Una cena tra ricchi borghesi si trasforma in una forzata convivenza. Padroni di casa e ospiti, inspiegabilmente non riescono ad uscire dalla sala da pranzo. Non si tratta di un’occupazione volontaria, ma di una vera e propria sudditanza psicologica dovuta a cause sconosciute.
In balia di una forza misteriosa, che obbliga loro a restare ingabbiati in questo delimitato spazio e allo stesso tempo non permette a nessuno di entrare per soccorrerli, i facoltosi prigionieri godranno di tutti i “benefici” che la situazione può offrire, patendo fame e sete e disperandosi per la stramba situazione.
Buñuel non ha mai gradito l’ambiente borghese e i suoi film ne sono la piena testimonianza.
Per il regista la borghesia non è altro che una sfilata di manichini vestiti di luoghi comuni, che frequentano i salotti importanti esibendosi nell’arte dell’insulso perbenismo.
Costretti alla convivenza questi personaggi scoprono di non andare d’accordo neanche con i propri simili. Le quattro mura della stanza, confine insuperabile, crollano di fronte all’emergere di sentimenti poco ortodossi come odio, invidia ed egoismo.
Una punizione divina che mortifica del tutto la classe borghese, spogliandola di ogni certezza.
I salotti tanto amati diventano un’insopportabile prigione, dimostrando così che l’isolamento giova solo quando è volontario.
L’originalità di Buñuel risiede nel sapiente uso delle metafore e questo film ne è la piena dimostrazione.
Il contenuto trionfa, offuscando un’evidente povertà di mezzi.
In balia di una forza misteriosa, che obbliga loro a restare ingabbiati in questo delimitato spazio e allo stesso tempo non permette a nessuno di entrare per soccorrerli, i facoltosi prigionieri godranno di tutti i “benefici” che la situazione può offrire, patendo fame e sete e disperandosi per la stramba situazione.
Buñuel non ha mai gradito l’ambiente borghese e i suoi film ne sono la piena testimonianza.
Per il regista la borghesia non è altro che una sfilata di manichini vestiti di luoghi comuni, che frequentano i salotti importanti esibendosi nell’arte dell’insulso perbenismo.
Costretti alla convivenza questi personaggi scoprono di non andare d’accordo neanche con i propri simili. Le quattro mura della stanza, confine insuperabile, crollano di fronte all’emergere di sentimenti poco ortodossi come odio, invidia ed egoismo.
Una punizione divina che mortifica del tutto la classe borghese, spogliandola di ogni certezza.
I salotti tanto amati diventano un’insopportabile prigione, dimostrando così che l’isolamento giova solo quando è volontario.
L’originalità di Buñuel risiede nel sapiente uso delle metafore e questo film ne è la piena dimostrazione.
Il contenuto trionfa, offuscando un’evidente povertà di mezzi.
7 commenti:
bonuel mi fa paura. io ho visto bella di giorno, ma davvero non riuscirei a vedere nient'altro.
"Bella di giorno" lo devo ancora vedere...per ora ho visto soltanto questo e "Il fascino discreto dell borghesia" e devo dire che mi sono piaciuti...ma in che senso ti fa paura?
Per me il capolavoro di Bunuel assieme al fascino discreto della borghesia. Bella di Giorno lo ritengo un po' inferiore, ma non di molto. Edo
mi fa paura nel senso che la critica alla borghesia (e se proprio la dobbiamo dire tutta ormai tutti facciam parte della borghesia, e nasce da questo la mia paura)è talmente cinica e realistica nello stesso tempo che..mi viene da pensare..dove è finito il "sogno"?i film di bonuel rappresentano la realtà ma allora il romanticismo la speranza..dove sono? io ho bisogno di questo di magia, di quella maga difficile da vivere nella vita reale
Questo di Bunuel mi manca. Ai primi posti (tra quelli che ho visto)metto Il fascino discreto della borghesia e Viridiana.
@ dome & edo: prossimamente vedrò gli altri e saprò giudicare...
@ rovistata: su questo hai ragione...è una rappresentazione ultra cinica della realtà, ma che ha anche un suo fascino...almeno per me. Finora ho visto ben poco, ma devo dire che mi attirano le sue rappresentazioni anoiate e fataliste della società, inquietanti (come hai detto tu), nella loro "normalità"...
@ edo: viridiana non l'ho visto...me ne mancano parecchi...devo rimediare...;)
Ciao, avendo appena aperto un blog sul cinema ho iniziato a girare un pò su internet e sono incappato su questa recensione. Chiara e concisa, non mi è dispiaciuta affatto. Se hai tempo, passa sul mio blog e leggiti la recensione che ho fatto io di questo film e fammi sapere che ne pensi: qualsiasi critica/commento è ben accetto! Ciao
http://econonuovo.blogspot.it/2013/04/langelo-sterminatore.html
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