sabato 31 gennaio 2009

Operazione Valchiria

Operazione Valchiria (2008, regia Bryan Singer)



Durante la sua esistenza Adolf Hitler è sopravvissuto a quindici attentati, l’ultimo dei quali – il meglio organizzato – rasentò l’obiettivo a tal punto da fargli credere che a volerlo vivo fosse proprio la volontà divina.
Si dice anche che quest’ultimo complotto, finalizzato ad un colpo di stato, rese il Führer talmente sordo che per il resto della sua vita (circa nove mesi) continuò ad urlare per sentirsi, ma nessuno trovò il coraggio di farglielo notare.
Operazione Valchiria, settima regia di Bryan Singer, seconda collaborazione del regista (dopo I soliti sospetti) con lo sceneggiatore Christopher McQuarrie, è la storia di quest’ultimo estremo tentativo di liberazione (la guerra sarebbe finita di lì a pochi mesi), della presa di coscienza di una nazione e dell’uomo, Claus Schenk von Stauffenberg, che ha cercato di porre fine ad un regime dominato dalla follia e dall’autodistruzione.

L’esito di questo progetto, estremo ma necessario, è noto a tutti (almeno si spera).
Date queste premesse risulta abbastanza scontato capire quanto il film di Singer sia tormentato da una serie di pro e di contro che ne condizionano irrimediabilmente la visione. A cominciare proprio dalla storia che, per sua stessa essenza, pregiudica ogni colpo di scena (a meno che non si sia passata l’intera esistenza all’interno di una campana di vetro, ignari delle più elementari nozioni di storia contemporanea).
Con questo non si vuole però dire che Operazione Valchiria è un brutto film anzi, ha il pregio di riuscire ad aprire centinaia di Sliding Doors, facendoci riflettere su come i casi della vita siano capaci di compromettere intere esistenze.

Tom Cruise, che ha approfittato delle riprese per inaugurare una sede di Scientology nel centro storico di Berlino, risulta molto convincente nel ruolo di Stauffenberg, poco importa che alcuni non abbiano gradito l’eccessiva carica eroica del suo personaggio.
Certo, questo potrebbe essere l’ennesimo pretesto per sottolineare quanto genio e sregolatezza (privata) siano un binomio inscindibile, soprattutto all’interno del vasto panorama cinematografico.

Un’ultima nota positiva va spesa per Bryan Singer che, pur donando al tutto un’atmosfera Hollywodiana, è riuscito ad evitare il più possibile la facile via del Blockbuster, optando per uno stile classico e pacato (certo, in alcuni punti anche troppo).
Ma soprattutto è riuscito a creare momenti di assoluta tensione.
E visto che la storia – come sottolineato in precedenza – non spicca certo per originalità, scusate se è poco.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma Tom Cruise...non smette mai di essere estremamente scandaloso!! Però a me come attore, e solo come attore, piace.
Ale55andra

FiliÞþØ ha detto...

Io lo considero un caratterista straordinario e penso che gran parte della sua bravura sia proprio dovuta al suo modo di essere.

Hai mai visto "Totò, Eva e il pennello proibito"?
In questo film Totò interpreta il ruolo del pittore Scorcelletti, il più bravo copista del mondo. Talmente bravo che se dovesse copiare la Gioconda anche il critico più autorevole la scambierebbe per l'originale.
Questo perchè ha la testa talmente vuota che gli è impossibile inserire la minima caratteristica personale nelle sue opere.

Ecco, a me piace pensare che anche per Tom Cruise sia la stessa cosa...:)

Luciano ha detto...

Allora un film per lo meno interessante. Ci penso un po'. Suppongo che rimarrà in sala almeno due settimane.

ISOLE-GRECHE.com ha detto...

Dopo "Il dubbio" e "Revolutionary Road", un altro film interessante da vedere... ma quanto mi costa questa settimana il cinema???
Occorre qualche rimedio!!!

Martin ha detto...

Bravura tecnica a parte l'unica cosa che dimostra questo film è le reiterata assenza di idee del cinema americano.
Uscito dal cinema mi chiedevo "perchè", dopo un'ora (e due birre) me l'ero già dimenticato.

Noodles ha detto...

A dispetto delle critiche non ho trovato Cruise così spudoratamente eroico. Ovviamente incarna il personaggio positivo in tutto e per tutto, ma nel meccanismo thriller va benissimo, anzi mi sento di dire che è l'unico possibile in questo contesto. M'è proprio piaciuto assai il film devo dire. Più di quanto m'aspettassi.

vanessa ha detto...

"Un’ultima nota positiva va spesa per Bryan Singer che, pur donando al tutto un’atmosfera Hollywodiana, è riuscito ad evitare il più possibile la facile via del Blockbuster, optando per uno stile classico e pacato (certo, in alcuni punti anche troppo)."

mi fai degli esempi di blockbuster americani sulla seconda guerra mondiale? lo stile del film e' asciutto, ma se non e' da "blockbuster" spacciare la stronzata che solo hitler era "cattivo" mentre il resto della germania raccoglieva margherite e appendeva al muro poster di gandhi... cosa lo e' ("blockbuster", dico) ?
ciurla nel manico alla grandissima, esattamente come tutti i film sull'argomento, in particolar modo se americani.

FiliÞþØ ha detto...

Salvate il soldato Ryan è il primo che mi viene in mente.

per il resto, ogni film ha bisongno di buoni e cattivi, ai fini della storia, soprattuto di una storia come questa, sono necessarie nette distinzioni.
Non è documentario, è cinema. Anche per questo non ho mai digerito le critiche nei confronti di un film come Apocalipto.

Quando dico che non è blockbuster, mi riferisco alla scarsità di azione, allo stile di regia classico e privo di virtuosismi evidenti.
Si poteva rovinare tutto creando un Mission Impossible ai tempi di Hitler (cosa che il trailer subdolamente faceva intuire).
Un blockbuster dovrebbe durare mesi, operazione valchiria dopo una settimana non se l'è ricordato più nessuno.

Poi, trovare un film americano sulla seconda guerra mondiale (la "loro guerra") che non "ciurla nel manico" mi sembra un po' improbabile...:)

vanessa ha detto...

ah okay adesso ho intuito meglio cosa volevi dire. si', sono d'accordo. apocalippo e' stupendo. auspico un alien vs. predator girato come si deve (ovvero uguale ad apocalippo, ma senza sottotitoli: muto).

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