mercoledì 12 ottobre 2011

Amici di Letto, la recensione

Regia: Will Gluck 
Cast: Justin Timberlake, Mila Kunis, Nolan Gould, Woody Harrelson, Emma Stone, Andy Samberg, Richard Jenkins, Patricia Clarkson, Jenna Elfman 
Durata: 1h 49m 
Anno: 2011 

Jamie (Mila Kunis) e Dylan (Justin Timberlake) non si conoscono, ma hanno una cosa in comune: sono stati entrambi scaricati dalle loro rispettive metà. Il destino vuole che le strade dei due finiscano per incrociarsi: lei di professione fa la reclutatrice di creativi e lui è appunto il creativo di cui ha bisogno. Una volta incontrati in quel di New York, tra loro nasce subito una bella intesa, talmente al di là di ogni malizia da renderli particolarmente intimi e da portarli a prendere una decisione: diventare amici di letto. Niente inutili sentimentalismi, solo del puro, semplice e sano sesso. Del resto nessuno dei due rischia di innamorarsi dell’altro. Forse… 


Dopo gli Amici, Amanti e… interpretati da Ashton Kutcher e Natalie Portman, ecco che un’altra coppia viene portata sul grande schermo per porci l’eterno quesito: può esistere sesso senza amore? La risposta è ovviamente scontata e, in questo caso, lo è ancor più la sua messa in scena. Amici di Letto è esattamente quello che ci si aspetta che sia, ma non è certo detto che questo sia un bene, anzi, è decisamente tutt’altro. Quello diretto da Will Gluck è infatti un film che presenta tutti i cliché che il genere impone, ma la cosa che forse più infastidisce è il fatto che abbia la pretesa di dissacrarli senza tentare per almeno un secondo di starne alla larga. 

Ma cerchiamo di proseguire con ordine. Il film si apre con un montaggio alternato che ci presenta i protagonisti di questa storia. Un inizio promettente (mi sia concesso il termine) che però non mantiene le aspettative. Si prosegue con l’incontro tra i due, per poi arrivare, nel giro di una manciata di battute al vero è proprio fulcro della vicenda: il sesso. Il resto scorre tra amplessi più o meno buffi, (più che) facile sentimentalismo e alcuni personaggi sopra le righe messi lì in nome della tanto ricercata “parentesi comica” (tra questi una menzione speciale la merita un Woody Harrelson decisamente sottoutilizzato). 

Ma la storia non riesce mai a decollare, sia perché è da subito evidente dove vuole andare a parare (non c’è neanche bisogno di vedere il trailer per capirlo) e sia perché non ha decisamente intenzione di farlo, cosciente del fatto che, visto l’appeal dei protagonisti, è in grado di “vincere facile”.

Pubblicato su ScreenWEEK

Nessun commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...