giovedì 9 giugno 2011

Invaders, la recensione

Regia: Tobe Hooper
Cast: Karen Black, Timothy Bottoms, Laraine Newman, James Karen, Bud Cort, Louise Fletcher, Christopher Allport
Durata: 1h 40m
Anno: 1986

Gli amanti del cinema di genere conoscono bene Tobe Hooper. Stiamo infatti parlando di un regista che nel corso della sua carriera ci ha regalato cult movie come Non aprite quella porta e Poltergeist – Demoniache presenze e che, a sua volta, ha saputo rendere omaggio al vecchio cinema di genere americano attraverso titoli come Invaders, remake di una pellicola del 1953: Gli invasori spaziali.


Il film racconta la storia di un’invasione aliena. Venuti con le più cattive intenzioni, questi esseri da un altro mondo (nello specifico Marte) sono in grado di lobotomizzare gli esseri umani, facendoli diventare loro schiavi, così da poter agire indisturbati tra la popolazione. Nessuno sembra accorgersi di quello che sta accadendo, a parte un piccolo ragazzino, che ha visto atterrare un’astronave proprio vicino la sua abitazione. Con l’aiuto di una dottoressa questo ragazzo cercherà di bloccare il diabolico piano degli invasori.

Invaders è una pellicola che non presenta pregi particolari, ma che tutto sommato è in grado di farsi voler bene. Il merito principale risiede in una messa in scena capace di fondere kitsch e gusto retrò in un connubio decisamente d’impatto. Ogni cosa all’interno di questa storia (scenografie, dialoghi, inquadrature, musiche), infatti, sembra essere stata fatta in relazione ad una vecchia maniera di fare cinema, dando luogo ad un omaggio che, sebbene un po’ freddo, non può certo lasciare indifferenti gli appassionati di sci-fi (specialmente se datata).

Certo, è anche vero che determinate pellicole sono in grado di avere un senso solo se contestualizzate all’interno di un determinato periodo di riferimento, e sappiamo bene quanto in America gli anni ’50 siano stati significativi da questo punto di vista. Ma Tobe Hooper è un regista che sa il fatto suo e anche in questo caso è riuscito a regalarci più di un momento suggestivo.

Pubblicato su ScreenWEEK

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