“Un diamante è per sempre” dice la pubblicità e tale rimarrà, nonostante questo film. Chi come me mal sopporta l’uso di tali pietre preziose, proverà una rabbia maggiore nel vedere tutto quello che c’è dietro questi “sciocchi gingilli di vanità dell’uomo”.
Un film sconvolgente, per la brutalità con cui mostra i fatti, ma anche una bella storia di redenzione. Un viaggio nel “cuore di tenebra” Africano alla ricerca di se stessi, fino al martirio, che nel finale riesce anche a commuovere.
La storia è quella di Danny Archer (Leonardo DiCaprio), un ex mercenario ora dedito al contrabbando di diamanti. In carcere Danny incontra Solomon Vandy (Dijmon Hounsou), un pescatore, strappato alla sua famiglia dopo l’irruzione del fronte rivoluzionario (il R.U.F) nel suo villaggio. Usato come schiavo da questi pseudo-paladini della giustizia, che definiscono libertà il terrore e il lavoro forzato, Solomon riesce a trovare e a nascondere un grosso diamante. Danny, appresa la sua storia, spinto da un interessato altruismo, in cambio della golosa pietra promette al Pescatore di ritrovargli la famiglia. Durante la ricerca si unisce ai due la giornalista Maddy Bowen (Jennifer Connely), altruista si, ma anche interessata ad un grande scoop.
I due interpreti maschili sono bravissimi, quasi si stenta a capire chi dei due sia il protagonista.
La vicenda che fa da cornice al film era abbastanza nota, ma ovviamente le immagini sanno essere più efficaci delle parole. Vedere il modo con cui questo cosiddetto fronte rivoluzionario strappa i bambini alle loro famiglie, li droga e li costringe a combattere, trasformandoli in fredde macchine da guerra, lascia attoniti e increduli.
Alcuni rimandi a “Casablanca”, soprattutto nella figura di DiCaprio, che nell’interpretazione di un personaggio finto cinico, fortemente legato alla sua terra, ricorda i vecchi ruoli interpretati da Hunprey Bogart.
Una raccomandazione almeno, se proprio dovete regalare un diamante alla vostra compagna, ricordatevi di chiedere il certificato di garanzia.
Un film sconvolgente, per la brutalità con cui mostra i fatti, ma anche una bella storia di redenzione. Un viaggio nel “cuore di tenebra” Africano alla ricerca di se stessi, fino al martirio, che nel finale riesce anche a commuovere.
La storia è quella di Danny Archer (Leonardo DiCaprio), un ex mercenario ora dedito al contrabbando di diamanti. In carcere Danny incontra Solomon Vandy (Dijmon Hounsou), un pescatore, strappato alla sua famiglia dopo l’irruzione del fronte rivoluzionario (il R.U.F) nel suo villaggio. Usato come schiavo da questi pseudo-paladini della giustizia, che definiscono libertà il terrore e il lavoro forzato, Solomon riesce a trovare e a nascondere un grosso diamante. Danny, appresa la sua storia, spinto da un interessato altruismo, in cambio della golosa pietra promette al Pescatore di ritrovargli la famiglia. Durante la ricerca si unisce ai due la giornalista Maddy Bowen (Jennifer Connely), altruista si, ma anche interessata ad un grande scoop.
I due interpreti maschili sono bravissimi, quasi si stenta a capire chi dei due sia il protagonista.
La vicenda che fa da cornice al film era abbastanza nota, ma ovviamente le immagini sanno essere più efficaci delle parole. Vedere il modo con cui questo cosiddetto fronte rivoluzionario strappa i bambini alle loro famiglie, li droga e li costringe a combattere, trasformandoli in fredde macchine da guerra, lascia attoniti e increduli.
Alcuni rimandi a “Casablanca”, soprattutto nella figura di DiCaprio, che nell’interpretazione di un personaggio finto cinico, fortemente legato alla sua terra, ricorda i vecchi ruoli interpretati da Hunprey Bogart.
Una raccomandazione almeno, se proprio dovete regalare un diamante alla vostra compagna, ricordatevi di chiedere il certificato di garanzia.
1 commento:
Una delusione totale, un film che a me è parso a tratti veramente brutto, se ti va leggi la mia recensione ^_-
Ale55andra
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