martedì 8 maggio 2007

Industrial Symphony no. 1 –The Dream of the Broken-Hearted


La “Sinfonia industriale” rappresenta l’approccio Lynchano al musical teatrale.
Lo spettacolo, realizzato in collaborazione con Angelo Badalamenti, compositore delle musiche di gran parte delle produzioni del regista, fu presentato il 10 Novembre 1989 alla prestigiosa Opera House della Brooklyn Academy of Music.


David Lynch da sempre ha manifestato un vivo interesse per gli effetti sonori e le musiche, figure dominanti nei suoi film. Questo piccolo progetto gli ha dato la possibilità di esprimere liberamente tutte le sue più profonde fantasie e ossessioni, creando concretamente quella figura di opera d’arte in movimento tanto rincorsa dal regista, che per questa rappresentazione ha composto tutti i testi e parte delle musiche.
La voce angelica ed eterea di Jelee Cruise, altra figura costante nelle produzioni di Lynch, accompagna tutta l’opera che, come dice il titolo, vuole essere il sogno di una donna con il cuore spezzato. E chi meglio del regista Americano può descrivere la dimensione onirica di una donna sofferente?
Il film si apre con un breve filmato che alterna i primi piani di Lula (Laura Dern) e Sailor (Nicolas Cage), protagonisti di “Cuore Selvaggio”, altro capolavoro della filmografia Lynchana. Quello che vediamo sembra essere un finale alternativo del film. Il montaggio ripropone un dialogo telefonico tra i due, al termine del quale Sailor lascia l’eterna compagna.
E’ lei la donna con il cuore spezzato, ed ora inizia il sogno. Il sipario si alza è mostra un ambiente post-atomico, contenitore di tutte le più ricorrenti ossessioni del regista. Luci intermittenti illuminano un paesaggio industriale, caratterizzato da tubature, carcasse di automobili, sagome di aerei disegnate sui fondali. All’interno di questo ambiente la Cruise canta volteggiando in aria, precipitando, spuntando dal cofano di un'automobile, mentre intorno si sviluppa un delirio visivo totalmente sconcertante.
L’immagine della cantante lontana compare su di un gruppo di televisori, ripresa in diretta da uomini in divisa, un ovvio rimando alle manie voyeur di Lynch. Una donna a torso nudo e con i tacchi a spillo, volteggia tra le tubature, per poi discenderne e dileguarsi. Michael J. Anderson (il nano della loggia nera), inizia a segare un tronco posto al centro del palcoscenico. Una creatura gigante si alza da un lettino, e comincia a muoversi all’interno di questo piccolo mondo, seguita da Anderson che la illumina con un piccolo faro. Il resto è un susseguirsi di deliri visivi, musicali, sonori ed espiliciti riferimenti sessuali.
“Industrial Symphony no. 1” è sicuramente un opera di grande impatto, caratterizzata da musiche stupende. Rappresenta un esatto connubio tra arte visiva, musica e teatro secondo la concezione di Lynch.
Ovviamente siamo lontani da trame ben delineate, quello a cui punta l’opera è un totale bombardamento emotivo e nel suo flusso di coscienza ci riesce pienamente.
Questa “sinfonia industriale” non si distacca minimamente dal filone produttivo del regista, fruibile solo tramite una totale passività e accettazione degli eventi.



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