mercoledì 29 ottobre 2008

Tropic Thunder

Tropic Thunder (2008, regia Ben Stiller)



Tropic Thunder è il titolo di quello che si annuncia come il più grande kolossal sulla guerra nel Vietnam.
Un film che coinvolge i cinque attori più cool del momento ma che, come spesso accade ai progetti troppo ambiziosi, non riesce a decollare.
Come estremo tentativo il regista Damien Cockburn decide di giocare la carta del reality game, abbandonando gli attori all’interno della fitta giungla con in mano il loro copione e riprendendo di nascosto i loro movimenti.
Ma niente sembra andare per il verso giusto.

Scherzano Robert Downey Jr. e Ben Stiller.
Il primo dice di essere entrato nel cast di Tropic Thunder solo a causa del rifiuto di Sean Penn, il secondo afferma di aver scelto l’attore per il ruolo di Kirk Lazarus proprio “perché è davvero il miglior interprete dei nostri tempi, e soprattutto è convinto fermamente di esserlo”.
Una frase che da sola può benissimo racchiudere l’essenza di quello che si presenta come il più grande divertissement dell’ultimo periodo.
Tropic Thunder è un controsenso.
E’ un blockbuster antiblockbuster, e questo potrebbe benissimo farlo vedere come un gigantesco serpente impegnato a mordersi la coda.
Ma ha dalla sua la carica irriverente e grottesca dell’autoironia.
Utilizza la satira nella sua forma più alta, sfruttando il ridicolo come metafora sociale.
Cita classici come PLatoon e Apocalypse Now rendendoli motivo portante di una riflessione sul ruolo del cinema all’interno della società moderna, sbeffeggiando non solo il grande schermo, ma tutto ciò che gli ruota intorno.
Certo, si tratta pur sempre di un’idea non nuova, che punta il dito contro un facile bersaglio.
Ma allora cosa rende tanto speciale l’opera di Ben Stiller?
Il fatto di aver realizzato un furbo Mea Culpa mediatico, calibrato e calcolato nei minimi dettagli.
Pompato da quella che sembra essere la nuova moda in fatto di promozione cinematografica, il cosiddetto Viral Marketing, Tropic Thunder era praticamente un cult ancor prima di uscire.
Siti internet dedicati ad attori inesistenti, trailer di film mai realizzati (sulla scia dei recenti omaggi ai B-movie di Grindhouse), un cast degno del massimo rispetto.
Ma qui nessuno vuole fargliene una colpa.
Il solo personaggio di Kirk Lazarus, apoteosi estrema del più sbagliato Metodo Stanislavskij, vale quell’appellativo.
E se non bastasse c’è Tom Cruise impegnato - oltre che a confermare il suo talento versatile - a ballare sui titoli di coda.
Una scena che non si dimentica facilmente, ma che allo stesso tempo è un piacere ricordare.

9 commenti:

Noodles ha detto...

Ho il forte sospetto che Cruise sia davvero il migliore di tutti, che vinca la gara. Irriconoscibile, volgare, terribile, e da sganasciarsi dalle risate

Anonimo ha detto...

Stavolta siamo d'accordo.
Davvero piacevole e intelligente.

Comunque Cruise mi ha davvero stupito. Che si sia rivolto a qualche esperto d'immagine? :-)

Davvero divertente.

Anonimo ha detto...

Non l'ho ancora visto perchè ero a Roma, ma per me è già cult, non vedo l'ora!!
Ale55andra

FiliÞþØ ha detto...

@ noodles: Downey Jr e cruise se la giocano a tavolino!

@ mr hamlin: contento di trovarti d'accordo...dopotutto penso sia impossibile non apprezzarlo!

@ ale55andra: non avere dubbi, ti piacerà sicuramente! ;)

Anonimo ha detto...

Conosco qualcuno che c'è riuscito (a non apprezzarlo)

Luciano ha detto...

Devo ancora vederlo e spero di riuscirci perché non ho ancora letto recensioni negative su questo ch esembra un grande film.

Valentina Ariete ha detto...

Come ho fatto a non scoprirti fino ad ora?!
Bel blog, se non ti dispiace ti linko sul mio.

Cmq per me questa per me è la migliore interpretazione di Tom - 3 espressioni in tutto - Cruise!

Baci!

:-)

Anonimo ha detto...

Devo correre per non perderlo!!! Ciao, Ale

FiliÞþØ ha detto...

@ valentina ariete: grazie mille per i complimenti e per il link, ovviamente ricambio! ;)

@ daddun: assolutamente!

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