Diario di un vizio (1993 , regia Marco Ferreri)
Il vizio che affligge il malinconico Benito (un bravissimo Jerry Calà), non è solo quello del tabagismo. Oltre alla tangibile (e banale) dipendenza fisica, caratteristica comune a tantissime persone, quest’uomo è assuefatto alla vita, al sesso, al sogno.
Ed è per questo che passa le sue giornate vivendo (e sognando) in una perenne annotazione. Talmente scrupolosa da registrare ogni minimo movimento fisico, concreto o astratto che sia, per soffermarsi su quel sussulto interno che più lo fa soffrire, quello del cuore. Vive d’amore Benito, vive per amare. Sfoga i suoi inconfessabili pruriti edipici con lascive passanti, soffrendo allo stesso tempo per un affetto corrisposto saltuariamente dall’avvenente Luigia (Sabrina Ferilli).
“Diario di un vizio” non è un film credibile per trama e non pretende di esserlo. E’ un film coerente per emozione (giusta o sbagliata che sia), trova la sua realizzazione in una scarna rappresentazione di un irreale talmente banale da lasciare indifferenti e da passare inosservato.
La favola moderna di un sognatore scostumato, mai cresciuto realmente e forse per questo impreparato agli eventi e sempre in cerca di una figura femminile (ma soprattutto materna), di un necessario ma colpevole contatto.
Marco Ferreri dirige la storia, non gli attori e questo si vede, ma non è una novità. Nella spontaneità di una recitazione inconsapevole risiede l’essenza di questo film e tutta la sua morbosità.
Bellissima interpretazione di Jerry Calà, che nella sue mille imperfezioni rende giustizia alla (sporca) purezza di un inquieto grafomane.
Il vizio che affligge il malinconico Benito (un bravissimo Jerry Calà), non è solo quello del tabagismo. Oltre alla tangibile (e banale) dipendenza fisica, caratteristica comune a tantissime persone, quest’uomo è assuefatto alla vita, al sesso, al sogno.
Ed è per questo che passa le sue giornate vivendo (e sognando) in una perenne annotazione. Talmente scrupolosa da registrare ogni minimo movimento fisico, concreto o astratto che sia, per soffermarsi su quel sussulto interno che più lo fa soffrire, quello del cuore. Vive d’amore Benito, vive per amare. Sfoga i suoi inconfessabili pruriti edipici con lascive passanti, soffrendo allo stesso tempo per un affetto corrisposto saltuariamente dall’avvenente Luigia (Sabrina Ferilli).
“Diario di un vizio” non è un film credibile per trama e non pretende di esserlo. E’ un film coerente per emozione (giusta o sbagliata che sia), trova la sua realizzazione in una scarna rappresentazione di un irreale talmente banale da lasciare indifferenti e da passare inosservato.
La favola moderna di un sognatore scostumato, mai cresciuto realmente e forse per questo impreparato agli eventi e sempre in cerca di una figura femminile (ma soprattutto materna), di un necessario ma colpevole contatto.
Marco Ferreri dirige la storia, non gli attori e questo si vede, ma non è una novità. Nella spontaneità di una recitazione inconsapevole risiede l’essenza di questo film e tutta la sua morbosità.
Bellissima interpretazione di Jerry Calà, che nella sue mille imperfezioni rende giustizia alla (sporca) purezza di un inquieto grafomane.
12 commenti:
Incredibile hai recuperato e redento Jerry Calà! Ihihi!
Letta la tua recensione... sembrerebbe un bel film e magari sicuramente lo è pure, però... Però Jerry Calà..
Vuoi chiamarlo pregiudizio?
E chiamiamolo pregiuidizio.
Ma io non lo tollero.
Non lo tolleravo negli anni 80 e non lo tollero nel 2000.
Certo, un po' di curiosità me l'hai fatta venire eh..
@ lilith: eh eh...lo so!;)
Però sto film è veramente bello, anche se molto strano...
@ trinity: secondo me è molto bello, il fatto che non ti piaccia è una ragione in più per vederlo...magari rimarresti stupita...
Scusa la domanda che potrà sembrare idiota... ma è un film vecchio???
Perché io non ne ho mai sentito parlare!
Comunque se trovo un po' di tempo me lo vedo, perché mi hai fatto proprio incuriosire!
Beh...effettivamente...accanto al titolo ho messo la data di uscita del film...;P
Scherzi a parte è del '93, se ti capita vedilo...ti avviso però che è molto strano...non so se hai mai visto altri film di Ferreri...
sono senza parole. che ferreri fosse un "provocatore" (forse inconsapevole) già lo sapevo. in questo film però forse ha osato fin troppo. in dillinger è morto ha lasciato spazio all'immagine soffocando la parola. in questo cerca di fondere le due cose associando ad ogni immagine almeno un dialogo (non esagero, in dillinger è morto su 2 ore di film c'è solo 30 minuti di parlato).
a me questo film non è piaciuto. per me ferreri ha anch'egli "annotato" su video un uomo sempre uguale a se stesso e con le sue manie. poi ovviamente nel dare un giudizio negativo al film gioca tanto la mia avversione per jerry calà e l'odio per quei film distaccati. per me è molto freddo, anche le scene di "amore" comunicano freddezza e "impenetrabilità" di conoscenza. tu parli di assuefazione all'amore, io penso che non ci sia amore, solo voglia di realizzazione del desiderio.
ps spero di non aver annoiato
beh...non è esatto...ho scritto che è assuefatto al sesso...e su questo penso che siamo d'accordo.
Per il fatto che vive d'amore e vive per amare, posso dirti che il film mi ha dato l'impressione di una continua ricerca di sentimento da parte di benito...sentimento irrealizzabile e introvabile, che trova sfogo nell'istinto sessuale...ti ricordi la chiacchierata che facemmo al bar sabato? ecco, io in questa scquallida rappresentazione del sesso ci ho visto un profondo complesso edipico, che trova sfogo nei sogni e raggiunge l'apice nel finale quando la donna incontrata all'inizio si concede ma non si fa toccare...per il resto lo sai che io nei film distaccati ci sguazzo...;P
Dillinger è morto me lo devo procurare...
Ma in che senso dici sono senza parole? non ti è piacuta la rece?
no. la recensione è buona..è soltanto che però tu hai toccato punti che mi hanno fatto scattare. il "non ho parole" non è alla tua recensione ma al film. poi in realtà secondo me il complesso che ha benito non è edipico. all'inizio del film c'è un fotogramma in cui si vede benito che tocca la sorella. secondo me la chiave del film è tutta lì. i rapporti che ha con le altre donne sono tutti cosi, veloci, carnali, e "da nascondere". tutto è fatto per raggiungere il proprio godimento.
però durante il film, se non erro, ha (ho racconta di aver avuto)un sogno erotico riguardante la madre...bu, io ho associato la prostituta incinta, la scena del giornalaio, dove lui si avvinghia alle parti intime della donna, ecc... come una ricerca del sentimento materno...però anche la tua è un'osservazione esatta...vabbè, alla fine poco importa, l'importante è che mi sia piaciuto...
mbe' si. l'importante è che a qualcuno piaccia.
Non sempre mi è piaciuto Ferreri nella sua prolifica carriera cinematografica (ho amato "Chiedo asilo" per esempio, e trovato trash "La carne"), ma su "Diario di un vizio" do un giudizio positivo. E mi chiedo perchè Jerry Calà, invece di fare boiate piene di sbucione e tronisti come "Vita Smeralda", non si produca un bel film drammatico.
Ho visto di recente il film,x me e un film notevole,comunica un malessere che mi ha colpito,non e certo un film erotico nonostante i nudi..mi rimarrà dentro il pianto di cala su una spiaggia al tramonto,i continui viaggi in tram...il pianto a pasqua da solo nel corridoio di casa..
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