giovedì 26 marzo 2009

À l'intérieur

À l'intérieur (2007, regia Alexandre Bustillo, Julien Maury)



La giovane Sarah, al nono mese di gravidanza, è miracolosamente sopravvissuta ad un incidente automobilistico che le ha portato via il compagno. Fortunatamente il bambino non ha riportato alcuna conseguenza ed è pronto a nascere, ma la minaccia è vicina. Una donna, armata di forbici, è entrata nel suo appartamento approfittando dell’oscurità della notte.
Quella donna vuole il suo bambino.

La casa, ambiente apparentemente lontano da ogni minaccia esterna, è forse una delle location più care al cinema horror, soprattutto Slasher.
À l'intérieur è un film (purtroppo inedito in Italia) che riproduce fedelmente tutte le tematiche care al genere, dando vita ad un teatrino Grandguignolesco tra i più atroci e insostenibili degli ultimi anni.

Quello dell’horror francese è un caso che andrebbe analizzato in maniera approfondita, non solo perché è stato capace di imporsi all’attenzione mondiale con una manciata di pellicole (cosa comunque degna di nota), ma perché è riuscito nel giro di pochi anni a lasciare un solco profondo - impossibile da ignorare - lungo il suo cammino.
Non si tratta di solo stupore. Lo stupore è una cosa facile da ottenere e il più delle volte è destinato ad estinguersi nel giro di pochi giorni.
Quello che in Francia si è creato negli ultimi anni è un vero e proprio fenomeno che, attingendo dalla cinematografia passata, è riuscito ad assumere i connotati del Genere.
Sarà questione di indole, ma la cosa che più stupisce di questi film (oltre al qui presente si possono citare Alta Tensione, Frontiers e Martyrs) è la presenza del sentimento.
L’emozione mista alla violenza che caratterizza questi titoli dà inevitabilmente luogo ad una perversione difficile da dimenticare, capace di rappresentare un vero e proprio segno distintivo.

À l'intérieur, opera partorita dalla mente di Alexandre Bustillo, redattore della rivista Mad Movies (quando un appassionato dà sfogo ai suoi incubi c’è da aver paura), non è ovviamente da meno, nonostante la sua matrice convenzionale.
Principale fonte di ispirazione è l’Halloween di John Carpenter (l’assassina presenta infatti molti punti di contatto con Michael Myers), da cui il film si discosta per la marcata dose di violenza sempre esplicita e mai lasciata fuori campo (un evidente richiamo al cosiddetto Torture Porn).
Un crescendo che culmina in un finale di difficile sopportazione (tra i più atroci degli ultimi anni), anche perché ad essere minacciato è proprio un simbolo sacro come la maternità.
Sotto questo punto di vista il titolo della pellicola diventa doppiamente allusivo.
Intrappolata all’interno delle mura domestiche si trova la giovane protagonista, è vero, ma la vera vittima è un’altra.
Il bambino che si trova dentro (À l'intérieur) di lei.

Pubblicato su Cineocchio

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Pecato però che non vi sia mai pathos, che tutto sia buttato lì, senza una briciolo di plausibilità, che i colpi di scena sian annunciati...Nonostante la mia adorata Dalle in versione gotica, un film che ho bocciato in pieno...

FiliÞþØ ha detto...

Penso che l'assenza di pathos e la convenzionalità della storia siano fondamentalmente volute (come accade spesso per le opere prime di questo genere).
Analizzato fuori dal contesto spettacolare che lo caratterizza il film non è niente di che visto quanto è scontato, è vero.
Ma uno spettacolo Gore del genere non lo vedevo da secoli.

Martyrs da questo punto di vista è una spanna sopra, visti anche i continui ribaltamenti (mai banali oltretutto) di trama.

Per quanto mi riguarda À l'intérieur è un riuscito teatrino dell'orrore. Prevedibile ma riuscito, e di questo bisogna dargliene atto.

Anonimo ha detto...

Quanto cavolo sto indietro co sti film da recuperare? Devo ancora vedere Frontiers, ma prima di tutto voglio recuperare Martyrs. Subito dopo mi procurerò anche questo.
Ale55andra

FiliÞþØ ha detto...

secondo me Martyrs è proprio la coclusione di un ideale percorso cinematografico...

chimy ha detto...

X me "A l'interieur" è un signor film, che unisce alla violenza estrema una regia sempre delicata, poetica che lo porta ad essere uno degli horrori più interessanti degli ultimi anni.


Un saluto

FiliÞþØ ha detto...

Beh si, bene o male anch'io la penso come te...solo che a livello di storia ho apprezzato molto di più Martyr., ma ripeto, penso che la prevedibilità di A l'interieur sia una cosa assolutamente voluta...

Anonimo ha detto...

Ciao,
spero di far cosa gradita, segnalando che su subsfactory.it sono
stati pubblicati i sottotitoli italiani! ^_^

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