Io e Annie (1977 , regia Woody Allen)
Lui (Woody Allen), è un comico newyorkese, ma di origini ebree. Lei (Diane Keaton), è una ragazza americana, figlia dell’alta borghesia e con qualche rotella fuori posto. I due si amano, convivono, ma non tutto va per il verso giusto.
In oltre trent’anni di carriera, Allen è riuscito a fare del suo cinema un’autoterapia esorcizzante ma dagli esiti non sperati (viene da dire: “per fortuna!”). Niente è cambiato del suo alter ego cinematografico, ossessioni, paure, angosce, sono sempre le stesse e incredibilmente non stancano mai.
Guardando “Annie Hall” però, si ha la sensazione che il tema sia maggiormente sentito. Le cause possono essere molteplici. Il “gagman” complesso, affetto da spasmodica logorrea, perennemente in cura dal suo caro terapista, risente in maniera concreta dei reali dubbi dovuti alla conclusione di un ciclo vitale determinante. La soglia dei quarant’anni, con la conseguente valutazione di quanto si è fatto e quanto si deve ancora fare. Esorcizzata nel migliore (e più divertente) dei modi, l’entrata negli “anta”, viene vissuta con angoscia attraverso sfoghi mentali e ricordi passati. Nonostante tutto si ride di gusto quando Allen si confronta mentalmente con i suoi ex compagni di scuola o quando, con pindarici voli immaginari, riesce a zittire saccenti tuttologhi.
Mai come in questo film la comicità del regista si è rifatta ai tempi ristretti del cabaret (rendendo la vita del suo personaggio un’amalgama perfetta tra professione e vita reale), ma nonostante la numerosa presenza di sketch autoconclusivi, il film non si presenta come un forzato rattoppamento.
Allen guarda alla realtà con gli occhi di un comico e secondo la ben nota teoria Pirandelliana, coglie di ogni evento la parte divertente e quella tragica. Il suo cinema deve molto al fumetto, specialmente a quel filone comunemente conosciuto come “strip”, incentrato sulle innumerevoli disavventure di un ben caratterizzato personaggio.
Alla fine la striscia comica presenta la stessa forma della pellicola cinematografica e il regista lo sa bene. E’ riuscito ad inserirla nelle ingombranti bobine di un proiettore. Solo lui lo sa fare ed è un segreto che si tiene ben stretto.
C’è da dire che fortunatamente il mondo in cui vive non è poi così brutto come lo dipinge (almeno per lui), ma quanta verità!
Nelle amare (e talvolta ciniche) riflessioni sulla vita, sull’amore, sull’età, può rispecchiarsi ognuno di noi. Ed è un folle quello che definisce la poetica di Allen “Filosofia Spicciola”.
Lui (Woody Allen), è un comico newyorkese, ma di origini ebree. Lei (Diane Keaton), è una ragazza americana, figlia dell’alta borghesia e con qualche rotella fuori posto. I due si amano, convivono, ma non tutto va per il verso giusto.
In oltre trent’anni di carriera, Allen è riuscito a fare del suo cinema un’autoterapia esorcizzante ma dagli esiti non sperati (viene da dire: “per fortuna!”). Niente è cambiato del suo alter ego cinematografico, ossessioni, paure, angosce, sono sempre le stesse e incredibilmente non stancano mai.
Guardando “Annie Hall” però, si ha la sensazione che il tema sia maggiormente sentito. Le cause possono essere molteplici. Il “gagman” complesso, affetto da spasmodica logorrea, perennemente in cura dal suo caro terapista, risente in maniera concreta dei reali dubbi dovuti alla conclusione di un ciclo vitale determinante. La soglia dei quarant’anni, con la conseguente valutazione di quanto si è fatto e quanto si deve ancora fare. Esorcizzata nel migliore (e più divertente) dei modi, l’entrata negli “anta”, viene vissuta con angoscia attraverso sfoghi mentali e ricordi passati. Nonostante tutto si ride di gusto quando Allen si confronta mentalmente con i suoi ex compagni di scuola o quando, con pindarici voli immaginari, riesce a zittire saccenti tuttologhi.
Mai come in questo film la comicità del regista si è rifatta ai tempi ristretti del cabaret (rendendo la vita del suo personaggio un’amalgama perfetta tra professione e vita reale), ma nonostante la numerosa presenza di sketch autoconclusivi, il film non si presenta come un forzato rattoppamento.
Allen guarda alla realtà con gli occhi di un comico e secondo la ben nota teoria Pirandelliana, coglie di ogni evento la parte divertente e quella tragica. Il suo cinema deve molto al fumetto, specialmente a quel filone comunemente conosciuto come “strip”, incentrato sulle innumerevoli disavventure di un ben caratterizzato personaggio.
Alla fine la striscia comica presenta la stessa forma della pellicola cinematografica e il regista lo sa bene. E’ riuscito ad inserirla nelle ingombranti bobine di un proiettore. Solo lui lo sa fare ed è un segreto che si tiene ben stretto.
C’è da dire che fortunatamente il mondo in cui vive non è poi così brutto come lo dipinge (almeno per lui), ma quanta verità!
Nelle amare (e talvolta ciniche) riflessioni sulla vita, sull’amore, sull’età, può rispecchiarsi ognuno di noi. Ed è un folle quello che definisce la poetica di Allen “Filosofia Spicciola”.
17 commenti:
mi hai toccato un altro dei mie film cult..e anche qui mi verrebbe da dire miliardi di cose...ma evito..quanti ti è piaciuto da 1 a 10?
mi è piaciuto tantissimo (l'indice di gradimento raggiunge vette massime)...alla fine sarà una cosa banale quella che sto per dire, ma nella maggior parte dei discorsi logorroici di Allen mi ci ritrovo completamente...
infatti non è difficile rispecchiarsi in certe cose..e non è banale...
ps scusa per ieri sera, io non volevo buttare in paranoia nessuno, volevo condividere una cosa che mi è successa con gli amici al bar..
Anche per me è un film cultone da nn toccare assolutamente. E, anche se sono una donna, mi ritrovo a pieno anche io nelle elucubrazioni filosofiche del grandissimo e mitico Allen. Film adorabile, superlativo, fantastico. Forse il migliore di uno dei miei registi preferiti, se non il preferito!
Ale55andra
@ rovistata: tranquilla...alla fine si è trattato di una passegiera sega mentale...mi capitano spesso, ma poi passano subito...;)
@ ale55andra: non posso definire Allen il mio regista preferito...ma resta il fatto che i suoi film finora non mi hanno mai deluso...anche per me questo resta il migliore...ma ne devo ancora vedere molti...penso che il prossimo sarà Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso...
allora permettimi un consiglio..il film si chiama " un'altra donna" per me è una chicca da vedere assolutamente...
ps voi vi immedesimate in allen, sono forse strana io che mi immedesimo in annie hall?
beh...io sinceramente mi trovo più a mio agio nei panni maschili di Allen...;)
Alla fine non penso che sia strano il fatto che ti immedesimi in Annie...perchè dovrebbe esserlo?
Per il fim sto già provvedendo...;)
Dio mio che meraviglia!!Il mio Allen preferito in assoluto: Diane Keaton è iconica oltretutto ma è Allen con il suo personaggio a farmi impazzire!!!AMO!
MrDAVIS
Io intendevo dire che in generale mi identifico in Allen, nn solo in questo film particolarmente ^^
Ale55andra
@ MrDAVIS: concordo pienamente...alcune trovate di questo film sono proprio geniali...non l'ho citata nella rece, ma la scena della fila al cinema mi ha fatto morire...
@ ale55andra: alla fine quello che dice è la pura verità...ogni tanto ci calca un pò la mano...ma non lo si può negare...
La discussione col massmediologo è da crampi allo stomaco :P
Ale55andra
Beh quella scena (la fila al cinema) è qualcosa di straordinario!!!!!!Per nn parlare dell'inizio:qaundo mai si era visto qualcosa del genere??!Immenso!
MrDAVIS
Anche io ho il vizio di trovarmi ei logorrici discorsi di Allen. Poi Allen è l'unico a non stancare, pur affrontando sempre (bè, quasi) lo stesso tema e gli stessi personaggi. Io e Annie l'ho amato particolarmente (per molti è il suo capolavoro)... per la spontaneità de dialoghi, l'autoanalisie...
Delicato, poetico, comico, amaro, una delle commedie più belle della storia del cinema. Dialoghi all'ennesima potenza. Ce ne sarebbe da dire, ma forse le parole non basterebbero a definirlo appieno.
Mi fermo qui.
La-di-da, la-di-da ;-)
Byez
@ Lilith & Steve Mcqueen: d'accordissimo con voi...;)
capolavorissimissimissimo
concordo...finora il più bello...ma ne devo ancora vedere molti...
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