lunedì 17 dicembre 2012

The Lords of Salem, la recensione

Regia: Rob Zombie
Cast: Meg Foster, Ernest Lee Thomas, Jeffrey Daniel Phillips, Torsten Voges, Dee Wallace, Billy Drago, Richard Lynch, Lisa Marie, Maria Conchita Alonso, Kentotis Alvin Foree, Barbara Crampton, Bruce Davison, Christopher Knight, Judy Geeson, Michael Berryman, Sid Haig, Patricia Quinn, Michael Shamus Wiles, Sheri Moon Zombie
Anno: 2012
Durata: Durata: 1h 41m

Sì, lo so, sono dannatamente in ritardo con le recensioni dal Torino Film Festival, chiedo scusa e vado subito con il film più atteso, perlomeno da questa parti.


È un dato di fatto: quando Rob Zombie ha la più totale libertà (creativa ed espressiva) riesce a dare il meglio di sé. I suoi Halloween non possono considerarsi del tutto riusciti proprio per questo, perché il regista/rock star si è ritrovato a dover gestire una storia che, in un modo o nell’altro, gli imponeva dei vincoli.
Se poi lo lasciate libero di vagare senza meta e di esplorare le zone più recondite del male (in ogni sua forma), il gioco è fatto. Non bisogna fare altro che sedersi e godere di uno spettacolo che non esclude assolutamente niente, come hanno dimostrato La Casa dei 1000 Corpi e La Casa del Diavolo, quest’ultimo in grado di fondere le atmosfere di Non aprite quella Porta con la solennità delle opere dell’ultimo Sam Peckinpah.

Per Lords of Salem Rob Zombie è stato completamente libero e la cosa si vede. Ha radunato un cast che comprende vecchi amici, relegati in alcuni casi a ruoli veramente marginali, e alcune icone del cinema di genere, tra cui spicca una superba Patricia Quinn, famosa per essere stata Magenta nel The Rocky Horror Picture Show. Una volta formato il cast non ha fatto altro che metterlo al servizio di una storia all’insegna della più totale anarchia, un viaggio alla scoperta del male che agisce come un flusso di coscienza, mettendo da parte la linearità a favore di una storia all’insegna della più pura suggestione.

I rimandi nei confronti di quei nomi che hanno reso grande il mondo del cinema ci sono, ma su tutti uno spicca in modo particolare: Lucio Fulci. La pellicola diretta da Rob Zombie, infatti, presenta un gusto per la rappresentazione che in più di un’occasione riporta alla mente i barocchismi sfrenati presenti in titoli come …E tu vivrai nel terrore! L’aldilà e Paura nella Città dei Morti Viventi, con l’aggiunta di uno spruzzo di psichedelica e spirito pop, soprattutto nel delirante finale, che riesce ad allontanare il tutto dal semplice omaggio, rendendo questo film un’opera assolutamente personale, che in molti non apprezzeranno ma che, a conti fatti, è caratterizzata da un’incredibile potenza.

Lords of Salem è Rob Zombie. È la sua dichiarazione d’amore nei confronti di un certo tipo di cinema e, soprattutto, è una dichiarazione d’amore nei confronti della sua compagna Sheri Moon, protagonista di una storia che fonde demoni e romanticismo (strano ma vero) e messa completamente a nudo, soprattutto dal punto di vista psicologico, con una delicatezza tale che lascia senza parole.

Pubblicato su ScreenWEEK

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