Al centro di questa storia, che si svolge tra Capri e Istanbul, c’è una preziosa formula scientifica nel campo dello smaltimento dei rifiuti, elaborata da un geniale ingegnere chimico. Una scoperta rivoluzionaria, che fa gola a molta gente, interessata a metterci le mani sopra ad ogni costo. Messo ormai alle strette, lo scienziato decide di confidarsi con un amico, Lorenzo Vallesi (David Brandon), che gli offre il suo aiuto. Dopo qualche giorno però Lorenzo viene stroncato da un infarto. Prima di morire chiede al suo amico Pierfrancesco Maria Guccini (Emanuele Vezzoli) di andare a Istanbul e riportare lo scienziato in Italia. Piero acconsente e decide di partire per quest’avventura.
C’è poco da dire a proposito di questo L’affare Bonnard. Si tratta di un film scritto e diretto da Annamaria Panzera, che ha adattato per il “grande schermo” il suo omonimo romanzo, decidendo coraggiosamente (o incoscientemente?) di produrre il tutto con esclusivo budget privato e di affidare la distribuzione alla neonata BLUKITA film.
Il risultato, come è ovvio che sia, non è dei più felici, nonostante la collaborazione di Eugenio Bennato alle musiche e la partecipazione di attori conosciuti (o quasi) come Emanuele Vezzoli e Mario Porfito. Pur apprezzando la buona volontà, infatti, non si può fare a meno di notare i numerosi difetti che quest’opera possiede. Primo fra tutti la mancanza di mordente, che, visto il genere (siamo dalle parti del giallo/thriller), si può considerare gravissima, seguita da una veste che fa rimpiangere le peggiori fiction da prima serata televisiva.
E questo, come già detto, cercando di apprezzare il coraggio di chi ha deciso di mettersi in gioco in maniera indipendente e lontana da vincoli di qualsivoglia genere.
Il gioco, purtroppo, non è valso la candela e alla fine resta ben poco da salvare di questo titolo. A parte la suggestiva visione dei Faraglioni, ma in questo caso il merito è di altri.
C’è poco da dire a proposito di questo L’affare Bonnard. Si tratta di un film scritto e diretto da Annamaria Panzera, che ha adattato per il “grande schermo” il suo omonimo romanzo, decidendo coraggiosamente (o incoscientemente?) di produrre il tutto con esclusivo budget privato e di affidare la distribuzione alla neonata BLUKITA film.
Il risultato, come è ovvio che sia, non è dei più felici, nonostante la collaborazione di Eugenio Bennato alle musiche e la partecipazione di attori conosciuti (o quasi) come Emanuele Vezzoli e Mario Porfito. Pur apprezzando la buona volontà, infatti, non si può fare a meno di notare i numerosi difetti che quest’opera possiede. Primo fra tutti la mancanza di mordente, che, visto il genere (siamo dalle parti del giallo/thriller), si può considerare gravissima, seguita da una veste che fa rimpiangere le peggiori fiction da prima serata televisiva.
E questo, come già detto, cercando di apprezzare il coraggio di chi ha deciso di mettersi in gioco in maniera indipendente e lontana da vincoli di qualsivoglia genere.
Il gioco, purtroppo, non è valso la candela e alla fine resta ben poco da salvare di questo titolo. A parte la suggestiva visione dei Faraglioni, ma in questo caso il merito è di altri.
Pubblicato su ScreenWEEK
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