dal quale fuoriesce quell‘escrescenza fallica, unica possibile via di nutrimento.
Ancora una volta Cronenberg ci propone un “oltre-horror”, una perversa e spaventosa “love story” che, come ogni melodramma che si rispetti, si conclude con il più estremo dei sacrifici:
Quello della vita, sacrificata in nome dell’amore.
7 commenti:
Quando vedo una recensione su Cronenberg mi sento smuovere qualcosa dentro e la devo leggere assolutamente. Inutile dire che adoro il film. Anche questo fa parte di quel gruppo di film che ogni tanto devo rivedere. Ottima scelta ^_^
A presto.
Ehehe l' avevi promesso ed eccola qui la rece..davvero ben fatta come al solito..ora mi sembra che tu stia intraprendendo la strada che io ho fatto con jack arnold ma con cronenberg al suo posto..il che mi fa dubitare sulla nostra sanità mentale..comunque questo lo devo ancora vedere..credo che se vedessi i film che hai a casa impazzirei..mi chiuderei per giorni a vedere solo dei film..il che mi fa ridubitare della mia sanità mentale..
lo possiedo ma devo ancora vederlo :-(
Grande film, esempio perfetto del folle talento di Cronenberg.
@ luciano: Cronenberg è una passione comune...^^
@ deneil: si si...ho intrapreso la tua stessa strada...^^
@ honeyboy: subito nel lettore dvd...è un ordine!^^
@ amosgitai: il folle talento di cronenberg è riuscito sempre a prevalere, sin dagli esordi, per poi esplodere in tutta la sua potenza verso metà carriera...pino piano arriverò anche a quei film...^^
... gran voglia di vederlo... ottima rece! a presto! saluti baresi
grazie per il complimento...
I saluti Baresi sono ricambiati...;)
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