Cronenberg non condanna il risveglio dei sensi e quello che succede all’interno del suo primo lungometraggio “commerciale” (preceduto da due mediometraggi di stampo più underground), va ben oltre la semplice rappresentazione di un contagio “zombesco” di stampo sessuale.
“Il Demone sotto la pelle” è stato girato con un preciso intento, avvicinarsi ad un genere più popolare, per poter far diventare quella nata come una inaspettata passione, un vero e proprio lavoro.*
Promessa rispettata solo in parte.
E’ vero, grazie all’horror Cronenberg è riuscito ad ottenere una giustificata fama. Ma la sua commercializzazione forzata non è altro che una pura apparenza perché ,sin dagli esordi, il regista canadese è riuscito ad imprimere nelle sue opere tutte le sue più profonde ossessioni:
Quella per il sesso, quella per la maternità (corpi ospiti di altri corpi), quella per la mutazione (concreta o figurata) e quella per le atmosfere fatiscenti (che Gianni Canova definirà una vera e propria “Estetica della Sporcizia”).
“Shivers” (uno dei titoli con cui è conosciuta la pellicola all’estero, gli altri sono “The parasite murders”, “They came from within” e “Frisson”) parla di un’epidemia, scatenata da un’entità parassita, che trasforma gli uomini in catatonici esseri affamati di sesso.
Una libertà sessuale circoscritta e delimitata ad un solo spazio, quello di una moderna struttura residenziale, trappola paradisiaca, ma anche metafora di una possibile liberazione.
Nel finale, mentre assistiamo ad un vero e proprio atto di nomadismo (i contagiati che, irriconoscibili dai “normali”, si muovono in massa, in cerca di nuovi “amanti”), una voce proveniente da una radio ci rassicura su quanto è successo.
Anche se a conoscenza della verità, l’apparente normalità degli abitanti del residence, ci aiuta a riflettere:
Forse è il resto del mondo diverso (o ugualmente malato), intrappolato dalle sue stesse restrizioni e ormai terrorizzato da esse.
* “A Cannes mi sono convinto che se volevo continuare a realizzare dei film, dovevano obbligatoriamente essere commerciali. Avevo bisogno di un impegno professionale, dovevo riuscire a guadagnarmi la vita facendo dei film. Non volevo più fare cinema come passatempo. Allora mi sono detto: bene, devo regolare i miei conti con il festival di Cannes.”
(David Cronenberg, “The Shape of Rage”)
“Il Demone sotto la pelle” è stato girato con un preciso intento, avvicinarsi ad un genere più popolare, per poter far diventare quella nata come una inaspettata passione, un vero e proprio lavoro.*
Promessa rispettata solo in parte.
E’ vero, grazie all’horror Cronenberg è riuscito ad ottenere una giustificata fama. Ma la sua commercializzazione forzata non è altro che una pura apparenza perché ,sin dagli esordi, il regista canadese è riuscito ad imprimere nelle sue opere tutte le sue più profonde ossessioni:
Quella per il sesso, quella per la maternità (corpi ospiti di altri corpi), quella per la mutazione (concreta o figurata) e quella per le atmosfere fatiscenti (che Gianni Canova definirà una vera e propria “Estetica della Sporcizia”).
“Shivers” (uno dei titoli con cui è conosciuta la pellicola all’estero, gli altri sono “The parasite murders”, “They came from within” e “Frisson”) parla di un’epidemia, scatenata da un’entità parassita, che trasforma gli uomini in catatonici esseri affamati di sesso.
Una libertà sessuale circoscritta e delimitata ad un solo spazio, quello di una moderna struttura residenziale, trappola paradisiaca, ma anche metafora di una possibile liberazione.
Nel finale, mentre assistiamo ad un vero e proprio atto di nomadismo (i contagiati che, irriconoscibili dai “normali”, si muovono in massa, in cerca di nuovi “amanti”), una voce proveniente da una radio ci rassicura su quanto è successo.
Anche se a conoscenza della verità, l’apparente normalità degli abitanti del residence, ci aiuta a riflettere:
Forse è il resto del mondo diverso (o ugualmente malato), intrappolato dalle sue stesse restrizioni e ormai terrorizzato da esse.
* “A Cannes mi sono convinto che se volevo continuare a realizzare dei film, dovevano obbligatoriamente essere commerciali. Avevo bisogno di un impegno professionale, dovevo riuscire a guadagnarmi la vita facendo dei film. Non volevo più fare cinema come passatempo. Allora mi sono detto: bene, devo regolare i miei conti con il festival di Cannes.”
(David Cronenberg, “The Shape of Rage”)
12 commenti:
questo incredibilmente non l' hovisto..ma ce l'ho da qualche parte..sempre recensioni troppo interessanti!!!!!!e dai gusti troooppo simili!!!
Guardalo e poi fami sapere, sono sicuro che non ti deluderà(come può deludere Cronenberg?^^)...
Ci sono ovviamente molti rimandi Romeriani...una scena del film sarà poi ripresa in seguito da Wes Craven per il suo Nightmare, vediamo se la riconosci (piccolo Cine Quiz privato...^^).
PS: ho deciso di rivedermi l'intera filmografia di Cronenberg, prossima tappa: "Rabid - Sete di sangue" ;)
Aaaah! Questo, questo, non ci crederai, lo vidi al cinema! Questo film ha un potere enorme su di me. Infatti lo guardo raramente. Sarà per la metafora del conformismo (o della dittatura) sarà perché (chissà poi perché) mi ricorda Rinoceros (la commedia di Ionesco), ma quando lo vedo vado in estasi. Esagerata reazione, vero? Perfetto Cinedelia continua a farmi ricordare questi momenti con i tuoi ottimi interventi.
A presto.
Nessuna esagerazione...è un grande film e, come ho detto, molto meno ingenuo di quanto possa sembrare...
certo che vederlo in sala dev'essere stata un'esperienza unica, ti invidio (io però ancora non ero nato ^^).
Lieto di riportarti alla mente piacevoli ricordi...;)
Ciao
Ma quando l'ho visto non era una prima visione. Lo vidi a un ciclo di film sull'horror nei primi anni novanta. Forse eri già nato. Magari averlo visto in una prima visione cinematografica! :)
aaaah! perdona il malinteso!^^
Si si, ero nato...avevo pressapoco 10 anni...
boh, mi sa che mi ha mangiato il commento, cmque ripeto: gran film e gran locandina, che ignoravo...
mi manca anche questo..
uhm, mi manca mi manca
già ti ho promesso che avrei guardato inseparabili e non l'ho ancora fatto!
prossima settimana aggiungo anche questo, promesso!
@ simone: non sai che ricerca ho dovuto fare per trovarla...^^
@ delirio & honeyboy: guardatelo...guardateli tutti!^^
Bel post sull'esordio di Cronenberg nel lungometraggio.
The brood è uno dei miei preferiti di quel periodo.
Ti ho aggiunto anch'io tra i link.
Alla prossima.
Prossimamente parlerò anche di The Brood...ma, in ordine cronologico, tocca prima a "Rabid - sete di sangue"...
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