Regia: Rob Marshall
Cast: Johnny Depp, Ian McShane, Penelope Cruz, Richard Griffiths, Geoffrey Rush
Durata: 2h 21m
Anno: 2011
Il capitano Jack Sparrow (Johnny Depp), dopo essere fuggito alle guardie del Re e aver cercato di liberare il suo vecchio amico Gibbs, si ritrova imprigionato sulla nave di Barbanera (Ian McShane). A condurlo lì è stata Angelica (Penelope Cruz), figlia del temibile pirata e vecchio amore di Jack. La nave è diretta verso la Fonte della Giovinezza. Una meta che fa gola a molti, compreso Barbossa (Geoffrey Rush), ora al servizio della corona d'Inghilterra.
Questa recensione non devo pubblicarla da nessun’altra parte, quindi ne approfitto per usare una maggiore libertà (trema Jerry Bruckheimer, trema!).
Ok, lo sapevamo un po’ tutti che questo quarto capitolo delle avventure dei Pirati dei Caraibi fosse stato realizzato per puro interesse economico e non ci si poteva aspettare più di tanto da un’opera del genere, ma questa volta la corda è stata tirata talmente tanto che si rischia sul serio di spezzarla definitivamente se non si trova un’idea valida per un successivo capitolo che, visti gli incassi ottenuti da questo, si farà sicuramente.
Ma cerchiamo di proseguire con ordine, cominciando dai personaggi. Orlando Bloom e Kiera Knightley, molto probabilmente subodorando un possibile disastro, hanno deciso di non prendere parte a questo lungometraggio. Come risultato l’intero peso del film è finito sul groppone di Johnny Depp. Fin qui niente di male, del resto è sempre stato lui il personaggio principale di questo franchise, ma, incredibile a dirsi, la cosa questa volta non riesce a funzionare. Quella che ci viene presentata sin da subito è una versione di Jack Sparrow forzata e decisamente sotto tono che, pur regalando qualche sorriso, non riesce per l'intera durata del film a ritagliarsi uno di quei momenti memorabili che tanto ce l’avevano fatto adorare.
La produzione ovviamente ha cercato di sopperire alla mancanza di cast inserendo nuovi personaggi che, in un modo o nell’altro, avrebbero dovuto colmare queste lacune. Ma, dopo aver visto la pellicola, ci si chiede sul serio dove siano. Ian McShane e Penelope Cruz, rispettivamente il Pirata Barbanera e sua figlia Angelica, non possiedono un briciolo di carisma, risultando piatti e muovendosi all’interno di una trama che non riesce a mettere in risalto nessuno di loro. Ed è un vero peccato, perché l’ingresso in scena di Barbanera è veramente degno di nota, ma il suo personaggio si perde progressivamente lungo il cammino. Per non parlare di Sam Claflin, che sulla carta avrebbe dovuto essere il sostituto di Orlando Bloom. Il suo è un personaggio totalmente bidimensionale, che si muove e agisce a suon di cliché, senza alcun motivo particolare.
E la storia in tutto questo? Non esiste. Si parla di Fonte della Giovinezza, di prove incredibili da superare, ma la verità è che tutti i personaggi proseguono dritti lungo la loro strada senza troppi intoppi, strizzando l’occhio al passato in una maniera fin troppo fastidiosa. Clamorosamente assente anche quell’alone oscuro e epico che aveva reso affascinante i precedenti lungometraggi e che qui sembra riemergere solo nel momento – quello sì particolarmente efficace – dell’attacco delle sirene. In tutto questo la regia di Rob Marshall di certo non aiuta. Nonostante sia un uomo di mestiere, il suo tocco risulta poco incisivo, troppo pulito e delicato per una storia del genere.
Intendiamoci, Pirati dei Caraibi - Oltre i confini del mare, risulta comunque un film gradevole, che sicuramente farà la gioia dei più piccoli (un po' meno dei fan più grandi). Ma allo stesso tempo dimostra ancora una volta quanto il panorama cinematografico hollywoodiano sia sempre più interessato a sfruttare il più possibile le sue galline dalle uova d’oro. Ma questa volta la nave rischia di affondare più presto del previsto.
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