Quentin Tarantino l’ha definito il miglior film Splatter di tutti i tempi, un parere discutibile ma che inevitabilmente ha dettato legge.
Non c’è da stupirsi quindi se si è deciso di farne un remake, cercando di oltrepassare quella barriera che all’interno del cinema (non solo) horror ha sempre saputo rappresentare un’ideale via di salvezza per il pubblico.
Il confine segnato dal grande schermo, oltre il quale si suppone (e si spera) che niente possa succedere.
Il film in questione, quello originale, si chiama Il Giorno di San Valentino.
Una pellicola del 1981 diretta da George Mihalka, regista conosciuto più che altro per meriti televisivi.
Un titolo che, opinioni famose a parte, è riuscito a guadagnarsi uno spazio tutto suo all’interno dell’affollato panorama del cinema di genere (in questo caso Slasher).
Aggiornata al 2009 la storia si tinge di un rosso tridimensionale. Un privilegio per pochi, senza il quale viene meno gran parte della sua essenza.
Intendiamoci, come filmetto di genere quello di Lussier non è poi male.
Una pellicola senza infamia e senza lode, avvantaggiata da effetti speciali all’avanguardia e penalizzata da una regia totalmente anonima.
Ma va assolutamente visto nella sua interezza, per poter così godere di quelle scene (e sono tante) concepite esclusivamente per la tecnologia 3D.
Senza rimane ben poco, sebbene si tratti di un discreto intrattenimento.
Certo, qualcuno potrebbe obiettare che simili progetti tendono ad affossare l’essenza della settima arte, relegandola ad una dimensione ludica e svilente.
Ma per l’Horror, che ha sempre saputo sfruttare al meglio le atmosfere giocose, potrebbe rappresentare un’interessante novità, e visto il successo riscosso si può benissimo dire che questo è solo l’inizio.
Non per niente già si parla di sequel.
Non c’è da stupirsi quindi se si è deciso di farne un remake, cercando di oltrepassare quella barriera che all’interno del cinema (non solo) horror ha sempre saputo rappresentare un’ideale via di salvezza per il pubblico.
Il confine segnato dal grande schermo, oltre il quale si suppone (e si spera) che niente possa succedere.
Il film in questione, quello originale, si chiama Il Giorno di San Valentino.
Una pellicola del 1981 diretta da George Mihalka, regista conosciuto più che altro per meriti televisivi.
Un titolo che, opinioni famose a parte, è riuscito a guadagnarsi uno spazio tutto suo all’interno dell’affollato panorama del cinema di genere (in questo caso Slasher).
Aggiornata al 2009 la storia si tinge di un rosso tridimensionale. Un privilegio per pochi, senza il quale viene meno gran parte della sua essenza.
Intendiamoci, come filmetto di genere quello di Lussier non è poi male.
Una pellicola senza infamia e senza lode, avvantaggiata da effetti speciali all’avanguardia e penalizzata da una regia totalmente anonima.
Ma va assolutamente visto nella sua interezza, per poter così godere di quelle scene (e sono tante) concepite esclusivamente per la tecnologia 3D.
Senza rimane ben poco, sebbene si tratti di un discreto intrattenimento.
Certo, qualcuno potrebbe obiettare che simili progetti tendono ad affossare l’essenza della settima arte, relegandola ad una dimensione ludica e svilente.
Ma per l’Horror, che ha sempre saputo sfruttare al meglio le atmosfere giocose, potrebbe rappresentare un’interessante novità, e visto il successo riscosso si può benissimo dire che questo è solo l’inizio.
Non per niente già si parla di sequel.
7 commenti:
quello che dite Tarantino è sempre discutibile! ehhe
devo andarlo a vedere. e noto con piacere (e non) che le sale sono costantemente strapiene..
Ciao Filippo, perdonami se vado troppo off topic.
Sono ormai passati i fatidici due mesi di vita del mio blog cinematografico. In virtù dello scambio link e dell'ammirazione che ho nei confronti del tuo blog, ti chiedo: mi piacerebbe entrare in Cinebloggers. Come posso fare? Mi potresti dare una mano?
Ti ringrazio.
Inutile girarci intorno, il film è una schifezza incredibile ed il 3D lo salva in parte, perché se è vero che cambia la prospettiva e l'elemento orrorifico ne guadagna, si riduce tutto ad una giostra da luna park. E il cinema è ben altro!
La mia recensione
non sono d'accordo.
c'è cinema e cinema.
sopratutto all'interno del genere horror i sottogeneri la cui componente prevalente è l'intrattenimento sono tantissimi.
in questo caso l'uso del 3D può avere un senso che va ben oltre la pretestuosità delle sperimentazioni fatte negli anni '50.
Ovvio che un (dico il primo che mi viene in mente) Ferro 3 3D non avrebbe alcun senso, ma per quanto mi riguarda ben vengano i San Valentino 3D e affini.
Film che vanno visti con le dovute aspettative.
X Drewes:
Sono due anni che ho il blog, scrivo centinaia di recensioni, ottengo importanti riconoscimenti (anche un'intervista su Liquida.it) e di entrare su CineBloggers non se ne parla. Chiamerò "Striscia la Notizia" e inizieremo un nuovo caso: "Cineblogger bollenti"!!!
:)
Io non parlo di cinema in genere, ma di cinema horror. Film come "The mist", o "The ring", "Hallowen", "Nightmare" hanno "sostanza". Facessero film con sostanza e dopo ci deliziassero con il 3D.
arriverà anche quel giorno (e personalmente non vedo l'ora)! :)
per il momento si sperimenta.
Per quanto mi riguarda in questo caso c'è un maniaco con un piccone in mano, una trama pretestuosa e dei teen ager (cresciuti) che cadono come mosche.
Quanto basta per fare uno slasher nella media...;)
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