La reporter Angel Vidal sta girando un servizio sull’operato dei pompieri di Los Angeles.
Durante il turno di notte la giornalista e il suo fido cameraman seguono i loro intervistati fino ad un complesso residenziale, dal quale è giunta una chiamata di emergenza.
I condomini si sono allarmati a causa dei rumori e delle urla che provengono dall’appartamento di un’anziana signora.
E’ passato appena un anno dall’uscita di Rec, pregevolissimo horror diretto da Jaume Balagueró, e in America si è subito deciso di farne un remake.
Un progetto nato per venire incontro esclusivamente al proprio pubblico, vista la poca tolleranza nei confronti di doppiaggio (cosa per certi versi da ammirare) e sottotitoli, ma che fuori dal territorio americano trova poca ragione d’essere. Soprattutto per chi ancora conserva il ricordo della pellicola spagnola che, sulla scia di Blair Witch Project e prima di Cloverfield, è riuscita a proporre una rivisitazione in prima persona degli zombie-movie per nulla banale e sapientemente orchestrata (vista anche la modalità rappresentativa che si basa sull’unione di una serie di piani sequenza).
Quello di John Erick Dowdle insomma è un film sul quale è inutile sprecare parole che vadano oltre i soliti interrogativi di rito.
Praticamente uguale all’originale, con in più la possibilità di levigarne le spigolature (assente questa volta quel rewind che ne spezzava il ritmo e aggiunte un paio di scene più gore).
Unica vera differenza è il finale, a cui è stato tolto quel retrogusto vagamente anticlericale.
La tensione non manca, il ritmo c’è, tutte cose che contribuiranno a far apprezzare il film a chi non conosce la versione spagnola e, cosa meno probabile, i titoli cui si riferisce.
Ma, come sempre in questi casi, la domanda da porsi è solo una:
Perché limitarsi ad ammirare la bella copia di un'opera (qualunque essa sia), quando abbiamo a disposizione l’originale?
Durante il turno di notte la giornalista e il suo fido cameraman seguono i loro intervistati fino ad un complesso residenziale, dal quale è giunta una chiamata di emergenza.
I condomini si sono allarmati a causa dei rumori e delle urla che provengono dall’appartamento di un’anziana signora.
E’ passato appena un anno dall’uscita di Rec, pregevolissimo horror diretto da Jaume Balagueró, e in America si è subito deciso di farne un remake.
Un progetto nato per venire incontro esclusivamente al proprio pubblico, vista la poca tolleranza nei confronti di doppiaggio (cosa per certi versi da ammirare) e sottotitoli, ma che fuori dal territorio americano trova poca ragione d’essere. Soprattutto per chi ancora conserva il ricordo della pellicola spagnola che, sulla scia di Blair Witch Project e prima di Cloverfield, è riuscita a proporre una rivisitazione in prima persona degli zombie-movie per nulla banale e sapientemente orchestrata (vista anche la modalità rappresentativa che si basa sull’unione di una serie di piani sequenza).
Quello di John Erick Dowdle insomma è un film sul quale è inutile sprecare parole che vadano oltre i soliti interrogativi di rito.
Praticamente uguale all’originale, con in più la possibilità di levigarne le spigolature (assente questa volta quel rewind che ne spezzava il ritmo e aggiunte un paio di scene più gore).
Unica vera differenza è il finale, a cui è stato tolto quel retrogusto vagamente anticlericale.
La tensione non manca, il ritmo c’è, tutte cose che contribuiranno a far apprezzare il film a chi non conosce la versione spagnola e, cosa meno probabile, i titoli cui si riferisce.
Ma, come sempre in questi casi, la domanda da porsi è solo una:
Perché limitarsi ad ammirare la bella copia di un'opera (qualunque essa sia), quando abbiamo a disposizione l’originale?
Pubblicato su Cineocchio
1 commento:
Me lo terrò per l'uscita in dvd. Ciao, Ale
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