domenica 7 dicembre 2008

Never Back Down

Never Back Down (2008, regia Jeff Wadlow)



Nelle High School Americane gli studenti non vivono di solo ballo, ma se le danno di santa ragione
all’interno di tornei che ricordano i Fight Club di David Fincher.
Una sorpresa per il giovane Jake Tyler (Durden), che trasferitosi dall’Iowa in Florida, per seguire le ambizioni del fratellino, giovane promessa del tennis, si troverà a vestire i panni dell’avversario ideale.
YouTube è il colpevole.
Ryan McCarthy, campione indiscusso di ogni combattimento, ha infatti visto un video che immortala il nuovo arrivato in una scazzottata sul campo da Football.
Urge una sfida per consacrare il migliore.
Urge anche un allenatore per Jake, forte si, ma non abbastanza.

Dopo Nickname: Enigmista, Jeff Wadlow torna a parlare di adolescenti e violenza, ma con toni meno tragici.
Never Back Down è il Karate Kid del nuovo millennio.
La storia è praticamente la stessa, il pubblico di riferimento no.
La conseguenza – più che mai sgradevole – e quella di far sentire terribilmente vecchio chi con le avventure di Daniel San ci è cresciuto.
Ma riesce anche a far pensare.
Una riflessione su come il cinema può essere percepito a seconda dell’età.
Davvero, avessimo ancora otto anni, un film del genere potrebbe piacerci?
Il No sembra scontato, e quanto mai doveroso, ma i dubbi rimangono.

Del resto non tutto è da buttare all’interno di questo Fight Club patinato.
Le scene di lotta, riescono a provocare nello spettatore quel coinvolgimento emotivo che, come detto sopra, riusciva a far sognare il pubblico degli anni ’80.
La riflessione – si spera volontaria – su come la nostra società sia dominata dalla virtualizzazione del reale, tanto che per contare qualcosa bisogna per forza passare attraverso un obiettivo di qualsivoglia genere, è scontata ma più che mai attuale.
Quello che stona è la mancanza di un benché minimo valore, la rappresentazione di una realtà televisiva dove il lusso è l’unica cosa che conta veramente, e la violenza e talmente idealizzata da diventare paurosamente normale.

Il resto come da copione. Allenamenti al di sopra di ogni capacità umana, botte a non finire, amori adolescenziali e riscatti personali (con tanto di redenzione del cattivo di turno).
Un’ultima nota per Leslie Hope, mamma dell’odierno Karate Kid.
Dopo un marito picchiatore (il Jack Bauer di 24), un figlio altrettanto scatenato.
Viene da pensare che nella prossima pellicola le metteranno accanto un padre buttafuori.

Pubblicato su Livecity.it

3 commenti:

Anonimo ha detto...

sono pienamente daccordo a me è sembrato il The Fast and the Furious delle mazzate:D
W Daniel San!!!!!!

p.s. ciao Phil sò FeliceXD

Luciano ha detto...

Penso di evitarlo. Forse un giorno guardando la tv...

FiliÞþØ ha detto...

@ Felice: Ciao Felix, grazie per la visita! :)

@ luciano: ma anche no! ;)

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