sabato 5 marzo 2011

La fabbrica di cioccolato

La fabbrica di cioccolato (2005, regia Tim Burton)



Un povero bambino di nome Charlie (Freddie Highmore), vince l’incredibile opportunità di poter far visita alla fabbrica di cioccolato di Willy Wonka (Johnny Depp), il più grande e geniale produttore di dolciumi al mondo. Questo viaggio alla scoperta dei prodotti Wonka lo condurrrà lungo un sentiero magico, fiabesco e ricco di insegnamenti.

C’è chi dice che il sodalizio tra Johnny Depp e Tim Burton abbia trovato la sua massima esaltazione nel 2005, con l’uscita de La fabbrica di cioccolato, seconda trasposizione (la prima risale al 1971 ed è interpretata da uno strepitoso Gene Wilder) dell’omonimo libro per ragazzi scritto da Roald Dahl.
Risulta difficile capire se sia vero o meno (quasi sicuramente no), resta il fatto che ci troviamo di fronte ad un’opera indubbiamente suggestiva, visivamente interessante e ricca di quelle caratteristiche che hanno reso grande il cinema Burton. All’interno di questa storia è infatti possibile riconoscere tutte le ossessioni tipiche di questo regista, prima fra tutte quella per il glorioso cinema espressionista, in grado di rivivere attraverso alcune strutture scenografiche come la casa sbilenca del giovane protagonista. Ma quello citato è solamente uno degli innumerevoli scenari che compongono questo microcosmo magico, pieno ci citazioni cinematografiche e non solo, all’intero del quale ogni cosa è in grado di risultare stravagante e al tempo stesso coerente con se stessa e soprattutto mai fuori luogo. Da questo punto di vista possiamo infatti dire che il regista sia riuscito a concretizzare ogni sua fantasia ed è forse questa l’unica pecca che si può attribuire a questa pellicola, che purtroppo risente in certi punti di quello che si potrebbe definire “eccesso di autocompiacimento”.

Protagonista assoluto del film è ovviamente Johnny Depp. Il suo Willy Wonka, a cui è stato donato un maggiore spessore psicologico, è un personaggio in grado di affascinare e inquietare allo stesso tempo. Una maschera fiabesca e oscura che ben si adatta all’universo burtoniano, pieno di figure perennemente in bilico tra meraviglia e orrore.

Pubblicato su ScreenWEEK

Nessun commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...