Un’inquietante figura infantile tormenta i sogni della giovane Casey. Un incubo che nel giro di qualche giorno comincia a manifestarsi anche nella vita reale attraverso orribili visioni. Questa serie di eventi, apparentemente inspiegabili, sembra essere collegata al passato della ragazza. Casey infatti non conosce parecchi dettagli della sua infanzia e di quella dei suoi familiari.
Verrebbe da dire ma chi glielo fa fare, eppure è così. Non vede proprio l’ora di nascere il pargolo oscuro che si muove all’interno di questa storia.
Forse gli basterebbe dare una piccola occhiata in giro per rendersi conto che peggio di un film così ci sono solo gli abissi infernali da cui proviene.
Il Mai Nato, quarta regia di David S. Goyer, conosciuto più che altro come sceneggiatore (in parte suoi gli script dei Batman di Nolan, come anche quello dell’ingiustamente sottovalutato Dark City), è un film che spicca per la mancanza di un guizzo particolare, cosa che lo accomuna alla schiera di pellicole usa e getta cui il recente cinema di genere ci ha abituati.
Storie che attingono a piene mani da altri titoli più famosi (in questo caso le orecchie dovrebbero fischiare soprattutto a William Friedkin), ma che mancano di personalità e, cosa peggiore, non spaventano pur provandoci in tutti i modi.
Ad essere sinceri questa volta qualche brivido lungo la schiena si riesce a percepire, soprattutto nella seconda metà del film, caratterizzata da inquietanti visioni che si susseguono in un vortice di tonalità fredde e vedo non vedo. Ma si tratta pur sempre di un gioco che non vale assolutamente la candela, tanto è noioso e prevedibile.
Delle promesse fatte dal trailer come al solito si salva ben poco.
E se pensate al fatto che per pubblicizzare il tutto non si è nemmeno provato a fare presa sul nome di Gary Oldman, potete benissimo immaginare cosa vi aspetta.
Verrebbe da dire ma chi glielo fa fare, eppure è così. Non vede proprio l’ora di nascere il pargolo oscuro che si muove all’interno di questa storia.
Forse gli basterebbe dare una piccola occhiata in giro per rendersi conto che peggio di un film così ci sono solo gli abissi infernali da cui proviene.
Il Mai Nato, quarta regia di David S. Goyer, conosciuto più che altro come sceneggiatore (in parte suoi gli script dei Batman di Nolan, come anche quello dell’ingiustamente sottovalutato Dark City), è un film che spicca per la mancanza di un guizzo particolare, cosa che lo accomuna alla schiera di pellicole usa e getta cui il recente cinema di genere ci ha abituati.
Storie che attingono a piene mani da altri titoli più famosi (in questo caso le orecchie dovrebbero fischiare soprattutto a William Friedkin), ma che mancano di personalità e, cosa peggiore, non spaventano pur provandoci in tutti i modi.
Ad essere sinceri questa volta qualche brivido lungo la schiena si riesce a percepire, soprattutto nella seconda metà del film, caratterizzata da inquietanti visioni che si susseguono in un vortice di tonalità fredde e vedo non vedo. Ma si tratta pur sempre di un gioco che non vale assolutamente la candela, tanto è noioso e prevedibile.
Delle promesse fatte dal trailer come al solito si salva ben poco.
E se pensate al fatto che per pubblicizzare il tutto non si è nemmeno provato a fare presa sul nome di Gary Oldman, potete benissimo immaginare cosa vi aspetta.
Pubblicato su Cineocchio
5 commenti:
Per passione lo vedrò prima o poi, anche se non mi ispira granché.
oh, devo dirlo: in 2-3 scene mi sono cagata addosso (si può dire cagata addosso qui?), ma il film è uno schifo allucinante. povero il mio gary :(
Anche io credo che non potrò fare a meno di vederlo...
Ale55andra
@ roberto & ale55andra: vi capisco, ho la stessa malsana passione...;)
@ mizza: beh si...anch'io due o tre scene le ho trovate particolarmente efficaci...
Al cinema non potrò vederlo. Ma non mancherò di dedicargli il mio tempo quando uscirà in DVD.
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